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MARIANNA. ISTERIA. Lussuria senza lusso - Società Amici del ...

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il testo originale integrale <strong>del</strong> 1834 107<br />

coll’orina dei semi d’anisi. Se tali narrazioni possono meritare la taccia<br />

d’esagerazione, d’inesatezza, così, non deve dirsi di quelle altre, e<br />

moltissime, che provano oltre ogni evidenza l’inalterato, e repentino<br />

passaggio di molte sostanze dallo stomaco alla vescica.<br />

Già il sommo padre <strong>del</strong>la medicina, e dopo di lui Galeno osservarono<br />

passare rapidissimamente, e <strong>del</strong> tutto immutate dallo stomaco<br />

alla vescica quelle bevande, che venivano ingeste da un individuo, che<br />

fosse riscaldato da un moto violento, e tale osservazione venne in seguito<br />

confermata da tutti gli autori di cose mediche. Così si hanno in<br />

Marcello Donato (73) 25 esempi di diabete ut potus nihil omnino mutatus<br />

mingeretur servans eundem colorem, consistentiam, saporemque, et odorem.<br />

Il Bartolino (74) narra che bevendo egli <strong>del</strong> vino renano emetteva<br />

<strong>del</strong>l’orina tanto simile al vino bevuto, che si avrebbe potuto somministrarla<br />

per lo stesso vino. Ballonio (75) racconta di alcuni diabetici, i<br />

quali emettevano un orina similissima all’acqua distillata di rose, che<br />

aveano preso per comune bevanda. Etmuller (76) cita molti esempi<br />

dove l’acqua pura, il vino, il vino collo zucchero, le emulsioni passavano<br />

<strong>del</strong> tutto immutati per orina. Ella è osservazione generalmente ricevuta,<br />

scrive Frank (77), esservi certi vini, i quali appena bevuti subitamente<br />

vengono evacuati per la vescica. Gli abitanti di Kamtschatka<br />

si inebriano coll’uso <strong>del</strong>l’agarico di quel luogo. L’orina di coloro che<br />

ne hanno mangiato acquista l’uguale proprietà inebriante, anzi ad un<br />

grado più forte, e la ritiene per più giorni: essi la tengono in serbo, e la<br />

usano invece di bevanda spiritosa, e quest’effetto può propagarsi sino<br />

alla quarta, e quinta persona (78). 26 Nei commentari di Bologna si<br />

legge di una giovine affetta da febbre nervosa, e da iscuria in cui al settimo<br />

giorno di siringazione uscirono due oncie di olio, e quindi dieci<br />

oncie d’orina; l’ inferma quattro giorni prima avea preso quattro oncie<br />

di olio di mandorle dolci. Noi abbiamo conosciuto un dotto medico, il<br />

quale dopo esser stato guarito da un ostinato diabete, tutte le volte che<br />

mirava un’acqua corrente, non poteva più trattenere l’orina, che usciva<br />

in grandissima quantità, e <strong>del</strong> tutto simile all’acqua di fonte.<br />

25 N.o.: (70) Serm.qu. tract. 4.cap.29. = (71) Sepulcret. lib. III. Sect. 22. Obser.<br />

31. = (72) Lib. X. .chir. cap. 22. = (73) De medic. his. mirab. lib. IV. cap. 27.<br />

26 N.o.: (74) Observ. Anat. 68 cent. I. = (75) Lib. II. Epid. et Ephemer. pag. 158. =<br />

(76) Tom. 9. pag. 716. = (77) Poliz. medic. Tom. VI. pag. 113. = (78) Voelher. memo.<br />

sul passag. di varie sost. nell’orin.

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