MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...

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il testo originale integrale del 1834 125 V Vomito d’orina Sin qui del diretto passaggio di molte sostanze dallo stomaco alla vescica; ora di quello dell’orina dalla vescica allo stomaco. Il vomito orinoso già notato da moltissimi autori, venne dalla nostra ammalata offerto in un modo tanto decisivo, che ogni dubbio sembra interamente dileguarsi intorno alle vie di diretta comunicazione fra la vescica e lo stomaco. E per cominciare dalle altrui osservazioni noi diremo che Bartolino (112) adduce molti esempi di vomiti orinosi in soggetti affetti da ritensione d’orina. Valisneri (113) vide una vergine, la quale, dopo dieci giorni di soppressione d’orina, ebbe un vomito di siero col sapore, colore, ed odore d’orina; vomito che durò sino a che, adoperati invano molti rimedi; si liberarono le vie orinarie col mercurio. Altro consimile esempio si ha nell’Istoria dell’Accademia delle Scienze (114) 47 in cui il vomito orinoso durò per più di 40 giorni. Negli Atti dei Curiosi della natura (115) si narra di un tale che per quindici mesi non si potè nutrire che con clisteri nutrienti, sino a che, evacuato il calcolo, e l’iscuria; ed il vomito d’orina cessarono. Anche Gulielmino (116) in due soggetti affetti da calcolo osservò il vomito orinoso. Marcello Donato narra di un giovine in cui per soppressione d’orina ex regione ventriculi resudabat humor ad plurium librarum pondus, colore, et odore urinam referens. Zeviani (117) porta la storia di una giovin donna la quale per ferita al petignone ebbe perfetta iscuria. “Sono ormai otto anni, egli dice, che la via naturale dell’orina è chiusa del tutto; niente di meno in questi ultimi anni è talmente migliorata in salute, che talvolta esce di casa. L’orina da gran tempo ritenuta, in fine per mezzo del vomito si è trovata la via di uscire dal corpo. Questo vomito al dì d’oggi (1 settembre 1761) d’ordinario succede una volta per settimana, e a stomaco digiuno con impeto porta fuori da tre in sei libbre d’orina, chiara col natural sapore, ed odore; la quale per sentimento dell’inferma si va a poco a poco nei giorni antecedenti raccogliendo dentro allo stomaco.” 47 N.o.: (111) Annal. sudd. fascic. 142. = (112) Centur. IV. Epist.18.= (113) Ephem. natur. Curiosor. Cent. IX. obser. 50. (114) Anno 1715, Osserv. Anat. III. =

126 isteria, lussuria senza lusso In Bonnet (118) 48 si legge la storia di un Principe Sassone, il quale otto ore prima di morire per una pertinace ritensione d’orina, vomitò questo liquido puro, e facile da tutti a distinguersi per il colore, e l’odore suo proprio., Gli organi orinari si trovarono sani; la vescica perfettamente vuota. Dal detto autore (119) si narra di un uomo, che da più anni, tormentato da dolori nefritici, emetteva frequentemente coll’orina dei calcoli, e dell’arena: cessato questo spurgo, ed il dolore al rene sinistro, si manifestò tosto un dolore violento alla regione della milza, e parte sinistra dello stomaco; quindi vomito di materie tenaci, e contenenti dei calcoli uguali a quelli che emetteva coll’orina: il vomito era sempre preceduto da dolori violenti verso la parte sinistra del ventre, della milza, e stomaco. Pickells (120) riportando la storia di Maria Riordan, che vomitava quantità d’insetti, e che andava pur soggetta, fra i molti malori, di quando in quando all’iscuria, dice che se in alcune occasioni si lasciava raccogliere troppa orina, la donna liberavasi dalla tensione all’ipogastrio vomitando pretto fluido orinoso. Nysten in due casi di soppressione d’orina trovò che le materie vomitate contenevano tutti i principi di simil fluido. Arnold (121) porta la storia di una donna che affetta da iscuria per prolasso di utero, emise l’orina per più anni ora dalle orecchie, ora dagli occhi, ora dal naso, ora dall’ombelico, ed ora dallo stomaco per vomito. Crampton (122) 49 narra due casi di vomito orinoso, che durò per lungo tempo in causa della diminuita, o del tutto estinta escrezione delle feci e dell’orina. L’ orina adunque in tutti questi casi, e nei moltissimi altri, che noi per legge di brevità crediamo omettere, quali strade percorre? Si portava dalla vescica allo stomaco lungo i vasi di diretta comunicazione, oppure passava nella massa sanguigna, percorreva il lungo giro dell’universale circolazione per quindi venire nuovamente secreta dallo stomaco? Quest’ultima supposizione ammessa da Jacopi non può in nessuna maniera essere plausibilmente sostenuta. Ripugna alla sana ragione che possa l’orina indecomposta passare dai vasi linfatici della vescica a quelli dei lombi, alle numerosissime mesenteriche glandule, al condotto toracico, alla vena giugulare, ai polmoni, al cuore, a tutto 48 N.o.: (115) Tom. III. osserv. VI. =, (116) Exerc. de sang. na¬tur. N. 68. = (117) De Flato lib. II. cap. II. = (118) Sepulcr. lib. III. sect. 24. observ. V. 49 N.o.: (119) Ibid. lib. III. sect. 8. observ. 58. = (120) Annal. Univ. d’Omodej vol. 38. pag. 505. = (121) Annal. sudd. fascic. 142. = (122) Annal. citati fascicolo 135.

