MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...

32 isteria, lussuria senza lusso
La Venere di Milo con cassetti si presenta come il primo commento
provocatorio rispetto al modello classico. Cassetti portaoggetti
sembrano materializzare contenuti e contenitori di ideali al
femminile, duri a morire, persistenti nei secoli.
Il pittore torna ancora a fare una specie di parodia della dea
nelle Venere otorinologica del 1964, mettendo in forma le sue convinzioni
sulla bellezza femminile. Uno scambio di prominenze la
imbruttisce: il naso al posto dell’orecchio, l’orecchio al posto del
naso. Nella sua autobiografia (1942) Dalì aveva infatti dichiarato
che la bellezza femminile è un impossibile. 3
Come tale, l’impossibile riempie la testa sotto forma di ossessione.
Così in El toreador allucinogeno del 1970 basta una scatola
di fiammiferi per allucinare sempre lei, la dea. Come tale, allucinata,
la donna non esiste.
L’ultima Venere di Dalì è stata realizzata in pasta vitrea,
Hysterical Venus de Milo del 1982. 4 La sperimentazione continuava
anzitutto nell’incontro tra l’immagine (il modello, il mito) e la
materia (la pasta di vetro). 5
La dea prende per questa via uno spessore trasparente – vetro
come cera – attraversata dalla luce ambrata.
Sembra decapitata. L’osservatore deve faticare non poco per ritrovare
le fattezze della figura femminile. Il volto dov’ è? Si scorge
appena, schiacciato un po’ in alto, a destra dell'arco: una movenza
tondeggiante da cui discende una cascata di capelli, cui tocca di
congiungere quel che resta del capo alla terra, al piedistallo; i ca-
3 Il pittore dichiara di non aver mai incontrato una donna che fosse contemporaneamente
bellissima ed elegantissima, le due qualità si elidono a vicenda. Cita proprio
la Venere di Milo come colei che deve armonizzare una quota parte di bruttezza per
diventare elegante. La teoria del pittore vuole legare in modo indissolubile bellezza e
disarmonia, nella forma come nella condotta: la donna elegante sarà implacabile nelle
passioni sentimentali, ma quasi indifferente in quelle amorose. Cfr. S. Dalì (1942), La
mia vita segreta, Abscondita, Milano 2006.
4 Il 1982 è l’anno della scomparsa della moglie di Dalì, Gala. Il pittore non si riprenderà
mai dal lutto, arrendendosi al progressivo declino fino alla morte, avvenuta nel 1989.
5 Qui viene commentata l’immagine pubblicata sul sito www.settemuse.it.