MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...

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il testo originale integrale del 1834 137 in cui le azioni meccaniche non possono aver luogo, o vengono per lo meno grandemente modificate. Darwin volle provare la possibilità del moto retrogrado durante la vita; Jacopi si è forzato dimostrarne l’impossibilità dopo morte: Darwin ha dimostrato ciò che dalla natura realmente si fa, Jacopi all’incontro ciò che a suo senso dovrebbe farsi. Se le valvule del cardias, e del piloro, tuttochè costituite in modo da non permettere il passaggio di una stilla di fluido durante la vita, si aprono non pertanto qualche volta per tale passaggio in un senso retrogrado, perchè la medesima cosa non potrà avvenire delle valvule linfatiche? A che abbandonare i fenomeni che si osservano nell’organismo vivo per attenersi a ciò che succede nel cadavere? Noi ripeteremo che le valvule linfatiche appunto perchè mancano di vita, e perchè sono già previamente ingombre dalla linfa oppongono una meccanica resistenza alle iniezioni nel cadavere, resistenza d’altronde non costante, e spesso fitizia, come abbiamo già ampiamente dimostrato. “Non regge il confronto, continua il prelodato professore fra la valvula del colon e quella dei linfatici, perchè ne è del tutto diversa la struttura. Quella, egli è vero, nello stato di salute osta al regurgito delle materie fecali dai crassi nei tenui intestini, ma può per malattia, ed anche meccanicamente superarsi la di lei resistenza per cui rimanga aperta la comunicazione fra il cieco intestino, e l’ileon, senza che lo stesso possa accadere nelle valvule dei linfatici, alcune delle quali ancorchè rimangono sfiancate da un fluido spinto con inversa direzione dal tronco ai rami, sono seguite da altre frequentissime, le quali rinnovano, e raddoppiano gli ostacoli (143)”. 61 Qui siamo ancora a delle semplici idee meccaniche di sfiancamento, di ostacolo ecc. ecc. Se la valvula del Bavino può per malattia permettere il regurgito delle materie contenute nel colon, perchè non si potrà dire altrettanto delle valvule linfatiche? Certamente l’obbiezione crolla dalle fondamenta rispondendo che le valvule linfatiche possono in caso di malattia permettere il regurgito della linfa. Nè vale ricorrere al loro numero, essendo manifesto che quella causa qualunque che sfianca, o per meglio dire distrugge l’azione di alcune può distruggere anche l’azione di tutte le altre. E diffatto egli è per tale possibilità che Mascagni, Haller, Panizza, e tanti altri sommi uomini ottennero delle stupende iniezioni del sistema linfatico, come 61 N.o.: (143) L. C. pag. 34.

138 isteria, lussuria senza lusso già per noi si disse. A torto poi Jacopi dice la valvula del Bavino non essere costrutta in modo da resistere con tanto vigore, quanto le valvule dei linfatici, dappoichè viene dessa costituita da validissimo sepimento membranoso, disposto, e costrutto in modo da impedire tanto più fortemente il regurgito alle materie, quanto più queste si accumulano per vincerne la resistenza. E qui poniamo fine al nostro dire intorno alle dirette comunicazioni fra lo stomaco e l’orinaria vescica. Lungi ben siamo dal pretendere di avere risolta, come si converrebbe, cosi ardua quistione. Unico nostro scopo fu quello di richiamare all’attenzione dei medici un argomento importantissimo per la scienza, e forse troppo sin’ora trascurato in grazia di una più speciosa, che vera confutazione. I fenomeni osservati nella fanciulla di Malesco, che provano oltre ogni evidenza un corso retrogrado del lozio orinoso, ed un diretto passaggio dalla vescica allo stomaco, dovrebbero impegnare ad ulteriori investigazioni. Forse vi saranno dei particolari condotti, delle comunicazioni tutt’ora sconosciute ed in questo dubbio noi diremo con Diemerbroeck: rogatos velim omnes anatomicos, ut postmodum in quaerendis hisce viis, et vasis non nihil operae, ac diligentiae pro communi bono, impendere velint. Invano si asserisce non esistere siffatte vie, perchè non furono sinora ritrovate, chè santissimo egli è pur sempre il detto di Seneca: multum egerunt qui ante nos fuerunt, sed non perexerunt: multum adhuc restat operae, multumque restabit; neque ulli nato post mille secula praecidetur occasio aliquid aduhc adyciendi. CAPO QUARTO SOTTRAZIONI SANGUIGNE = VOMITO DI SANGUE Dall’istorica narrazione di Marianna Besana risulta che nello spazio di quasi sei lustri sopportò essa più di tre mille e cinquecento sanguigne sottrazioni; che da molti e molti anni uno settimanale, e quattro salassi mensili estraggono dal di lei gracilissimo corpo più di cento oncie di sangue al mese; che tale enorme perdita viene tollerata non ostante uno scarso tenuissimo cibo appena equiparante in peso la metà della somma sopra descritta, cibo in parte d’altronde eliminato ancora col mezzo delle corporee naturali evacuazioni alvine, orinose,

