MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...

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22.05.2013 Views

il testo originale integrale del 1834 113 sizione, Poco a poco l’azione di questa sostanza sulla parete interna dello stomaco, e del canale intestinale determina la membrana mucosa di tali organi ad una secrezione più abbondante, che l’inviluppa d’ogni parte, e diminuisce l’assorbimento. Allorchè questa stimolazione è indebolita, il rabarbaro viene assorbito di nuovo.” 34 Quante ipotesi per distruggere un fatto dei più convincenti! Come provare che porzione di rabarbaro venga assorbito dalle pareti dello stomaco, che altra porzione della pur sempre uguale sostanza, stimolando la membrana mucosa, venga inviluppata d’accresciuta secrezione, è trattenuta nelle prime vie; che la peregrina stimolazione cessi dopo più ore, ed il catartico di nuovo sia assorbito? Perchè porzione soltanto e non l’intera dose viene assorbita dalle pareti dello stomaco massime che tale assorbimento dove pur essere attivissimo se a capo di diecisette minuti l’orina acontiene già di tale sostanza? Non è più facile, più naturale supporre che porzione di rabarbaro viene prontamente trasportato nei vasi di diretta comunicazione fra lo stomaco, e la vescica e che l’altra porzione segue le leggi della digestione, dell’assorbimento, e della renale secrezione? II Sostanze esistenti nell’orina e non nel chilo L’esistenza di una diretta comunicazione fra lo stomaco, e la vescica viene vieppiù confermata. dall’osservazione di quei molti, che viddero nell’orina molte sostanze che non si trovarono previamente, o mai nel chilo. Home, Magendie, e Westumb istituirono delle esperienze col rabarbaro; Tiedemann, e Gmelin con la robbia, il rabarbaro, la cocciniglia, la gomma gotta; la Società di Filadelfia col rabarbaro, e la robbia; Lawrence, e Coates sopra l’azzurro di Prussia; tutti si accordano nel dire che alcuno di questi principi passa giammai nel chilo. Per ciò che spetta alle odorose sostanze dalle moltiplicate esperienze 34 Nota del curatore: Da qui in poi la impaginazione originaria dello stampatore e/o dell’autore, pone all’inizio di ogni riga le virgolette, per ricordare trattarsi di parole riportate da altri (sino alla presente pagina – 143 del testo originale del 1834 – usa le virgolette semplicemente all’inizio e fine delle citazioni come noi usualmente facciamo, ma a partire da qui e in poi userà questo diverso metodo di citazione). Noi preferiamo, pur dandone notizia, seguire il modo consueto (aggiungendo il corsivo).

114 isteria, lussuria senza lusso di Flandrin, di Magendie, di Tiedemann e Gmelin, di Westrumb della Società di Filadelfia sappiamo non mai nel chilo riscontrarsi gli odori del muschio, dell’alcol, dell’olio di trementina, della canfora, dell’aglio ecc. Dalle osservazioni di Haller, Mayer, Tiedemann e Gmelin risulta nel chilo non passare alcuna sostanza, o sale ferruginoso. Magendie e Westrumb non trovaron nel chilo il prussiato di potassa. Tiedemann e Gmelin ebbero uguali risultati dall’acetato di piombo, dall’acetato, e prussiato di mercurio, e dall’idroclorato di barite. È a tutti nota l’esperienza di Rasori, che noi crediamo di qui riportare. “Ad un capretto lattante, egli dice, che avea poppato la mattina per tempo fu fatta ingoiare a mezzo giorno buona dose di infuso di rabarbaro; da lì a poco più di mezz’ora incominciò ad orinare, e continuò ad orinare frequentemente. L’orina era limpida, di un bel giallo, e all’odorato, e al gusto indicava alcun poco l’odore, ed il sapore del rabarbaro. Apertosi dopo alcune ore il basso ventre furono trovati i lattei intestinali copiosissimi e tutti iniettati di chilo bianco opaco; nel ventricolo esisteva tuttavia una porzione di latte rappreso, e non ancora digerito mescolato al resto dell’ infusione di rabarbaro. Ora se la digestione del latte, continua il prelodato autore, era in pieno vigore, e se il sistema chilifero si trovava tutto occupato dal chilo all’epoca dell’introduzione dell’infuso di rabarbaro nel ventricolo, come si potrà egli supporre che per questa strada medesima, già previamente ingombra, abbia potuto passare l’infuso di rabarbaro, e passare con tanta rapidità per questa, strada primamente, poi per quella del sangue secondariamente, ritenendo tuttavia delle qualità sensibili del fluido come fu bevuto? Si può egli mai supporre che possa aver luogo negli stessi vasi, e nello stesso tempo per l’una parte un lento processo di molte ore, è per l’altra un rapido processo di non molti minuti di assorbimento, e di trasmissione di sostanza? Eppure è d’uopo ammettere tanta incongruenza, quando non si voglia concedere che dal ventricolo, e dagli intestini alla vescica esiste un passaggio diretto indipendente dalle vie della circolazione”. Malgrado la lunga, e speciosa confutazione di Jacopi, ogni medico dovrà senza dubbio sommamente apprezzare le belle conclusioni dell’autore del controstimolo. E diffatti si risponde: o tutti i vasi assorbenti erano pieni di chilo, ed allora l’infuso di rabarbaro non poteva passare, nè alla vescica, nè al dotto toracico; oppure non lo erano, ed allora il tempo trascorso di una mezz’ora era più che sufficiente perchè l’infuso passasse dallo stomaco alla vescica col mezzo del circolo san-

