MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...
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il testo originale integrale del 1834 163 quanto conviensi apprezzata tale causa siccome attissima a perpetuare molte croniche malattie, ed a renderle invincibili dagli umani mezzi. “Quod si malo assuescat homo, diceva già Areteo, et morbus tenaciter adherens occupet, non solum diuturnus, verum nonnullis perpetuus efficitur”. La congestione, la stasi del sistema capillare sanguigno vellicando in pria e disturbando la circolazione dei nervi cerebrali volonlari, induceva la ritrazione della lingua, dei musculi elevatori della mascella, del collo, della faccia, e degli occhi, ma col lungo riprodursi tali movimenti si fecero abituali, non altrimenti di tutti gli altri moti, che per sola legge d’abitudine, come sopra si disse, si mantengono costanti, invariabili e spesso dipendenti dalla primitiva causa di cui ne furono l’effetto. Il perchè l’accesso ebdomadario si è sempre riprodotto invariabile, anche allora quando per istraordinaria perdita di sangue potevasi dubitare di capillare congestione; il perchè si riproduce ancora, e sempre a sè uguale malgrado il correre di lunghi, e lunghi anni, l’uso di qualunque siasi rimedio, e le mutazioni che col cambio delle età sogliono nell’animale organismo avvenire. Indagando finalmente la causa per la quale il sotto linguale salasso sia allora solamente efficace, quando alla parte sinistra venga istituito, ci è sembrato rinvenirla nella natura del male istesso, che in modo speciale preferisce la parte sinistra del corpo. E diffatto avendo noi attentamente osservati il principio, l’incremento, e la fine dell’ebdomadario accesso; avendo esaminate le parti tutte che costituiscono la sede dell’affezione, abbiamo dovuto convincersi, che la ritrazione della lingua, dei musculi elevatori della mascella, e della faccia era assai più considerevole nella sinistra, che nella destra parte. Egli è facile di ciò convincersi introducendo le leve onde aprire la bocca, e praticare il salasso, dappoichè la resistenza dei sinistri sentesi per lo meno doppia di quella dei destri musculi. La lingua poi quantunque retratta nel fondo delle fauci, mostrasi però sempre inclinata, al manco lato, ed obbediente così alla contrazione maggiore dei musculi di simil lato. Che un affezione d’indole nervosa possa a preferenza comprendere piuttosta l’una che l’altra parta del corpo, ella è un osservazione più comune, che concepibile. Una serie infinita di casi si potrebbe per noi qui riportare, e tutti comprovanti l’asserto nostro, se l’amore della brevità non ci persuadesse la scelta di alcuni pochi soltanto, siccome aventi col presente ben marcata rassomiglianza. Riferisce Schenk (164), la storia di un monaco romana curato da Salius, il quale per tre anni, e sette
164 isteria, lussuria senza lusso mesi ebbe tutti i lunedì, ed all’ora medesima un violento accesso di emicrania, che prendeva costantemente il musculo temporale diritto. Tissot narra di giovin fanciulla curata da Pisone, che pativa un dolore all’orecchio, alle tempia, ed all’occhio sinistro. Durante tale accesso provava l’inferma un senso di formicamento, che incominciando dal mignolo pure sinistro, e guadagnando successivamente le altre dita, l’avambraccio, il braccio, il capo le cagionava una violenta contrazione spasmodica della testa, e dell’inferiore mascella (165). 72 Lo stesso Tissot nel citato opuscolo ci dà la storia di malattia che incominciava dagli occhi, e più d’una parte, che dall’altra, per la quale il paziente vedeva confuso, e come suolsi da chi ha fissato il sole. Dopo dieci minuti cessava una tale confusione, e susseguiva all’incontro un movimento del braccio, e della gamba un giorno da un lato, un giorno dall’altro del corpo. L’ammalata percepiva allora un continuo formicamento, che si estendeva alla bocca, ed alla lingua pel quale la favella era pressochè impedita. Wepfer ci dà la storia di uno spasmo daloroso, che prendeva improvvisamente la palpebra inferiore della parte destra, quindi estendevasi alle tempia, fronte, naso, labbra, e gengive del medesimo lato. Areteo (166), parlando con quella precisione che gli era propria, dice che alcune persone soffrono dalla parte destra, ed altre dalla sinistra. Junker (167) sviluppa questo principio, stabilisce anche coll’autorità di altri osservatori, che la parte sinistra, e più soventi presa della destra, e soggiunge tutto ciò riferirsi alla medesima cagione, per la quale nelle affezioni isteriche la parte sinistra del corpo mostrasi più di soventi ammalata. Tissot (168) 73 mostrasi dell’eguale sentimento, e prova colla scorta di numerosi fatti, che tanto l’emicrania, come il così detto chiudo isterico si presentano sempre da un sol lato della testa. Egli riferisce un caso in cui, come quello della Besana, tutto che amendue le parti fossero affette, l’una lo era sempre assai più intensamente dell’altra. Ora concludiamo. Colle sovra esposte cose ci sembra, per quanto almeno la natura della cosa il permetteva, di avere esaurito ciò che di dubbioso proponevasi sino dal principio di questo capo. Ci siamo cioè sforzati di dimostrare che la sede dei fenomeni linguali ebdomadari viene costituita dai nervi motori volontari cerebrali; che la causa prossima 72 N.o.: (164) Osserv. t. I. pag. 50. = (165) De la Migraine. 73 N.o.: (166) De morb. chron. l. I. ch. 2. = (167) Conspectus medicinae = (168) Opuscula citato.
