MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...
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il testo originale integrale del 1834 87 Morgagni parla pure di molte affezioni nervose, che incominciavano dalle estremità, che ascendevano come vampa, o vento freddo, e che si impedivano colla legatura (38). Lo stesso autore (39) parla di una spasmodica contrazione della mano destra in cui se qualcheduno cercava di estendere le dita, la mano sinistra veniva presa da convulsione, e chiudevasi in rimpiazzo della destra; che se l’estensione di quest’ultima limitavasi, ad un sol dito, immediatamente il dito corrispondente dell’altra mano chiudevasi convulso; convulsione, che persisteva nella sinistra, quanto la violenta estensione della mano destra. In altro luogo (40) parla di un dolore al ventre, che incominciava da un senso di vampa ascendente dal tarso destro; e di altro acerbissimo, che incominciando alla vescica con disuria si portava gradatamente allo scorbiculo del cuore, allo sterno, ed alle braccia; di mano in mano che infieriva in una di queste parti, diminuiva alla vescica e cessava l’ iscuria (41). 15 Preghiamo i nostri lettori di riflettere quanta rassomiglianza abbiano questi fatti colla nevralgia girovagante offerta dalla Besana nell’anno 1808. Enrico de Heer (42) vidde una giovine epilettica, che fregava frequentemente le due dita grosse dei piedi. Il di lei medico vi applicò il butirro di antimonio, strappò via la carne sino alle ossa, e guarì. Donato (43) vidde una religiosa che provava un leggiero dolore al seno; se tale dolore facevasi più forte l’ammalata sentiva come una specie di vapore, che ascendeva sino al cervello, ed ivi produceva una specie di accesso epilettico; qualche volta la parte si esulcerava, e tramandava una specie d’icorosità; sino a che tale scolo mantenevasi, l’inferma sentivasi assai bene, e non soffriva alcun accesso. Van-Swieten (44) 16 fa menzione di un epilettico, che guarì aprendo un tumore formatosi nella coscia, e levandovi la parte dell’osso che si era cariato. Si trova scritto nel Dizionario universale di medicina di una giovane dama che era soggetta a frequenti accessi di una malattia convulsiva straordinaria, contro cui tutti i rimedi furono inutili. Ella indirizzossi ad un celebre medico di Oxford, il quale le disse che gli accessi erano cagionati dallo slogamento di un osso sessamoido della prima falange del dito pollice del piede, e che l’amputazione di questo la libererebbe 15 N.o.: (37) L.c. sect. III. observ. IV. appendix. = (38) De sedib. et caus. morbor. epist. IX. = (39) Ibid. epist. X. = (40) L. c. epist. XXIX. = (41) Epist. XLII. 16 N.o.: (42) Observ. 24. = (43) Centur. observ. 4. = (44) Comentar. § 419.
88 isteria, lussuria senza lusso infallibilmente; la paziente adottò il consiglio; si lasciò tagliare il dito, e guarì. LeWacher (45) ha veduto una donna epilettica, ed affetta da un cancro, che prevedeva l’accesso qualche giorno prima dall’aumento del dolore nella parte cancerosa, ciò che prova a suo dire, che l’accesso era l’effetto dell’accresciuta acrità, che cominciava agire sull’ulcera. Short ne’ saggi di Edimburgo (46) 17 dice di aver guarito un accesso epilettico renitente a tutti i rimedi e che cominciava costantemente dal polpaccio della gamba, facendo una profonda incisione in questa parte, ed estraendo un corpo ovoideo della grossezza di un pisello, che ivi incontrò a caso, e senza che alcuna apparenza esterna lo indicasse. La storia del singhiozzo osservato nel giovine Anzout, e descritta dal Dott. Hellis merita di esser qui trascritta quale si trova nel volume 44 degli annali del Dott. Omodei. “Certo Anzout, nato a Sotteville sur Men, all’età di sette anni rimovendo letame nella scuderia di suo padre, provò verso l’ultima vertebra del dorso un senso di non dolorosa stanchezza, che rispondette dippoi all’epigastrio, e colto venne da non molto frequente e breve singhiozzo. Per due anni ad epoche più o meno lontane rinovavasi il singhiozzo sempre dalla stessa sensazione preceduto, che dal dorso portavasi allora all’epigastrio, senza questi due punti oltrepassare. Non tardò guari, che quest’aura, che il paziente al passaggio di una nuvoletta paragonava, al fregamento di un serico tessuto, abbandonò l’epigastrio vagando negli accessi per le diverse regioni del corpo; rimontava da quello d’ordinario sino alla parte superiore del collo, e quindi indistintamente altrove recavasi, eccettuatone il capo, senza che perciò tacesse il singhiozzo, che allora intensissimo divenne. L’aura pertanto il petto percorreva, il ventre, le coscie, le gambe, e più specialmente le estremità superiori; sentivala discendere lungo il braccio sino alle dita della mano, ove un senso provava di leggiera rigidezza. Chiudendo per accidente questa mano stupì il malato sentirsi libero istantaneamente dal singhiozzo, che rinovossi allargata appena l’istessa mano. Egli è facile l’immaginarsi quanto spesso usasse di tal mezzo per sospenderne gli accessi, che rari in sulle prime insorgevano, quindi ogni settimana, e non cessavano che al ritorno dell’aura al dorso, donde erane primitivamente partita, lo che accadea se non che dopo mezz’ora, e talvolta anche dopo tre ore, quando la flessione delle dita non ne sospendesse l’accesso. Invano chiudeva la 17 N.o.: (45)Traitè du cancer des mammelles p. 175. = (46) Tom. IV. art. 27. pag. 522.