il testo originale integrale <strong>del</strong> 1834 125<br />

V<br />

Vomito d’orina<br />

Sin qui <strong>del</strong> diretto passaggio di molte sostanze dallo stomaco alla<br />

vescica; ora di quello <strong>del</strong>l’orina dalla vescica allo stomaco.<br />

Il vomito orinoso già notato da moltissimi autori, venne dalla nostra<br />

ammalata offerto in un modo tanto decisivo, che ogni dubbio<br />

sembra interamente dileguarsi intorno alle vie di diretta comunicazione<br />

fra la vescica e lo stomaco.<br />

E per cominciare dalle altrui osservazioni noi diremo che Bartolino<br />

(112) adduce molti esempi di vomiti orinosi in soggetti affetti da ritensione<br />

d’orina. Valisneri (113) vide una vergine, la quale, dopo dieci<br />

giorni di soppressione d’orina, ebbe un vomito di siero col sapore, colore,<br />

ed odore d’orina; vomito che durò sino a che, adoperati invano<br />

molti rimedi; si liberarono le vie orinarie col mercurio. Altro consimile<br />

esempio si ha nell’Istoria <strong>del</strong>l’Accademia <strong>del</strong>le Scienze (114) 47 in cui il<br />

vomito orinoso durò per più di 40 giorni. Negli Atti dei Curiosi <strong>del</strong>la<br />

natura (115) si narra di un tale che per quindici mesi non si potè nutrire<br />

che con clisteri nutrienti, sino a che, evacuato il calcolo, e l’iscuria;<br />

ed il vomito d’orina cessarono. Anche Gulielmino (116) in due soggetti<br />

affetti da calcolo osservò il vomito orinoso. Marcello Donato narra di<br />

un giovine in cui per soppressione d’orina ex regione ventriculi resudabat<br />

humor ad plurium librarum pondus, colore, et odore urinam referens.<br />

Zeviani (117) porta la storia di una giovin donna la quale per ferita al<br />

petignone ebbe perfetta iscuria.<br />

“Sono ormai otto anni, egli dice, che la via naturale <strong>del</strong>l’orina è chiusa<br />

<strong>del</strong> tutto; niente di meno in questi ultimi anni è talmente migliorata in<br />

salute, che talvolta esce di casa. L’orina da gran tempo ritenuta, in fine per<br />

mezzo <strong>del</strong> vomito si è trovata la via di uscire dal corpo. Questo vomito al<br />

dì d’oggi (1 settembre 1761) d’ordinario succede una volta per settimana,<br />

e a stomaco digiuno con impeto porta fuori da tre in sei libbre d’orina,<br />

chiara col natural sapore, ed odore; la quale per sentimento <strong>del</strong>l’inferma si<br />

va a poco a poco nei giorni antecedenti raccogliendo dentro allo stomaco.”<br />

47 N.o.: (111) Annal. sudd. fascic. 142. = (112) Centur. IV. Epist.18.= (113)<br />

Ephem. natur. Curiosor. Cent. IX. obser. 50. (114) Anno 1715, Osserv. Anat. III. =

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