MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...
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56 isteria, lussuria <strong>senza</strong> <strong>lusso</strong><br />
percepiti. Quindi tinnito, bombi, suoni immaginari, stravaganti, corpi<br />
variopinti, lucidi, stellati tormentavano di quando in quando l’inferma:<br />
tuttociò però d’assai breve durata.<br />
(Anno 1813 7° di malattia)<br />
Al principiare <strong>del</strong>l’anno mille ottocento tredici facevasi la nostra fanciulla<br />
più <strong>del</strong>l’usato inquieta, e dicevasi tormentata da un mal essere non<br />
mai provato. Una sensazione, un particolare dolore accusava alla sinistra<br />
ipocondriaca regione, come se vivente animale andasse rosicando i visceri<br />
sottoposti. Finalmente, pregressi violenti, moti <strong>del</strong> ventre, venne<br />
presa da strabocchevole vomito sanguigno, che l’avrebbe <strong>senza</strong> dubbio<br />
condotta al sepolcro se due copiosissime cacciate di sangue, in brev’ora ai<br />
due maleoli instituite non valevano ad arrestarlo. Passate quattro settimane<br />
ricomparivano i prodromi sopradescritti, e solo con quattro salassi<br />
poteasi impedire la minacciosa ematemesi. Da quest’epoca sino al giorno<br />
d’oggi, (ed omai diecinove anni trascorsero) nella quarta settimana<br />
d’ogni mese, ed in ogni giorno alterno <strong>del</strong>la medesima conviene sempre<br />
instituire quattro generosissime sanguigne emissioni, onde impedire od<br />
il vomito di sangue, od un molestissimo anasarca, che in breve ora si<br />
manifesta, e che non si fuga giammai se non dopo molti stenti. Nè ciò<br />
solo avvenne che per la trascuranza di tali sottrazioni fosse l’ammalata<br />
quando amaurotica, quando afona, quando tormentata giorno e notte<br />
da fierissima emicrania, da pertinace veglia, da pleuritidi, da erattiche<br />
febbri ecc.; cose tutte, che ostinate persistevano sino a che non istituivasi<br />
la strabocchevole sì, ma voluta sottrazione.<br />
(Anno 1814 8° di malattia)<br />
Da quest’epoca il notturno <strong>del</strong>iquio diminuiva gradatamente in<br />
intensità, e finalmente scompariva intieramente. Del resto dall’anno<br />
mille ottocento quattordici a questa parte la malattia si fece stazionaria,<br />
i sintomi persistenti invariabili: immobilità <strong>del</strong>le membra, paralisi<br />
<strong>del</strong>la vescica, fenomeni e salasso settimanale, salassi mensili.<br />
(Anni dal 1815 al 1821 dal 9° al 14° di malattia)<br />
Nell’anno mille ottocento quindici l’ammalata veniva affetta da<br />
febbre intermittente quotidiana, che dopo regolare corso di più setti-