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LA SPANNOCCHIA - Comitato Amici del Palio

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<strong>LA</strong> <strong>SPANNOCCHIA</strong><br />

periodico <strong>del</strong>la nobile contrada <strong>del</strong> nicchio<br />

33


sommario<br />

2<br />

Questione di amore 3<br />

paolo neri<br />

Donazione Bagnacci 4<br />

gianni maccherini<br />

La festa di Maggio 7<br />

fi lippo pozzi<br />

Nino Caruso 11<br />

A pranzo con i ragazzi di ieri e di oggi 12<br />

ylenia girolami<br />

C’era una volta Rostov<br />

andrea berni<br />

Emozioni 16<br />

Le quattro stagioni <strong>del</strong>l’osteria 20<br />

marco meini<br />

Indovina chi 22<br />

Cena Nobile 23<br />

Banchetto di chiusura anno contradaiolo 23<br />

<strong>LA</strong> <strong>SPANNOCCHIA</strong><br />

periodico <strong>del</strong>la nobile contrada <strong>del</strong> nicchio<br />

anno XxI numero 3<br />

Autorizzazione <strong>del</strong> Tribunale di Siena N. 534 <strong>del</strong> 9/7/1990 Spedizione in Abb. Postale<br />

13<br />

Mini Masgalano 24<br />

Piccoli 26<br />

Novizi 28<br />

Agenda 29<br />

Borsa di Studio 30<br />

Daniela e Giuliana 31<br />

Autorizzazione <strong>del</strong> Tribunale di Siena n. 534 <strong>del</strong> 9/7/1990<br />

Spedizione in Abb. Postale<br />

Direttore responsabile<br />

Duccio Balestracci<br />

Progetto grafi co<br />

Filippo Frosini<br />

Redazione<br />

Andrea Berni, Valeria Filippini, Filippo Frosini, Stefano Fucecchi,<br />

Katiuscia Girolami, Ylenia Girolami, Alessandro Lorenzetti,<br />

Roberta Mari, Chiara Pacciani, Filippo Pozzi.<br />

Foto<br />

Archivio Nobile Contrada <strong>del</strong> Nicchio, Rossella Bonci, Sofi a<br />

Carnasciali, Foto studio Gielle, Costanza Maremmi, Francesco<br />

Soldani, Marco Tassini.<br />

Hanno collaborato<br />

Gianni Maccherini, Marco Meni, Paolo Neri.<br />

Stampa: Industrie Grafi che Pistolesi


Questione d’Amore<br />

Paolo Neri<br />

Ho già scritto su queste pagine <strong>del</strong>l’orgoglio e il rispetto che devono ispirare ogni vero contradaiolo.<br />

C’è una terza virtù, che impedisce all’orgoglio di farsi superbia ed evita di equiparare il<br />

rispetto alla sudditanza o alla formalità. Parlo <strong>del</strong>l’amore, che come spesso dice il celebrante agli<br />

sposi novelli “è il principio di tutte le cose”.<br />

Senza amore la Contrada non può esistere; senza amore la Contrada si trasforma in un mercatino<br />

di misere ambizioni, o in occasione di svago banale.<br />

Si citano spesso le parole che compaiono nel “Breve” (lo statuto) <strong>del</strong>l’Arte dei pittori senesi,<br />

secondo cui nessuna cosa può essere iniziata o completata senza sapere, senza potere, ma, soprattutto,<br />

“senza con amore volere”. Ecco: “con amore volere” è la chiave per aprire lo scrigno<br />

che serba la nostra più antica, preziosa ed esclusiva eredità. La Contrada, appunto.<br />

Il rapporto fecondo tra amore e comunità (soprattutto nel caso <strong>del</strong>la città-stato) è tema antico.<br />

Pericle il fondatore <strong>del</strong>la democrazia ateniese, esortava i suoi concittadini a essere amanti (il<br />

senso <strong>del</strong>la parola greca è: amanti carnali) <strong>del</strong>la propria città. Noi Senesi (che ancora serbiamo<br />

vivo lo spirito <strong>del</strong>la città-stato) lo siamo certamente. Tra i tanti modi, infatti, di interpretare il<br />

<strong>Palio</strong> c’è anche quello di considerarsi, vincendo, i favoriti <strong>del</strong>la nostra amante. E certe gelosie,<br />

certe suscettibilità per l’onore <strong>del</strong>la nostra Siena, che ci fanno apparire strani agli occhi di quelli<br />

di fuori, non sono forse tipici degli innamorati?<br />

E’ l’amore che muove ogni rotellina <strong>del</strong> complesso organismo che anima la Contrada, che ci<br />

consente di vivere una seconda vita, svincolata dalle leggi <strong>del</strong>l’interesse egoistico alle quali<br />

dobbiamo sottostare nella vita corrente.<br />

Tra i tanti tipi di amore, quello, che meglio caratterizza il sentimento <strong>del</strong> vero contradaiolo è<br />

l’amore che intercorre tra madre e fi glio, di cui è testimone la devozione antica dei Senesi per<br />

la Beata Vergine.<br />

Da esso si possono ricavare tre principi che dovrebbero ispirare ciascuno di noi.<br />