138 isteria, lussuria <strong>senza</strong> <strong>lusso</strong><br />

già per noi si disse. A torto poi Jacopi dice la valvula <strong>del</strong> Bavino non essere<br />

costrutta in modo da resistere con tanto vigore, quanto le valvule<br />

dei linfatici, dappoichè viene dessa costituita da validissimo sepimento<br />

membranoso, disposto, e costrutto in modo da impedire tanto più<br />

fortemente il regurgito alle materie, quanto più queste si accumulano<br />

per vincerne la resistenza.<br />

E qui poniamo fine al nostro dire intorno alle dirette comunicazioni<br />

fra lo stomaco e l’orinaria vescica. Lungi ben siamo dal pretendere di<br />

avere risolta, come si converrebbe, cosi ardua quistione. Unico nostro<br />

scopo fu quello di richiamare all’attenzione dei medici un argomento<br />

importantissimo per la scienza, e forse troppo sin’ora trascurato in<br />

grazia di una più speciosa, che vera confutazione. I fenomeni osservati<br />

nella fanciulla di Malesco, che provano oltre ogni evidenza un corso<br />

retrogrado <strong>del</strong> lozio orinoso, ed un diretto passaggio dalla vescica allo<br />

stomaco, dovrebbero impegnare ad ulteriori investigazioni.<br />

Forse vi saranno dei particolari condotti, <strong>del</strong>le comunicazioni<br />

tutt’ora sconosciute ed in questo dubbio noi diremo con Diemerbroeck:<br />

rogatos velim omnes anatomicos, ut postmodum in quaerendis hisce viis,<br />

et vasis non nihil operae, ac diligentiae pro communi bono, impendere<br />

velint. Invano si asserisce non esistere siffatte vie, perchè non furono<br />

sinora ritrovate, chè santissimo egli è pur sempre il detto di Seneca:<br />

multum egerunt qui ante nos fuerunt, sed non perexerunt: multum adhuc<br />

restat operae, multumque restabit; neque ulli nato post mille secula praecidetur<br />

occasio aliquid aduhc adyciendi.<br />

CAPO QUARTO<br />

SOTTRAZIONI SANGUIGNE = VOMITO DI SANGUE<br />

Dall’istorica narrazione di Marianna Besana risulta che nello<br />

spazio di quasi sei lustri sopportò essa più di tre mille e cinquecento<br />

sanguigne sottrazioni; che da molti e molti anni uno settimanale, e<br />

quattro salassi mensili estraggono dal di lei gracilissimo corpo più di<br />

cento oncie di sangue al mese; che tale enorme perdita viene tollerata<br />

non ostante uno scarso tenuissimo cibo appena equiparante in peso la<br />

metà <strong>del</strong>la somma sopra descritta, cibo in parte d’altronde eliminato<br />

ancora col mezzo <strong>del</strong>le corporee naturali evacuazioni alvine, orinose,

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