MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...
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icapitolazione del caso 25 spendendo l’ormai consueto e tradizionale salasso alla lingua. Nel raccontare questo accaduto, il nostro autore non nasconde il suo dispetto, poco celato dal suo “scientifico” scetticismo. Ci sono tutte le premesse perché l’esperimento trasformi la quotidiana commedia nella forma della tragedia: la protagonista Marianna B. si cala nel ruolo di “paziente in fin di vita”, che sfiora più volte la temuta dipartita. La situazione trova felice conclusione solo con il tempestivo ritorno in scena del Medico di famiglia, che riassume la centralità del salvatore, protagonista della cura e benevolo “con-versatore” di sangue. Da lui rimessa nuovamente in condizioni di parlare, Marianna non esita a gratificare il Sig. Dottore, confermando il suo scetticismo nei confronti di ogni novità e la di lei impossibile imputabilità: «i salassi sono i soli, che mi hanno sempre sollevata, e che mi possono sollevare ancora. Invano si tenta di guarirmi; nessuna speranza più avvi per me; da Dio solo dipende il mio destino». 39 A partire dal 1822 «Nell’impotenza impertanto di esser utili, e nel dubbio di nuocere, di buon grado acconsentivasi (c’è stata domanda di qualcuno?) da quest’epoca in poi di abbandonare l’inferma alla natura…». Vengono mantenuti solo i quattro salassi mensili di venticinque once ciascuno, la sottrazione settimanale alla lingua (dopo “l’esperimento Ragazzoni” non più al venerdì, ma al giovedì sera: “prevenire è meglio che curare”) ed alcuni salassi a causa di diverse infiammazioni al petto. Rimane incredibile a detta di tutti come essa potesse sopravvivere, mangiando nel contempo pochissimo. Nel 1824, a trentatrè anni e «abbandonata alla natura», 39 La frase della religiosissima Marianna B., non può essere in nessun modo ricondotta a un atto di fede in Dio. È casomai un utile esempio di quella mala-sanità (mala-fede) che, dopo aver fatto fuori tutti gli altri della lista, istituisce una dichiarazione di guerra aperta contro ogni pensabilità di rapporto e imputabilità anche nei confronti di Dio.
26 isteria, lussuria senza lusso Marianna B. passa di mano: seguita sin qui dal quarantacinquenne Medico Chirurgo Dottor Gio. Antonio Cavalli, 40 sarà ora seguita personalmente dal giovane, venticinquenne, Dottor Carlo Cavalli 41 (che dieci anni dopo pubblicherà il libro sul caso clinico di cui stiamo trattando). A lui concederà una unica, speciale rappresentazione, intitolata Colpo di fulmine per Marianna B.! È il 5 agosto del 1828. Durante un violento temporale che imperversa su Malesco, un «fulmine» penetra nella stanza di Marianna e vi gira dentro bruciandole i peli del pube, le sopracciglia, i capelli. È veramente il caso di pensare che “piova sul bagnato”… È l’ultima, grande rappresentazione di cui siamo a conoscenza: dopo il suddetto colpo di fulmine, la vita di Marianna B., ormai matura quarantenne, prosegue nell’alternarsi dei soliti sintomi, nei consueti copioni, giungendo a quel 1831, anno in cui muore Maria Elisabetta B., 42 la madre ottantenne che aveva «rattemprati 43 con istraordinarie cure i patimenti dell’infelice figlia». Le conseguenze della perdita della «fida compagna delle sue disgrazie» conducono a una profonda “mortificazione”: 44 la donna si trova «poco lontano dalla morte cui simulava... per tre giorni» senza mangiare e bere, poi risorge, per versare inconsolabili lacrime di melanconia. Neppure quest’anno, pur vivendo ritirata, Marianna evita l’influenza che imperversa in tutto il paese. Il medico annota che ella si appropria di ogni forma di contagio 40 Nato nel 1779, morirà nel 1866. 41 Nato nel 1799 da Carlo Girolamo Cavalli e Gennari Isabella, morirà nel 1860. 42 Come dall’atto di morte nella Parrocchia di Malesco. 43 Appare come un lapsus, che porrebbe la madre come complice. Qui “rattemprato”, da “temprato”, significa: reso più saldo, rafforzato (i patimenti). Se fosse invece scritto (come dal contesto) “rattemperato”, da “temperato”, significherebbe: “contenuto e moderato”. 44 Ogni riferimento alla Teoria religiosa della “Mortificazione” è voluto.
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26 isteria, lussuria <strong>senza</strong> <strong>lusso</strong><br />
Marianna B. passa di mano: seguita sin qui dal quarantacinquenne<br />
Medico Chirurgo Dottor Gio. Antonio Cavalli, 40 sarà ora seguita<br />
personalmente dal giovane, venticinquenne, Dottor Carlo<br />
Cavalli 41 (che dieci anni dopo pubblicherà il libro sul caso clinico<br />
di cui stiamo trattando).<br />
A lui concederà una unica, speciale rappresentazione, intitolata<br />
Colpo di fulmine per Marianna B.!<br />
È il 5 agosto <strong>del</strong> 1828.<br />
Durante un violento temporale che imperversa su Malesco,<br />
un «fulmine» penetra nella stanza di Marianna e vi gira dentro<br />
bruciandole i peli <strong>del</strong> pube, le sopracciglia, i capelli.<br />
È veramente il caso di pensare che “piova sul bagnato”…<br />
È l’ultima, grande rappresentazione di cui siamo a conoscenza:<br />
dopo il suddetto colpo di fulmine, la vita di Marianna B., ormai<br />
matura quarantenne, prosegue nell’alternarsi dei soliti sintomi,<br />
nei consueti copioni, giungendo a quel 1831, anno in cui muore<br />
Maria Elisabetta B., 42 la madre ottantenne che aveva «rattemprati<br />
43 con istraordinarie cure i patimenti <strong>del</strong>l’infelice figlia».<br />
Le conseguenze <strong>del</strong>la perdita <strong>del</strong>la «fida compagna <strong>del</strong>le sue<br />
disgrazie» conducono a una profonda “mortificazione”: 44 la donna<br />
si trova «poco lontano dalla morte cui simulava... per tre giorni»<br />
<strong>senza</strong> mangiare e bere, poi risorge, per versare inconsolabili lacrime<br />
di melanconia.<br />
Neppure quest’anno, pur vivendo ritirata, Marianna evita l’influenza<br />
che imperversa in tutto il paese.<br />
Il medico annota che ella si appropria di ogni forma di contagio<br />
40 Nato nel 1779, morirà nel 1866.<br />
41 Nato nel 1799 da Carlo Girolamo Cavalli e Gennari Isabella, morirà nel 1860.<br />
42 Come dall’atto di morte nella Parrocchia di Malesco.<br />
43 Appare come un lapsus, che porrebbe la madre come complice. Qui “rattemprato”,<br />
da “temprato”, significa: reso più saldo, rafforzato (i patimenti). Se fosse invece<br />
scritto (come dal contesto) “rattemperato”, da “temperato”, significherebbe: “contenuto<br />
e moderato”.<br />
44 Ogni riferimento alla Teoria religiosa <strong>del</strong>la “Mortificazione” è voluto.