MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...
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il testo originale integrale del 1834 121 Dipenderebbe questo zucchero da un alterata digestione, e dal di lui diretto passaggio dallo stomaco in cui viene generato alla vescica, come già vollero Darwin, Cullen, Rollo, e moltissimi altri? Quando si consideri che lo stomaco è l’organo principale in cui vengono generati i prodotti animali, che il chilo, a sentenza di pressochè tutti i fisiologi, è naturalmente di un sapore dolcigno; che i diabetici dimagriscono prontamente nonostante la loro grande voracità, e nutritiva dieta, che finalmente la grande quantità d’orina emessa in un giorno, ed ascendente a dieci, venti, sessanta, cento sessanta giusta Baumes, e duecento libbre, giusta Franck, non è combinabile colla debolezza, e lentezza dei polsi, che si osserva costantemente in tale malattia, e colla normalità della struttura dei reni dalla maggior parte degli autori osservata, l’opinione su riferita riceve, a nostro senso, molti gradi di probabilità; probabilità per niente infirmata dagli autori di contrario sentimento. Ed infatti asserisce Jacopi non provenire lo zucchero dei diabetici dallo stomaco perchè il chilo non è dolce, ed il chilo, giusta quest’autore, non è dolce perchè tale non lo ha osservato Baillie in un cane, e soltanto pochissimo in un altro. Ora qual fede merita tale obbiezione dedotta da due soli casi fra loro d’altronde contraddittori, e da esperienze istituite su animali eminentemente carnivori, non affetti da diabete mellito, ed il cui chilo deve pure grandemente differire da quello dall’uomo, che si pasce di sostanze miste, e frequentemente vegetabili zuccherine? Egli è più probabile quell’opinione, che attribuisce lo zucchero dei diabetici ad un umore da tutti dichiarato di sapore dolcigno, oppure quella, che lo attribuisce al sangue spoglio non solo intieramente dal dolce, ma ben anche fornito di un sapore opposto quale il salso? L’ansietà precordiale, la voracità e la sete inestinguibile; la consunzione non ostante l’assenza della febbre, sintomi sono tutti, che denotano oltre ogni evidenza essere nel diabete alterata l’alimentare digestione, essere pervertita la funzione, assimilatrice; alterazione, e pervertimento per i quali il chilo può benissimo essere sopracaricato di sostanze zuccherine, e queste venire direttamente trasportate nell’orine. “Ma, soggiunge il prelodato professore, ciò non può essere perchè la strada, che si suppone percorsa dal chilo per passare direttamente dal tubo alimentare alla vescica si rinviene nei cadaveri dei diabetici ristrettissima, come nei cadaveri dei non diabetici.” Tale asserzione però appoggiata ad una sola osservazione di Baillie non sarebbe gran fatto attendibile, se pur non fosse da molti autori
122 isteria, lussuria senza lusso contradetta, e segnatamente dai compilatori del Dizionario compendiato delle scienze mediche, in cui vien detto trovarsi moltissime volte nel diabete i gangli mesenterici molto voluminosi, ed i vasi linfatici svilupatissimi (102). Del resto non è detto che i vasi linfatici sieno quelli, che stabiliscano la diretta comunicazione fra lo stomaco e la vescica, e quando pur ciò fosse, l’inestricabil rete, che essi formano, e le loro numerose anastomosi sarebbero più che sufficienti per dar passaggio alle sostanze zuccherine nel diabete senza bisogno di ricorrere alla loro dilatazione. “Le metastasi, dice Richerand, (103), 43 cessano di essere un fenomeno inesplicabile a colui che ha veduto le numerose anastomosi della rete linfatica; egli concepisce con uguale facilità che col mezzo dei vasi linfatici tutte le parti comunicano insieme, che dei liquidi assorbiti da questi vasi in un organo possono passare in un altro, e percorrere tutto il corpo senza passare per le strade tortuose della circolazione che così le bevande possono essere direttamente portate dallo stomaco alla vescica, ecc. ecc.” Erroneamente si asserisce pure da alcuni oltramontani (104) che il sapor dolce dipende dalla mancanza nell’orina di urea, di acido urico, e di ogni altro acido libero. Sappiamo invece dai lavori del prelodato signor Kane (105) 44 che l’orina dei diabetici contiene presso a poco uguale quantità d’urea, e di acido urico come quella dei non diabetici, e ciò anche in opposizione ai pensamenti di Proust, e di molti altri chimici. Del resto se la sovr’espressa opinione fosse consentanea alla verità, le orine delle isteriche, dei bevitori, che è limpidissima, mancante dei principali suoi caratteri, e quindi di urea, e di acido urico dovrebbe pur essere dolcissima, non altrimenti di quell’orina, che sino dai più remoti tempi venne denominata delle bevande perchè somigliante ai liquidi introdotti nello stomaco. L’esperienza non ha però sin’ora confermata una tale induzione. Dopo tutto ciò noi ci crediamo dispensati per provare il passaggio, e l’esistenza nell’orina di molte sostanze, che non si trovano nel sangue dal riprodurre le esperienze di Wollaston, Marcet, e Brande, che rinvennero il prussiato di potassa nell’orina, e non nel sangue cavato dalla 43 N.o.: (102) .Tom. VI. pag. 26. Milano per Bettoni. = (103) Ele¬ment. di fisiolog. T. I pag. 184. Pavia 1803. 44 N.o.: (104) Dict. abreg. des sciens. medical. t. VI. pag. 25. Milan par Bettoni. = (105) Annal. Univ. del D. Omodej t. LXIV. pag. 592.