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il testo originale integrale <strong>del</strong> 1834 87<br />
Morgagni parla pure di molte affezioni nervose, che incominciavano<br />
dalle estremità, che ascendevano come vampa, o vento freddo,<br />
e che si impedivano colla legatura (38). Lo stesso autore (39) parla di<br />
una spasmodica contrazione <strong>del</strong>la mano destra in cui se qualcheduno<br />
cercava di estendere le dita, la mano sinistra veniva presa da convulsione,<br />
e chiudevasi in rimpiazzo <strong>del</strong>la destra; che se l’estensione di<br />
quest’ultima limitavasi, ad un sol dito, immediatamente il dito corrispondente<br />
<strong>del</strong>l’altra mano chiudevasi convulso; convulsione, che persisteva<br />
nella sinistra, quanto la violenta estensione <strong>del</strong>la mano destra.<br />
In altro luogo (40) parla di un dolore al ventre, che incominciava da<br />
un senso di vampa ascendente dal tarso destro; e di altro acerbissimo,<br />
che incominciando alla vescica con disuria si portava gradatamente<br />
allo scorbiculo <strong>del</strong> cuore, allo sterno, ed alle braccia; di mano in mano<br />
che infieriva in una di queste parti, diminuiva alla vescica e cessava l’<br />
iscuria (41). 15 Preghiamo i nostri lettori di riflettere quanta rassomiglianza<br />
abbiano questi fatti colla nevralgia girovagante offerta dalla<br />
Besana nell’anno 1808.<br />
Enrico de Heer (42) vidde una giovine epilettica, che fregava frequentemente<br />
le due dita grosse dei piedi. Il di lei medico vi applicò<br />
il butirro di antimonio, strappò via la carne sino alle ossa, e guarì.<br />
Donato (43) vidde una religiosa che provava un leggiero dolore al seno;<br />
se tale dolore facevasi più forte l’ammalata sentiva come una specie<br />
di vapore, che ascendeva sino al cervello, ed ivi produceva una specie<br />
di accesso epilettico; qualche volta la parte si esulcerava, e tramandava<br />
una specie d’icorosità; sino a che tale scolo mantenevasi, l’inferma<br />
sentivasi assai bene, e non soffriva alcun accesso. Van-Swieten (44) 16<br />
fa menzione di un epilettico, che guarì aprendo un tumore formatosi<br />
nella coscia, e levandovi la parte <strong>del</strong>l’osso che si era cariato. Si trova<br />
scritto nel Dizionario universale di medicina di una giovane dama<br />
che era soggetta a frequenti accessi di una malattia convulsiva straordinaria,<br />
contro cui tutti i rimedi furono inutili. Ella indirizzossi ad<br />
un celebre medico di Oxford, il quale le disse che gli accessi erano<br />
cagionati dallo slogamento di un osso sessamoido <strong>del</strong>la prima falange<br />
<strong>del</strong> dito pollice <strong>del</strong> piede, e che l’amputazione di questo la libererebbe<br />
15 N.o.: (37) L.c. sect. III. observ. IV. appendix. = (38) De sedib. et caus. morbor.<br />
epist. IX. = (39) Ibid. epist. X. = (40) L. c. epist. XXIX. = (41) Epist. XLII.<br />
16 N.o.: (42) Observ. 24. = (43) Centur. observ. 4. = (44) Comentar. § 419.