Il primo: la Contrada è una mamma che ha bisogno di tutti i suoi fi glioli. Conseguenza: viva il<br />

pluralismo!<br />

Il secondo: ognuno dia alla Contrada quello che può, quando può, come può e non pretenda<br />

ricevuta. Conseguenza: servire la Contrada non sia mai sacrifi cio.<br />

Il terzo: quando la mamma chiama, chi si sente all’altezza risponda. Conseguenza: le cariche di<br />

contrada sono impegni e vanno accettate responsabilmente per amore sincero, non per vanità<br />

di vetrina.<br />

Un principio che viene a proposito quando si entra in fi brillazione all’avvicinarsi di scadenze<br />

elettorali, un’occasione nella quale, prima che di persone, sarebbe imperativo parlare d’idee e di<br />

programmi sulla base dei quali valutare, poi e soltanto, la validità dei candidati.<br />

Tutto questo, naturalmente, se l’amore per la Contrada supera quello <strong>del</strong>la fe<strong>del</strong>tà a un gruppetto<br />

generazionale. Infatti, per chi è veramente “dalla” Spannocchia c’è un gruppo solo: il Nicchio.<br />

E un solo obiettivo: esaltarne la forza che nasce da una vera e convinta unità.<br />

3


In occasione <strong>del</strong>la ffesta<br />

titolare,<br />

l’On.do Priore ha presentato<br />

uffi cialmente alla Contrada<br />

nella sala dei Vasai, le belle ceramiche<br />

che Osvaldo Bagnacci<br />

ha generosamente disposto<br />

che venissero ad arricchire il<br />

patrimonio <strong>del</strong> Nicchio. Durante<br />

la semplice cerimonia,<br />

alla presenza di familiari ed<br />

amici, è stata consegnata una<br />

medaglia alla Signora Marisa<br />

Caroti Bagnacci, in segno di<br />

profonda stima e di sincera<br />

riconoscenza. [foto 1]<br />

L’On.do Priore ha altresì sottolineato<br />

come il valore di<br />

questa donazione vada anche<br />

oltre l’importanza storicoartistica<br />

<strong>del</strong>le ceramiche, ed<br />

foto 1<br />

evidenzi l’attaccamento alla<br />

Contrada attraverso un gesto<br />

inconsueto e particolarmente signifi cativo proprio<br />

perché dai ceramisti e dai fornaciai <strong>del</strong>l’Abbadia<br />

Nuova il Nicchio ha tratto le proprie origini.<br />

La collezione si compone di diciannove pezzi che coprono<br />

un arco temporale che va dal secolo XIV al se-<br />

colo XVIII. Pur noon<br />

dispo-<br />

nendo di da ati precisi<br />

sulla proovenienza<br />

di talii<br />

oggetti,<br />

anche<br />

dalla<br />

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m p l i c e<br />

osserva<br />

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possibile<br />

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che si<br />

foto 2<br />

tratta, neella<br />

quasi<br />

totalità, di manufatti m<br />

4<br />

prodotti a Siena ed e anche<br />

La Donazione Bagnacci<br />

gianni maccherini<br />

il raffronto con gli altri reperti recuperati durante i<br />

lavori alla Pania e nell’Oratorio ed ora esposti nelle<br />

vetrine <strong>del</strong>la sala dei Vasai, lo conferma pienamente.<br />

Il pezzo più antico, riferibile al sec XIV, è sicuramente<br />

un’interessante ciotolina in maiolica arcaica con decoro<br />

fi tomorfo, assolutamente integra, che documenta<br />

in modo esemplare la produzione senese di quel<br />

periodo. [foto 2]<br />

Del secolo XV segnaliamo un’importante brocca a<br />

zaffera ed una brocca di grandi dimensioni con decoro<br />

italo-moresco dove, anteriormente, è raffi gurato<br />

un bricco di gusto orientale, decoro assolutamente<br />

originale che non trova raffronti nelle produzioni coeve.<br />

[foto 3]<br />

Sono <strong>del</strong> secolo XVI un piattino con lo stemma <strong>del</strong>la<br />