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il testo originale integrale <strong>del</strong> 1834 163<br />
quanto conviensi apprezzata tale causa siccome attissima a perpetuare<br />
molte croniche malattie, ed a renderle invincibili dagli umani mezzi.<br />
“Quod si malo assuescat homo, diceva già Areteo, et morbus tenaciter<br />
adherens occupet, non solum diuturnus, verum nonnullis perpetuus efficitur”.<br />
La congestione, la stasi <strong>del</strong> sistema capillare sanguigno vellicando<br />
in pria e disturbando la circolazione dei nervi cerebrali volonlari, induceva<br />
la ritrazione <strong>del</strong>la lingua, dei musculi elevatori <strong>del</strong>la mascella,<br />
<strong>del</strong> collo, <strong>del</strong>la faccia, e degli occhi, ma col lungo riprodursi tali movimenti<br />
si fecero abituali, non altrimenti di tutti gli altri moti, che per<br />
sola legge d’abitudine, come sopra si disse, si mantengono costanti,<br />
invariabili e spesso dipendenti dalla primitiva causa di cui ne furono<br />
l’effetto. Il perchè l’accesso ebdomadario si è sempre riprodotto invariabile,<br />
anche allora quando per istraordinaria perdita di sangue potevasi<br />
dubitare di capillare congestione; il perchè si riproduce ancora, e<br />
sempre a sè uguale malgrado il correre di lunghi, e lunghi anni, l’uso<br />
di qualunque siasi rimedio, e le mutazioni che col cambio <strong>del</strong>le età<br />
sogliono nell’animale organismo avvenire.<br />
Indagando finalmente la causa per la quale il sotto linguale salasso<br />
sia allora solamente efficace, quando alla parte sinistra venga istituito,<br />
ci è sembrato rinvenirla nella natura <strong>del</strong> male istesso, che in modo<br />
speciale preferisce la parte sinistra <strong>del</strong> corpo. E diffatto avendo noi<br />
attentamente osservati il principio, l’incremento, e la fine <strong>del</strong>l’ebdomadario<br />
accesso; avendo esaminate le parti tutte che costituiscono la<br />
sede <strong>del</strong>l’affezione, abbiamo dovuto convincersi, che la ritrazione <strong>del</strong>la<br />
lingua, dei musculi elevatori <strong>del</strong>la mascella, e <strong>del</strong>la faccia era assai più<br />
considerevole nella sinistra, che nella destra parte. Egli è facile di ciò<br />
convincersi introducendo le leve onde aprire la bocca, e praticare il<br />
salasso, dappoichè la resistenza dei sinistri sentesi per lo meno doppia<br />
di quella dei destri musculi. La lingua poi quantunque retratta nel<br />
fondo <strong>del</strong>le fauci, mostrasi però sempre inclinata, al manco lato, ed<br />
obbediente così alla contrazione maggiore dei musculi di simil lato.<br />
Che un affezione d’indole nervosa possa a preferenza comprendere<br />
piuttosta l’una che l’altra parta <strong>del</strong> corpo, ella è un osservazione più comune,<br />
che concepibile. Una serie infinita di casi si potrebbe per noi qui<br />
riportare, e tutti comprovanti l’asserto nostro, se l’amore <strong>del</strong>la brevità<br />
non ci persuadesse la scelta di alcuni pochi soltanto, siccome aventi col<br />
presente ben marcata rassomiglianza. Riferisce Schenk (164), la storia<br />
di un monaco romana curato da Salius, il quale per tre anni, e sette