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MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...

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il testo originale integrale <strong>del</strong> 1834 59<br />

(Anni 1826-1827-1828-1829-1830 20° - 24° malattia)<br />

Nella primavera <strong>del</strong>l’anno 1826 ricompariva la solita febbre quotidiana;<br />

quindi nell’agosto successivo l’anasarca assai rilevante specialmente<br />

alle estremità inferiori. Non potendo quindi instituire le solite<br />

mensili sottrazioni l’ammalata correva grave pericolo. Ma la natura<br />

benefica, dopo due mesi di patimenti, provvidde questa volta ancora.<br />

Copiosissimo straordinario sudore sotto forma di bolle rotonde <strong>del</strong>la<br />

grossezza di un pisello compariva improvviso alla pelle, ed in tale<br />

quantità da bagnare tutto il letto. Dopo due giorni l’idrope era intieramente<br />

svanita, il sudore scomparso. Susseguiva un nuovo fenomeno<br />

non meno straordinario, uno scolo cioè di circa sei oncie di puriforme<br />

materia dal naso, il quale regolarmente riproducevasi, ogni dieci giorni.<br />

L’ammalata avea per fermo discendere simile sostanza dal cervello,<br />

dapoichè le sembrava che qualche cosa si distaccasse nel di lei capo. Il<br />

giorno cinque agosto <strong>del</strong>l’anno 1828 essendovi un minaccioso temporale<br />

cade il fulmine nel meschino abitacolo <strong>del</strong>la nostra inferma: con<br />

fragore indicibile dalla sottoposta cucina, traforata la soffitta, passa<br />

nella stanza ov’ella giace; ivi percorre, ogni angolo; fracassa armadio,<br />

scagni, suppellettili d’ogni sorta; circonda a più riprese l’infelice; le<br />

abbruccia il crine <strong>del</strong> pube, peli, sopracciglia, capelli; esce finalmente<br />

dalla porta, scende la scala, passa ancora nella cucina, e spezzato il<br />

pavimento, va con tremendo subbuglio a spegnersi nella cantina. La<br />

casa tutta è piena zeppa di sulfureo soffocante vapore. Nessuno ha<br />

voce, nessuno ha moto, e tutto sembrava distrutto. Accorre l’atterrito<br />

vicinato, ognuno chiede <strong>del</strong>la povera fanciulla. Dissipato l’atro fumo<br />

si penetra nella stanza, ed ivi ella si trova assiderata non meno <strong>del</strong>la<br />

Madre e <strong>del</strong>la di lei germana. Per buona sorte, o meglio per un prodigio<br />

<strong>del</strong> volere divino, l’ingresso di un aria libera, le aspersioni di acqua<br />

e di aceto ritornano il respiro all’una ed alle altre; ogni sintomo presto<br />

svanisce, ed il terribile accidente, di cui si veggono tuttora le vestigia,<br />

non ha altre conseguenze. Il Cielo protegge pur sempre gl’infelici!<br />

(Anni 1831-1832 25° 26° di malattia)<br />

Nell’aprile <strong>del</strong>lo scorso anno 1831 i decreti <strong>del</strong>la divina provvidenza<br />

chiamavano agli eterni riposi la dilettissima ottuagenaria genitrice,<br />

quella genitrice affettuosa, che avea sempre divisi, e rattemprati con<br />

istraordinarie cure i patimenti <strong>del</strong>l’infelice figlia. Invano si tentereb-

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