MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...

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il testo originale integrale del 1834 175 cose intorno alle quali impenetrabil velo sen giace; si sforza ad ogni momento di slanciarsi nelle cose future, di predire l’ avvenire. Il perchè niente di più comune di certe specie di profezie fatte all’azzardo, le quali se per avventura vengono avverate si portano in trionfo, mentre non più se ne parla delle migliaia, che contradette restano dai futuri fatti. Cosi frequenti noi prediciamo il temporale, le piogge, le nevi ecc. ecc. per il tale, o tal giorno, e se il fortuito caso conferma tali predizioni la spacciamo da profezia. Egual cosa può succedere nelle malattie, negli ammalati. Centinaia d’infermi sogliono annunciare dei cambiamenti nel loro stato, oppure l’ora della loro guarigione, della loro morte; il più delle volte non si bada a siffatti annunci; e non confermati sfuggono persino dalla nostra memoria; ma se avviene che fra tanti, uno si avveri, allora si grida subito al sopprannaturale, al portento. Così facendo, ognuno vede, è lo stesso che chiamare soprannaturale il guadagno di un ambo, o di un terno al lotto per quel giuocatore, che non lascia estrazione trascorrere, e che venne forse deluso le centinaia e centinaia di volte nelle sue magiche predizioni dei futuri numeri. 4.° Una morbosa esaltazione dell’organo cerebrale, e conseguentemente delle funzioni, che ne dipendono. Tutti i medici antichi, e moderni hanno dovuto convincersi che le malattie, e specialmente le così dette febbri cerebrali modificano talvolta, ed aumentano in un modo sorprendentissimo le facoltà intellettuali dei pazienti da renderli atti a conoscere il proprio male, a predirne il futuro esito, e persino a dire, ed a fare delle cose di cui non erano capaci nello stato di salute. E prescindendo dai fenomeni del magnetismo animale, i quali, come si disse, non sono che l’effetto di una morbosa esaltazione dell’organo cerebrale, abbiamo la storia di un giovine uomo, che non avea giammai potuto imparare dal suo maestro a coniugare l’aggettivo col sostantivo, e che dopo alcuni giorni di febbre maligna parlava latino senza esitanza; recitava delle cose che non avea mai sapute, e sviluppava delle idee, che sino a quel tempo non l’aveano colpito (183). Huart (184) parla di un paesano molto rozzo, che la frenesia rendette eccessivamente eloquente, e di un paggio di signore Spagnolo molto ottuso, ed ignorante, al quale una malattia dona le più belle conoscenze in politica. Fernelio parla pure di un paggio di Enrico Secondo, molto ignorante, che caduto ammalato parlava il greco. Erasmo ha veduto un Italiano, nell’accesso di una malattia parlare il tedesco, che non avea giammai imparato.

176 isteria, lussuria senza lusso Tissot (185) 81 dice di aver veduta una giovine del popolo, la quale in seguito a degli accessi convulsivi, mostravasi di un immaginazione, di una memoria, e di una speditezza di lingua sorprendente. Ella metteva ne’ suoi discorsi una moltitudine d’idee forti, e vivissime immagini: ella recitava un gran numero di pezzi in prosa, od in versi francesi, che non aveva mai imparati: ella parlava pure qualche volta in latino, ma rararamente, e poco. “Qui non eravi, soggiunge Tissot, nè esagerazione, nè frode, nè interesse, nè scopo: era una povera fanciulla i di cui parenti afflitti ma onesti, e lontanissimi dal pensare di trarre guadagno, mi consultarono sopra il suo stato”. Wesper (186) 82 parla pure di una giovine fanciulla, che negli accessi del delirio spasmodico cantava delle canzoni che ella non sapeva prima, ed in lingue da lei ignorate. Le predizioni riportate da molti autori antichi; da Areteo, Smetius, Maugharte, Muratori, Frank ecc. erano pure l’effetto di una malattia cerebrale, come quella del giovine Bezuel, e del parroco per noi veduto. Tutti questi fatti adunque non sono sempre dipendenti da cause soprannatturali, ma possono pur essere come dice Tissot, l’effetto del cambiamento operato dalla malattia nella suscettibilità cerebrale di un soggetto. Le facoltà di una parte, i sensi del gusto, dell’udito, della vista ecc. spesso aumentano in modo sorprendentissimo; aumentare quindi possono pure le facoltà intellettuali. L’organizzazione di un imbecille non è certamente quella di un uomo di genio; ma allorchè una malattia varia quest’organizzazione, perchè il più rozzo dei mortali non potrà acquistare la sagacità, l’intelligenza di un uomo di talento; in quella. stessa maniera che per una malattia l’uomo di talento può passare ad una completa imbecillità? Le impressioni altre volte ricevute, che per la loro natura erano incapaci di produrre alcun effetto, su di un sensorio poco mobile, agiscano persino di soverchio allorchè questo sensorio acquista una mobilità più squisita, non altrimenti di un peso incapace di dare movimento ad un orologio da lunghi anni polveroso, gl’imprime tantosto la più grande azione, quando venga ripulito. Tutto ciò che lo scolaro sopradescritto; tuttociò che i paggi aveano inteso nel corso della loro educazione non avea fatto un impressione bastante per restarle impresso; ma per un fortunato cangiamento nella loro organizzazione, le vestigia leggierissime si fecero più efficaci 81 N.o.: (183) Medicin Septen. tom I. pag. 88. = (184) Exam. des esprit ch. 4 et allieurs = (185) Traité de Nerv.. tom. II. part. I. pag. 317. 82 N.o.: (186) Observ. 115 pag. 517.