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il testo originale integrale <strong>del</strong> 1834 121<br />
Dipenderebbe questo zucchero da un alterata digestione, e dal di lui<br />
diretto passaggio dallo stomaco in cui viene generato alla vescica, come<br />
già vollero Darwin, Cullen, Rollo, e moltissimi altri? Quando si consideri<br />
che lo stomaco è l’organo principale in cui vengono generati i prodotti<br />
animali, che il chilo, a sentenza di pressochè tutti i fisiologi, è naturalmente<br />
di un sapore dolcigno; che i diabetici dimagriscono prontamente<br />
nonostante la loro grande voracità, e nutritiva dieta, che finalmente<br />
la grande quantità d’orina emessa in un giorno, ed ascendente a dieci,<br />
venti, sessanta, cento sessanta giusta Baumes, e duecento libbre, giusta<br />
Franck, non è combinabile colla debolezza, e lentezza dei polsi, che si<br />
osserva costantemente in tale malattia, e colla normalità <strong>del</strong>la struttura<br />
dei reni dalla maggior parte degli autori osservata, l’opinione su riferita<br />
riceve, a nostro senso, molti gradi di probabilità; probabilità per niente<br />
infirmata dagli autori di contrario sentimento. Ed infatti asserisce Jacopi<br />
non provenire lo zucchero dei diabetici dallo stomaco perchè il chilo<br />
non è dolce, ed il chilo, giusta quest’autore, non è dolce perchè tale non<br />
lo ha osservato Baillie in un cane, e soltanto pochissimo in un altro.<br />
Ora qual fede merita tale obbiezione dedotta da due soli casi fra loro<br />
d’altronde contraddittori, e da esperienze istituite su animali eminentemente<br />
carnivori, non affetti da diabete mellito, ed il cui chilo deve<br />
pure grandemente differire da quello dall’uomo, che si pasce di sostanze<br />
miste, e frequentemente vegetabili zuccherine? Egli è più probabile<br />
quell’opinione, che attribuisce lo zucchero dei diabetici ad un umore da<br />
tutti dichiarato di sapore dolcigno, oppure quella, che lo attribuisce al<br />
sangue spoglio non solo intieramente dal dolce, ma ben anche fornito<br />
di un sapore opposto quale il salso? L’ansietà precordiale, la voracità e<br />
la sete inestinguibile; la consunzione non ostante l’as<strong>senza</strong> <strong>del</strong>la febbre,<br />
sintomi sono tutti, che denotano oltre ogni evidenza essere nel diabete<br />
alterata l’alimentare digestione, essere pervertita la funzione, assimilatrice;<br />
alterazione, e pervertimento per i quali il chilo può benissimo essere<br />
sopracaricato di sostanze zuccherine, e queste venire direttamente trasportate<br />
nell’orine.<br />
“Ma, soggiunge il prelodato professore, ciò non può essere perchè la<br />
strada, che si suppone percorsa dal chilo per passare direttamente dal tubo<br />
alimentare alla vescica si rinviene nei cadaveri dei diabetici ristrettissima,<br />
come nei cadaveri dei non diabetici.”<br />
Tale asserzione però appoggiata ad una sola osservazione di Baillie<br />
non sarebbe gran fatto attendibile, se pur non fosse da molti autori