MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...
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icapitolazione del caso 17 che presenta (riconducibili alle note «stigmate isteriche» 23 ), sia a seguito della consuetudine a dire «isteria» ogni «incomprensibile e proteiforme malattia nelle femmine». Ogni osservazione e descrizione dei sintomi non potranno che confermare la diagnosi: la paziente Marianna B. è certamente una «povera fanciulla isterica». 24 È tempo così che la Scienza Medica si prodighi con ogni dedizione alla ricerca della «essenziale lesione» e risolva clinicamente il caso. Siamo al fatidico 1807, anno in cui spariscono «la beata tranquillità, l’allegria, la pace del cuore», sostituite dal grosso impegno lavorativo di quella che via via acquisirà la forma di una «quotidiana rappresentazione». La trama si infittisce, il numero dei sintomi esplode: «... cose tutte, che appunto perché repentinamente e senza causa manifesta insorte ascrivansi dal cieco volgo, pare cose incredibile, a qualche soprannaturale influsso, a sovrumano sortilegio». La visibilità della patologia appare in effetti orientata su numerosi sintomi e caratterizzata dalla regolarità e ritmicità degli orari delle diverse repliche. Verso il settembre dello stesso anno, Marianna, dopo giorni di 23 Secondo la definizione di J.M. Charcot. 24 Ricorda Freud a proposito del caso di Anna O. (Cinque conferenze sulla psicoanalisi, 1909, OSF, vol 6, Bollati Boringhieri, Torino 1989, pag. 131-132) al medico «di fronte alle particolarità dei fenomeni isterici invece, tutta la sua scienza, tutta la sua preparazione anatomico-fisiologica e patologica non gli servono più a nulla. Non riesce a comprendere l’isteria, e di fronte ad essa è anch’egli un profano. Ora questo non garba certo a chi di solito fa tanto affidamento sulla propria scienza. Gli isterici dunque perdono la sua simpatia; egli li considera gente che trasgredisce le leggi della sua scienza, li guarda come i fedeli guardano gli eretici; li ritiene capaci di ogni sorta di malvagità, li accusa di esagerazione e di inganno intenzionale, di simulazione insomma; e li punisce sottraendo loro il suo interesse». Solo in alcuni casi, come per Anna O. e come per il caso presente, è la personalità caratteristica della paziente isterica che viene in aiuto del medico e si conquista un maggiore interesse con le sue doti innegabili di spirito, di carattere, di intelligenza e di sensibilità.
18 isteria, lussuria senza lusso anoressia e forte cefalea (ospitando, come dice, «entro al cranio vivente rettile»), rimane prima immobile «nessuna apparenza offrendo di senso, di moto, di respirazione, di circolazione», poi agisce tali contrazioni che sei persone robuste bastano appena a tenerla sul letto, mentre grida e trasfigura completamente il suo viso. E così va avanti per ore (nonostante «replicate sanguigne 25 e l’uso di una mistura calmante anteisterica»). Alle otto del mattino, improvvisamente Marianna si distende, parla e non ricorda nulla. Dorme e al risveglio sta abbastanza bene. Da allora, nonostante la ripresa del quotidiano lavoro casalingo e “nonostante” le cure e i «parenti affettuosissimi», alla mezzanotte di ogni lunedì la paziente ripete la stessa identica situazione. Marianna ha diciassette anni, quando il Dottore decide di effettuare una “musicoterapia” (come si dice: “è piccolo il mondo!”) consistente in suoni di violini e vortici danzanti un’ora prima del previsto attacco convulsivo. Sembra che l’invenzione funzioni per qualche tempo, sino alla conclusione del Carnevale, quando una sera la donna trasforma le sue danze in un attacco isterico, col pretesto di un violento litigio tra alcuni dei presenti. Nei giorni seguenti, parlandosene per il paese, crescerà la diceria che la Besana se la fa con i diavoli e le streghe: poco più di cento anni prima saremmo qui a raccontarla come strega sul rogo! 26 Il teatro dell’isteria continuerà alla grande, con ingresso libero per tutto il paese, offrendo tanti più spunti quanti non costitui- 25 Sottrazioni di sangue, salassi, con incisioni, sanguisughe (o “mignatte”) e coppette a ventosa. 26 «Gli stati di possessione demoniaca corrispondono alle nostre nevrosi» S. Freud, Una nevrosi demoniaca nel secolo decimosettimo (1922), OSF, vol 9, Bollati Boringhieri, Torino 1977, pag. 525. Freud ne scrisse poiché raramente si riscontra, se non in anni recenti, la distinzione tra possessione e isteria non solo presso il popolo ma anche presso le istituzioni: ho notizia di una di queste rare volte quando in Liguria nel maggio 1608, una tale Caterina De Bono, di Quiliano, fu riconosciuta dal tribunale non come indemoniata ma come povera donna malata di mente (Manoscritto degli archivi della Diocesi di Savona).
