MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...

MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ... MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...

sicedizioni.it
from sicedizioni.it More from this publisher
22.05.2013 Views

il testo originale integrale del 1834 49 la solit’aura frigorifera, con degli sforzi violentissimi ogni giorno alterno succedeva; questa era pertinacissima, e solo superabile mercè l’uso di clisteri emollienti. Il vomito che consisteva il più delle volte in puri sforzi, oppure nell’eruttazione di poca sierosità viscosa, seguiva le fasi del singhiozzo e de’ dolori, meno il corso intermittente terzano regolarissimo; ogni giorno alterno, cioè i conati al vomito duravano dalle ore otto del mattino al mezzo giorno, dalle due pomeridiane all’ora del deliquio; e dopo di questo sino all’ingresso della notturna convulsione. Ribelle all’uso della china, dell’oppio ed a moltissimi altri espedienti mostravasi ostinatissimo sino verso la fine di aprile, epoca in cui cedette spontaneo. Intanto l’abdome, che sino dai primordi di questo male più tumido del naturale, e sempre ora più ora meno dolente manteneasi per gli sforzi violenti e così prolungati del recere, non meno che per l’ostinata stitichezza facevasi ancora più voluminoso e più dolente, massime poi sotto la pressione operata alla regione epigastrica ed agli ipocondri. Quindi conveniva dar di piglio ancora ai salassi, e questi generosamente rinovare più e più volte. Nell’estate di detto anno la vescica orinaria sottostava al comun fato. Senza pregresso dolore di sorta, e superato il solito accesso convulsivo, trovasi un giorno impotente l’ammalata di evacuare, come al solito, copiosa quantità di limpida orina, la quale in vescica raccoglievasi durante il corso del notturno male. Il perchè si fa brevissimamente tumida la regione ipogastrica nel basso ventre, particolare gorgogliamento si manifesta, come se un liquido, da canali tortuosi condotto, partisse dalla vescica e si dirigesse allo stomaco; un peso insolito grava queste viscere, e finalmente un vomito si sviluppa copiosissimo col quale vengono emesse più di dieci libbre di puro liquido orinoso facilmente da tutti per l’odore, colore suo proprio riconoscibile, e dalla paziente poi per lo sapore e bruciore nell’esofago, e nelle fauci lungamente lasciati. Si detumefece, allora il basso ventre, ed ogni sintomo scomparve d’orinaria raccolta in vescica. Verso la sera dello stesso giorno però, stante una nuova copiosa raccolta d’orina, e la persistente impossibilità di emetterla per le vie naturali, stavansi per riprodurre i fenomeni della mattina; già dall’ammalata non solo ma dagli astanti ancora, e dal Chirurgo in allora curante signor Gio. Antonio Cavalli sentivasi manifestamente il gorgoliamento progressivo che cominciando alla regione della vescica ascendeva gradatamente e portavasi sino allo stomaco;

50 isteria, lussuria senza lusso già instava la comparsa del vomito, quando dal Chirurgo s’introduce la cannula per l’uretra; neppur goccia d’orina si vide sortire. All’istante però un nuovo gorgogliamento o moto progressivo in senso contrario dallo stomaco alla vescica si manifesta, ed in meno di cinque minuti sortono per la cannula più di venti libbre di orina limpidissima, cessando in pari tempo il peso al ventricolo e la minaccia del vomito. Da questo giorno in poi l’iscuria fu sempre permanente, e la siringazione indispensabile, per mezzo della quale estraevansi sino a quaranta libbre mediche di liquido orinoso al giorno, massime se questi erano piovosi. Per tal modo, mentre l’infelice impotente vedeasi all’escrezione, si accresceva in lei enormemente la secrezione d’orina, ed a segno da costituire uno dei più copiosi diabeti; diabete però che dopo il corso di circa due mesi cessava spontaneo, riducendosi ancora tale secrezione allo stato naturale. Intanto lo straordinario gorgogliamento, ed il vomito orinoso riproducevansi ogni volta, che il Chirurgo non arrivava in tempo per effettuare la siringazione. Riproducevasi pure il retrogrado moto del liquido dallo stomaco alla vescica ogni volta che l’introduzione della cannula operavasi in tempo; prima cioè che incominciasse l’eruttazione, la quale escludeva tantosto la possibilità di richiamare l’orina in vescica. Che se poi la siringa introducevasi quando si operava il passaggio del liquido dalla vescica allo stomaco vedeasi come una lotta repentina, per la quale tutti i visceri del basso ventre sembravano in movimento. A questa susseguiva momentanea calma; quindi ripigliavasi il gorgogliamento in senso inverso, ed in meno di un minuto (cosa mirabile a dirsi) sortiva per l’istromento a pieno getto l’orina. Ma i frequenti vomiti ed il passaggio dell’orina per l’esofago e per le fauci portavano delle notabili alterazioni a queste parti sensibilissime. Abrasioni tormentose, ed infiammazioni di gola per più giorni spesso la deglutizione impedivano; abrasioni ed infiammazioni, che cagione facevansi d’indescrivibile ambascia sì tosto, che inasprite venivano dal nuovo passaggio del caustico orinoso liquido. Convenne impertanto alla siringazione istruire persona che potesse in ogni tempo effettuarla, e tale soggetto convenientissimo si ebbe nell’affezionata madre dell’inferma, la quale teneramente dividendo ogni pena della figlia, provvedeva d’allora in poi assiduamente, perchè siffatto molestissimo vomito non avesse più a riprodursi. Se non che le sopradescritte infiammazioni di gola, quelle molte che