il testo originale integrale <strong>del</strong> 1834 113<br />

sizione, Poco a poco l’azione di questa sostanza sulla parete interna <strong>del</strong>lo<br />

stomaco, e <strong>del</strong> canale intestinale determina la membrana mucosa di tali<br />

organi ad una secrezione più abbondante, che l’inviluppa d’ogni parte,<br />

e diminuisce l’assorbimento. Allorchè questa stimolazione è indebolita, il<br />

rabarbaro viene assorbito di nuovo.” 34<br />

Quante ipotesi per distruggere un fatto dei più convincenti! Come<br />

provare che porzione di rabarbaro venga assorbito dalle pareti <strong>del</strong>lo<br />

stomaco, che altra porzione <strong>del</strong>la pur sempre uguale sostanza, stimolando<br />

la membrana mucosa, venga inviluppata d’accresciuta secrezione,<br />

è trattenuta nelle prime vie; che la peregrina stimolazione cessi<br />

dopo più ore, ed il catartico di nuovo sia assorbito? Perchè porzione<br />

soltanto e non l’intera dose viene assorbita dalle pareti <strong>del</strong>lo stomaco<br />

massime che tale assorbimento dove pur essere attivissimo se a capo<br />

di diecisette minuti l’orina acontiene già di tale sostanza? Non è più<br />

facile, più naturale supporre che porzione di rabarbaro viene prontamente<br />

trasportato nei vasi di diretta comunicazione fra lo stomaco, e<br />

la vescica e che l’altra porzione segue le leggi <strong>del</strong>la digestione, <strong>del</strong>l’assorbimento,<br />

e <strong>del</strong>la renale secrezione?<br />

II<br />

Sostanze esistenti nell’orina e non nel chilo<br />

L’esistenza di una diretta comunicazione fra lo stomaco, e la vescica<br />

viene vieppiù confermata. dall’osservazione di quei molti, che<br />

viddero nell’orina molte sostanze che non si trovarono previamente, o<br />

mai nel chilo. Home, Magendie, e Westumb istituirono <strong>del</strong>le esperienze<br />

col rabarbaro; Tiedemann, e Gmelin con la robbia, il rabarbaro, la<br />

cocciniglia, la gomma gotta; la <strong>Società</strong> di Fila<strong>del</strong>fia col rabarbaro, e<br />

la robbia; Lawrence, e Coates sopra l’azzurro di Prussia; tutti si accordano<br />

nel dire che alcuno di questi principi passa giammai nel chilo.<br />

Per ciò che spetta alle odorose sostanze dalle moltiplicate esperienze<br />

34 Nota <strong>del</strong> curatore: Da qui in poi la impaginazione originaria <strong>del</strong>lo stampatore<br />

e/o <strong>del</strong>l’autore, pone all’inizio di ogni riga le virgolette, per ricordare trattarsi di<br />

parole riportate da altri (sino alla presente pagina – 143 <strong>del</strong> testo originale <strong>del</strong> 1834<br />

– usa le virgolette semplicemente all’inizio e fine <strong>del</strong>le citazioni come noi usualmente<br />

facciamo, ma a partire da qui e in poi userà questo diverso metodo di citazione). Noi<br />

preferiamo, pur dandone notizia, seguire il modo consueto (aggiungendo il corsivo).

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