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MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...

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90 isteria, lussuria <strong>senza</strong> <strong>lusso</strong><br />

fu al ginocchio piegando violentemente sulla coscia la gamba sparì tosto<br />

il singhiozzo, e risorse tostamente distesa quella. Il corso <strong>del</strong>l’aura<br />

coll’indice segnar solea il paziente, ovunque ei la sentisse.<br />

“Per la flessione <strong>del</strong>le articolazioni rimanendo sospeso l’accesso invano<br />

adoperossi a legatura ai piedi ed alle mani. Mentre che di tenere<br />

cercavasi imprigionato quell’aura, e sopra agirvi con vescicatori, col<br />

moxa od altro mezzo, in iscena venne altro fenomeno. Tacea da quindici<br />

giorni il singhiozzo per la flessione <strong>del</strong>la mano sinistra, allorchè<br />

una novella sensazione alla prima affatto simile gli si fe’ al dorso per<br />

sentire, dove partì una seconda aura che richiama il singhiozzo: mobile<br />

e vagante come la prima ella dà luogo a medesimi accidenti. Dopo<br />

lunghi giri invade la destra mano che libera fu sin’allora: chiusa dessa<br />

rinasce all’istante la calma. Per vaghezza di curiosità, fatte allargare<br />

contemporaneamente ambo le mani, due aure distinte, ed isolate occupano<br />

il malato, che libere percorsero le diverse nervee ramificazioni,<br />

il loro capriccio seguendo, ora attraversandosi, fuggendosi ora, e quindi<br />

incrocicchiandosi <strong>senza</strong> mai seco confondersi; violentissimo ne nacque<br />

allora il singhiozzo, e ciascun aura pareva con ispecial azione uno<br />

spasmo particolare determinare. Una di esse facendo al dorso ritorno,<br />

disparve: subitamente al ripristino tipo riebbe il singhiozzo, e la seconda<br />

aura figgendosi dippoi in una mano, chiusela tosto il giovanetto, e<br />

ricuperò quel pronto riposo che tanto ambiva.<br />

“Già altre fiate comparvero queste due aure, sempre quando per<br />

lungo tempo imprigionata tenevasi la prima: inutile, aprendo la mano,<br />

era la libertà a quella che restava: tormentavalo <strong>senza</strong> posa, e fuggendo<br />

il dorso, costantemente alla mano ritornava, per la qual cosa trovavasi<br />

nell’alternativa il paziente di non far uso <strong>del</strong>la mano o di soffrire il<br />

singhiozzo. Niun accesso fu per lui più di questo tormentoso. Fosse<br />

noia od altro motivo, ei divenne, taciturno, melanconico, con dolori<br />

all’epigastrio e frequenti vertigini. Non si tardò a rimandarlo all’abituro<br />

<strong>del</strong> padre, colla speranza che fosse la natura per operare quella<br />

guarigione, che troppo tarda col soccorso <strong>del</strong>la medicina avrebbe potuto<br />

conseguire. Non subito cessò il singhiozzo, che doppio per lo più,<br />

anzi che semplice, meno lunghi però ne erano gli accessi. Scorso un<br />

anno libero dal male, riportossi agli studi in Roven, assai ingrandito,<br />

con segni di buona e forte costituzione. Porta opinione il signor Hellis<br />

esserne perfetta la guarigione, poichè quand’il rivide v’osservò una nodosa<br />

gonfiezza all’articolazione media <strong>del</strong>l’indice <strong>del</strong>la mano destra,

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