176 isteria, lussuria <strong>senza</strong> <strong>lusso</strong><br />

Tissot (185) 81 dice di aver veduta una giovine <strong>del</strong> popolo, la quale in<br />

seguito a degli accessi convulsivi, mostravasi di un immaginazione, di<br />

una memoria, e di una speditezza di lingua sorprendente. Ella metteva<br />

ne’ suoi discorsi una moltitudine d’idee forti, e vivissime immagini:<br />

ella recitava un gran numero di pezzi in prosa, od in versi francesi, che<br />

non aveva mai imparati: ella parlava pure qualche volta in latino, ma<br />

rararamente, e poco. “Qui non eravi, soggiunge Tissot, nè esagerazione,<br />

nè frode, nè interesse, nè scopo: era una povera fanciulla i di cui parenti<br />

afflitti ma onesti, e lontanissimi dal pensare di trarre guadagno, mi consultarono<br />

sopra il suo stato”. Wesper (186) 82 parla pure di una giovine<br />

fanciulla, che negli accessi <strong>del</strong> <strong>del</strong>irio spasmodico cantava <strong>del</strong>le canzoni<br />

che ella non sapeva prima, ed in lingue da lei ignorate. Le predizioni<br />

riportate da molti autori antichi; da Areteo, Smetius, Maugharte,<br />

Muratori, Frank ecc. erano pure l’effetto di una malattia cerebrale,<br />

come quella <strong>del</strong> giovine Bezuel, e <strong>del</strong> parroco per noi veduto.<br />

Tutti questi fatti adunque non sono sempre dipendenti da cause soprannatturali,<br />

ma possono pur essere come dice Tissot, l’effetto <strong>del</strong> cambiamento<br />

operato dalla malattia nella suscettibilità cerebrale di un soggetto.<br />

Le facoltà di una parte, i sensi <strong>del</strong> gusto, <strong>del</strong>l’udito, <strong>del</strong>la vista ecc.<br />

spesso aumentano in modo sorprendentissimo; aumentare quindi possono<br />

pure le facoltà intellettuali. L’organizzazione di un imbecille non<br />

è certamente quella di un uomo di genio; ma allorchè una malattia<br />

varia quest’organizzazione, perchè il più rozzo dei mortali non potrà<br />

acquistare la sagacità, l’intelligenza di un uomo di talento; in quella.<br />

stessa maniera che per una malattia l’uomo di talento può passare<br />

ad una completa imbecillità? Le impressioni altre volte ricevute, che<br />

per la loro natura erano incapaci di produrre alcun effetto, su di un<br />

sensorio poco mobile, agiscano persino di soverchio allorchè questo<br />

sensorio acquista una mobilità più squisita, non altrimenti di un peso<br />

incapace di dare movimento ad un orologio da lunghi anni polveroso,<br />

gl’imprime tantosto la più grande azione, quando venga ripulito.<br />

Tutto ciò che lo scolaro sopradescritto; tuttociò che i paggi aveano<br />

inteso nel corso <strong>del</strong>la loro educazione non avea fatto un impressione<br />

bastante per restarle impresso; ma per un fortunato cangiamento nella<br />

loro organizzazione, le vestigia leggierissime si fecero più efficaci<br />

81 N.o.: (183) Medicin Septen. tom I. pag. 88. = (184) Exam. des esprit ch. 4 et<br />

allieurs = (185) Traité de Nerv.. tom. II. part. I. pag. 317.<br />

82 N.o.: (186) Observ. 115 pag. 517.

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