MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...

il testo originale integrale del 1834 119
di una data sostanza non sono, nè hanno le qualità sensibili della già
formata sostanza; egli è ovvio che tali principi formando parte integrante
della massa sanguigna non possono partitamente manifestarsi
all’odorato, bensì cumulativamente coll’odore proprio del sangue; egli
è ovvio finalmente che la bile, lo sperma non sono tali, e non acquistano
la loro odorifera proprietà se non quando sono secreti, e raccolti
nel fegato, nel testicolo: che se allora vengono riassorbiti compartiscono
al sangue l’una il colore, l’altro l’odore loro proprio. Il sangue,
dice Richerand (97), 39 è il serbatoio, ovvero la comune sorgente degli
umori, ma essi non esistono già in questo liquido colle proprietà che
li caratterizzano.
Che se si rifletta poi che l’uso di pochi gambi di asparagi, ed anche
di un solo basta per compartire all’orine il proprio odore, mal fondata
vedrassi l’obbiezione non manifestarsi simil odore nel sangue perchè
diviso da grande quantità di liquido. Nè più valida ritiensi tale obbiezione
per rapporto al nitro, che, pur si dovrebbe almeno nel siero concentrato
trovare in sufficiente copia per manifestarsi, e tanto più poi
nel caso di una replicata immersione, come per noi si fece, della carta
sciugante. Dieci oncie di orine all’incontro tutto che allungata con altrettanta
dose di acqua rendevano ancora crepitante la carta sciugante,
e replicatamente immersa.
Il muriato di soda, ci si dice, abbenchè esistente nel sangue non si
manifesta coll’esperimento della carta sciugante. Ma si rifletta che il
muriato di soda, unito a quello di potassa, non forma, giusta Berzelius;
che sei millesimi della massa totale, e che la di lui facoltà crepitante,
o respiratoria è inferiore d’assai a quella del nitro. Si rifletta pure che
il muriato di soda è un principio costituente del sangue, intimamente
combinato colla massa totale, e non un sale, che, quale sostanza straniera,
passa in pochi minuti indecomposto dallo stomaco alla vescica.
Per rapporto all’esistenza dello zucchero nell’orina dei diabetici, e
non nel sangue noi ci crediamo dispensati di provarla con irrefragabili
testimonianze, essendo questo fatto ammesso, e riconosciuto da tutti
gli autori. Il perchè diremo soltanto che il diabetico osservato da Carlo
Darwin (98) emetteva dodici oncie di zucchero ogni giorno: che quello
descritto dal dottore Huchs (99) 40 mise per circa diciotto mesi dalle do-
39 N.o.: (97) Element. di fisiologia.
40 N.o.: (98) Vedi Darwin sul moto retrogrado. = (99) Darwin suddetto.