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MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...

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54 isteria, lussuria <strong>senza</strong> <strong>lusso</strong><br />

sul margine de’ molari sinistri, e volta pel suo grand’asse, d’ottenere<br />

la maggior dilatazione possibile. II Chirurgo allora, impugnata colla<br />

sinistra mano una robusta tenaglia di ferro, prende l’ingrossata lingua<br />

retratta nel fondo <strong>del</strong>le fauci, la estrae con forza, la rovescia in alto,<br />

e colla mano destra, munita di una lancetta, la incide verso la parte<br />

sinistra. Ciò fatto l’operatore abbandona la lingua; l’aiutante ritira la<br />

leva, e l’ammalata assorbe <strong>del</strong>l’acqua tiepida, che poi rigetta intinta di<br />

sangue; ciò rinovando sino a che cessa lo scolo <strong>del</strong> sangue, e ricompare<br />

la favella. L’introduzione <strong>del</strong>la prima leva, specialmente prima <strong>del</strong>la<br />

caduta di parte de’ denti incisivi, era talvolta sommamente difficile,<br />

come difficilissimo riesce sempre l’uso <strong>del</strong>la tenaglia per essere la lingua,<br />

tratta nel fondo <strong>del</strong>le fauci, e perchè richiede grande forza onde<br />

estrarnela. Spesso fugge pure la presa, e prolunga così d’assai l’operazione.<br />

La puntura non si può fare che a caso stante la tumefazione e la<br />

mobilità <strong>del</strong>l’organo, le cicatrici da cui è coperto l’angustia <strong>del</strong> luogo<br />

già occupato dalla tenaglia, e dalla leva. Egli è però a notarsi come<br />

l’esperienza dimostrasse la puntura fatta alla parte destra non produrre<br />

effetto alcuno, ed essere indispensabile effettuarla alla parte sinistra,<br />

come tutt’ora si pratica. Ferita una volta l’arteria ranina per una violenta,<br />

impreveduta retrazione <strong>del</strong>la lingua, fuvvi grandissima perdita di<br />

sangue, arrestata a grave stento coll’uso <strong>del</strong> ferro rovente.<br />

Verso l’equinozio diminuivansi d’assai le orine, e tumido oltre<br />

l’usato facevasi l’abdome; tumefazione, che giunta in pochi giorni ad<br />

enorme volume oltre ogni dire angustiava la misera paziente. Tuttochè<br />

la manifesta fluttuazione, e l’edema dei piedi l’esistenza constatassero<br />

di un ascite, pure la stravaganza, l’instabilità dei fenomeni morbosi fin<br />

qui presentati, e la grande depressione <strong>del</strong>le forze, mettevano in giusta<br />

titubanza il Chirurgo curante nell’instituire l’operazione. Se non che<br />

inutile riuscendo ogni interno amministrato farmaco, e vie più di giorno<br />

in giorno aumentando il volume <strong>del</strong> ventre fu forza il cedere all’imperiosità<br />

dei sintomi, ed all’istanza <strong>del</strong>l’ammalata che colle più lamentevoli<br />

voci non cessava d’invocare un pronto soccorso. Praticata la<br />

puntura alla parte sinistra <strong>del</strong> ventre, e nel luogo precisato dai maestri<br />

<strong>del</strong>l’arte, non si ebbe goccia di liquido, bensì un fortissimo gorgogliamento<br />

manifestossi, pel quale detumefacevasi prontamente la parte<br />

sinistra, mentre di pari passo enormemente accrescevasi la distensione<br />

<strong>del</strong>la parte destra abdominale. Ritirata la cannula, una nuova puntura<br />

viene dall’opposto lato praticata, ma con esito al primo uguale, <strong>senza</strong>

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