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18 isteria, lussuria <strong>senza</strong> <strong>lusso</strong><br />
anoressia e forte cefalea (ospitando, come dice, «entro al cranio vivente<br />
rettile»), rimane prima immobile «nessuna apparenza offrendo<br />
di senso, di moto, di respirazione, di circolazione», poi agisce<br />
tali contrazioni che sei persone robuste bastano appena a tenerla sul<br />
letto, mentre grida e trasfigura completamente il suo viso.<br />
E così va avanti per ore (nonostante «replicate sanguigne 25 e<br />
l’uso di una mistura calmante anteisterica»).<br />
Alle otto <strong>del</strong> mattino, improvvisamente Marianna si distende,<br />
parla e non ricorda nulla. Dorme e al risveglio sta abbastanza bene.<br />
Da allora, nonostante la ripresa <strong>del</strong> quotidiano lavoro casalingo<br />
e “nonostante” le cure e i «parenti affettuosissimi», alla mezzanotte<br />
di ogni lunedì la paziente ripete la stessa identica situazione.<br />
Marianna ha diciassette anni, quando il Dottore decide di effettuare<br />
una “musicoterapia” (come si dice: “è piccolo il mondo!”)<br />
consistente in suoni di violini e vortici danzanti un’ora prima <strong>del</strong><br />
previsto attacco convulsivo.<br />
Sembra che l’invenzione funzioni per qualche tempo, sino alla<br />
conclusione <strong>del</strong> Carnevale, quando una sera la donna trasforma le<br />
sue danze in un attacco isterico, col pretesto di un violento litigio<br />
tra alcuni dei presenti.<br />
Nei giorni seguenti, parlandosene per il paese, crescerà la diceria<br />
che la Besana se la fa con i diavoli e le streghe: poco più di cento<br />
anni prima saremmo qui a raccontarla come strega sul rogo! 26<br />
Il teatro <strong>del</strong>l’isteria continuerà alla grande, con ingresso libero<br />
per tutto il paese, offrendo tanti più spunti quanti non costitui-<br />
25 Sottrazioni di sangue, salassi, con incisioni, sanguisughe (o “mignatte”) e coppette<br />
a ventosa.<br />
26 «Gli stati di possessione demoniaca corrispondono alle nostre nevrosi» S. Freud,<br />
Una nevrosi demoniaca nel secolo decimosettimo (1922), OSF, vol 9, Bollati Boringhieri,<br />
Torino 1977, pag. 525.<br />
Freud ne scrisse poiché raramente si riscontra, se non in anni recenti, la distinzione<br />
tra possessione e isteria non solo presso il popolo ma anche presso le istituzioni: ho notizia<br />
di una di queste rare volte quando in Liguria nel maggio 1608, una tale Caterina<br />
De Bono, di Quiliano, fu riconosciuta dal tribunale non come indemoniata ma come<br />
povera donna malata di mente (Manoscritto degli archivi <strong>del</strong>la Diocesi di Savona).