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MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...

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icapitolazione <strong>del</strong> caso 13<br />

quello che da Sigmund Freud viene chiamato «periodo di latenza».<br />

Otto anni nei quali sembra non succedere nulla: «godette la fanciulla<br />

ridente salute, svilluppossi assai, e per non comune formosità<br />

di corpo, per grande vivacità, allegria e spirito già gli sguardi attraevasi<br />

<strong>del</strong>la a lei vicina moltitudine. Ilare in ogni tempo, e di sé contenta,<br />

attendeva indefessa alle cure domestiche, ai lavori rurali …». 8<br />

Dal 1805 Marianna B. entra pubblicamente nella pubertà e<br />

con essa viene prontamente arruolata nella “tappa evolutiva” chiamata<br />

“Adolescenza”.<br />

Ha appena compiuto i quattordici anni e le sue prime mestruazioni<br />

suscitano negli adulti che le stanno accanto il sospetto<br />

e l’attesa <strong>del</strong> possibile e prevedibile “trauma” adolescenziale 9 (versione<br />

moderna di minacce antiche: «si pungerà la mano con un<br />

fuso...» 10 ).<br />

Confermando ancora una volta il pensiero freudiano, per cui<br />

la pubertà segna il passaggio dalla malattia infantile alla psicopatologia,<br />

nel 1806 il sipario si alza sui primi sintomi di essa: un<br />

primo atto di anoressia 11 e di melanconia.<br />

E come al via di una “caccia alle streghe”, inizia la “caccia ai<br />

traumi”, da parte <strong>del</strong>la rappresentanza <strong>del</strong>la scienza medica di allora.<br />

Essi, i “traumi”, nel caso di Marianna B. vengono rinvenuti<br />

e inventariati in quattro annotazioni che costituiscono i pochi<br />

avvenimenti che ci è dato conoscere riguardo alla sua vita di<br />

8 Il che dimostra non essere sempre l’ozio il padre dei vizi (o la nevrosi capriccio<br />

dei ricchi): se come si dice, “la madre è sempre certa”, essa si chiama piuttosto superbia.<br />

Si veda: Casagrande C. - Vecchio S., I sette vizi capitali. Storia dei peccati nel<br />

Medioevo, Einaudi, Torino, 2000.<br />

9 Certe “eresie psicologiche” sono tanto patogene, quanto a-criticamente accettate.<br />

10 Dalla nota favola di Charles Perrault (1628-1703), La bella addormentata nel bosco.<br />

11 Freud è il primo a intuire l’anoressia come “disgusto dei pasti come occasione<br />

di incontro”, opposizione e guerra mortale alla soddisfazione <strong>del</strong>l’appuntamento.<br />

S. Freud, Anamnesi di Nina R. (intorno al 1893, appunti), OSF, Complementi, Bollati<br />

Boringhieri, Torino 1993, pag. 48.

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