il testo originale integrale <strong>del</strong> 1834 49<br />

la solit’aura frigorifera, con degli sforzi violentissimi ogni giorno alterno<br />

succedeva; questa era pertinacissima, e solo superabile mercè l’uso<br />

di clisteri emollienti. Il vomito che consisteva il più <strong>del</strong>le volte in puri<br />

sforzi, oppure nell’eruttazione di poca sierosità viscosa, seguiva le fasi<br />

<strong>del</strong> singhiozzo e de’ dolori, meno il corso intermittente terzano regolarissimo;<br />

ogni giorno alterno, cioè i conati al vomito duravano dalle<br />

ore otto <strong>del</strong> mattino al mezzo giorno, dalle due pomeridiane all’ora<br />

<strong>del</strong> <strong>del</strong>iquio; e dopo di questo sino all’ingresso <strong>del</strong>la notturna convulsione.<br />

Ribelle all’uso <strong>del</strong>la china, <strong>del</strong>l’oppio ed a moltissimi altri espedienti<br />

mostravasi ostinatissimo sino verso la fine di aprile, epoca in cui<br />

cedette spontaneo. Intanto l’abdome, che sino dai primordi di questo<br />

male più tumido <strong>del</strong> naturale, e sempre ora più ora meno dolente manteneasi<br />

per gli sforzi violenti e così prolungati <strong>del</strong> recere, non meno che<br />

per l’ostinata stitichezza facevasi ancora più voluminoso e più dolente,<br />

massime poi sotto la pressione operata alla regione epigastrica ed agli<br />

ipocondri. Quindi conveniva dar di piglio ancora ai salassi, e questi<br />

generosamente rinovare più e più volte.<br />

Nell’estate di detto anno la vescica orinaria sottostava al comun<br />

fato. Senza pregresso dolore di sorta, e superato il solito accesso convulsivo,<br />

trovasi un giorno impotente l’ammalata di evacuare, come al<br />

solito, copiosa quantità di limpida orina, la quale in vescica raccoglievasi<br />

durante il corso <strong>del</strong> notturno male. Il perchè si fa brevissimamente<br />

tumida la regione ipogastrica nel basso ventre, particolare gorgogliamento<br />

si manifesta, come se un liquido, da canali tortuosi condotto,<br />

partisse dalla vescica e si dirigesse allo stomaco; un peso insolito grava<br />

queste viscere, e finalmente un vomito si sviluppa copiosissimo col<br />

quale vengono emesse più di dieci libbre di puro liquido orinoso facilmente<br />

da tutti per l’odore, colore suo proprio riconoscibile, e dalla<br />

paziente poi per lo sapore e bruciore nell’esofago, e nelle fauci lungamente<br />

lasciati.<br />

Si detumefece, allora il basso ventre, ed ogni sintomo scomparve<br />

d’orinaria raccolta in vescica. Verso la sera <strong>del</strong>lo stesso giorno però,<br />

stante una nuova copiosa raccolta d’orina, e la persistente impossibilità<br />

di emetterla per le vie naturali, stavansi per riprodurre i fenomeni <strong>del</strong>la<br />

mattina; già dall’ammalata non solo ma dagli astanti ancora, e dal<br />

Chirurgo in allora curante signor Gio. Antonio Cavalli sentivasi manifestamente<br />

il gorgoliamento progressivo che cominciando alla regione<br />

<strong>del</strong>la vescica ascendeva gradatamente e portavasi sino allo stomaco;

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!