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MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...

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il testo originale integrale <strong>del</strong> 1834 83<br />

CAPO SECONDO<br />

SINGHIOZZO = DOLORI<br />

ALL’ORECCHIO = ALLE DITA<br />

VOMITO = AURE NERVOSE = INTERMITTENZA<br />

Nel precedente capitolo si è per noi adombrata la nosogenia <strong>del</strong><br />

singhiozzo, <strong>del</strong> vomito, dei dolori spasmodici intermittenti, e di altri<br />

simili fenomeni: completeremo ora l’argomento aggiungendovi alcune<br />

altre riflessioni.<br />

Alla numerosa iliade di mali da cui vedevasi la nostra povera fanciulla<br />

compresa, verso la metà di luglio <strong>del</strong>l’anno mille ottocento dieci<br />

associavasi il singhiozzo, che molestissimo persisteva per tre mesi<br />

continui. Susseguiva un dolore, oltre ogni dire acerbo, in pria al padiglione<br />

<strong>del</strong> sinistro orecchio; poscia, e quattro settimane trascorse,<br />

alle dita <strong>del</strong>le due mani. Finalmente, dopo due altri mesi, chiudevano<br />

la miseranda scena dei conati di vomito, durevoli essi pure per tre<br />

lune continue. Tutti questi fenomeni preceduti sempre da un senso di<br />

un’aura frigorifera, che portavasi dalle estremità alle parti per strade<br />

fisse, mantenevano grande analogia colla nevralgia da cui era l’inferma<br />

nel maggio 1808 affetta, come pure un tipo regolarissimo, un corso<br />

per qualunque siasi cosa invariabile. Manifestavansi, cioè, appena<br />

sciolto l’accesso convulsivo notturno, e quindi alle ore otto <strong>del</strong> mattino,<br />

persistevano sino a mezzo giorno; dopo due ore di preziosa calma<br />

ripigliavano sino all’ora <strong>del</strong> <strong>del</strong>iquio, e dopo di questo sino a mezza<br />

notte, epoca <strong>del</strong>l’ingresso <strong>del</strong>l’universale convulsione. Uniche eccezioni<br />

a siffatto andamento erano quelle <strong>del</strong> mignolo sinistro, in cui il<br />

dolore più fiero che mai, persisteva pure nelle due meridiane ore, e <strong>del</strong><br />

vomito, il quale non compariva che ogni alterno giorno.<br />

Un siffatto corso, e soprattutto poi lo rimpiazzarsi l’uno dall’altro<br />

fenomeno in un modo costante fanno a giusto titolo giudicare<br />

<strong>del</strong>l’identicità <strong>del</strong>la causa. Tale cagione fu già per noi ravvisata nella<br />

squilibrata distribuzione <strong>del</strong> nervoso fluido, per la quale in una, sintomi<br />

di eccedente, in altra parte sintomi si hanno di deficiente nervea<br />

potenza. I fenomeni sopra descritti ora il moto, ora presentano accresciuto<br />

il senso, per cui siamo indotti a credere dipendere essi da un<br />

soverchio aff<strong>lusso</strong>, da una plettora nervosa, ristretta quando ai nervi<br />

frenici, quando ai cardiaci, quando finalmente a quelli <strong>del</strong>l’orecchio,

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