famiglia senese Cinuzzi ed una brocca con decoro<br />

alla “porcellana” che riporta sul davanti lo stemma<br />

Piccolomini; sicuramente uno degli oggetti più interessanti<br />

<strong>del</strong>la collezione. [foto 4]<br />

Abbiamo poi un nucleo di brocche datate (sec. XVII)<br />

dette “da mescita” che venivano appunto prodotte<br />

per le osterie e i vinai; una di queste conserva anco


foto 3<br />

foto 4<br />

5


6<br />

ra il “piombo” di garanzia di capacità. Della stessa<br />

tipologia una brocca con lo stemma <strong>del</strong>la grancia<br />

<strong>del</strong>lo Spedale di S. Maria <strong>del</strong>la Scala datata 1656<br />

ed un’altra ancora con lo stemma <strong>del</strong> convento<br />

<strong>del</strong> Carmine (datata 1723) di cui non conosciamo<br />

esemplari simili pubblicati. [foto 5 ]<br />

Per concludere questa, necessariamente breve, descrizione<br />

vogliamo ricordare uno dei pezzi non senesi<br />

ma sicuramente molto interessanti: una bella<br />

ciotola di produzione ispano-moresca (secolo XV)<br />

decorata a lustro, riportante il trigramma di S. Bernardino.<br />

Infi ne una campanina policroma (fi ne sec. XV, inizi<br />

sec. XVI) pur frammentata, attraverso la sua scritta<br />

”LUCRETIA BEL<strong>LA</strong>” trasmette inalterato il fascino<br />

<strong>del</strong> gentile dono di un innamorato; come tutta questa<br />

raccolta, in fondo, testimonia l’amore di Osvaldo<br />

per la ceramica e per la sua Contrada. [foto 6 ]<br />

foto 5<br />

foto 6


In principio, come noto, ffu<br />

la chiesa <strong>del</strong>l’Abbadia Nuova,<br />

ovvero la chiesa di San Giacomo e Filippo. Senza questo<br />

convento probabilmente non sarebbe nato il nostro rione<br />

e non avrebbe poi assunto le forme che oggi conosciamo<br />

ed amiamo.<br />

Ovvio che i due santi apostoli furono, per naturale attrazione,<br />

i primi protettori <strong>del</strong>la nostra contrada. Anzitutto<br />

una piccola precisazione: secondo le più antiche memorie<br />

il monastero era intitolato solamente a san Giacomo e così<br />

si chiamò fi no alle soglie <strong>del</strong>l’età moderna, prima di passare<br />

alle monache di santa Chiara alla fi ne <strong>del</strong> XVI secolo.<br />

È chiaro però che fi n dal Cinquecento la chiesa riceveva<br />

annualmente una certa quantità di cera in occasione <strong>del</strong>la<br />

festività dei santi Giacomo e Filippo, il primo maggio. Le<br />

istituzioni che effettuavano le offerte erano il comune di<br />

Siena e l’Arte dei Vasai, le cui riunioni, come noto, si svolgevano<br />

proprio all’Abbadia Nuova. La corporazione, come<br />

si apprende dai capitoli compilati e approvati nel 1528,<br />

aveva eletto a protettori san Filippo e Giacomo e ogni<br />

iscritto doveva pagare nella stessa occasione una quota<br />

in cera all’altare intitolato ai due apostoli. Nell’occasione,<br />

per volontà <strong>del</strong> comune, era allestita una solenne fi era che<br />

costituiva la più importante occasione di smercio per le<br />

ceramiche insieme a quella che si svolgeva annualmente il<br />

giorno di san Marco.<br />

Questo il contesto in cui mossero i loro primi passi gli uomini<br />

<strong>del</strong> Nicchio, nel lento e progressivo movimento che<br />

portò le contrade, secondo la defi nizione di Aurora Savelli,<br />

“dalle origini a un’ambigua istituzionalizzazione”. Non<br />

abbiamo notizie precise in merito a rapporti tra i Vasai e la<br />

contrada, legami che ad esempio furono particolarmente<br />

stretti nel caso <strong>del</strong>l’Onda con l’Arte dei legnaioli. Certamente<br />

la devozione verso gli stessi patroni dovette mettere<br />

in stretto contatto le due istituzioni. Un documento <strong>del</strong><br />

1590 attesta che il Nicchio si riuniva proprio nella chiesa<br />

<strong>del</strong>l’Abbadia Nuova e non nel vicino oratorio di San Giovanni<br />

Battista, che, secondo la tradizione, avrebbe ospitato<br />

la contrada fi no al 1656. Ciò renderebbe anche più logica<br />

l’elezione dei due santi apostoli a protettori al posto <strong>del</strong><br />

Battista, tanto più che ogni 24 giugno anche questa chiesa<br />

riceveva offerte in cera dal comune, esattamente nella<br />

stessa quantità inviata all’Abbadia Nuova.<br />

Il primo esplicito riferimento ai due santi protettori risale<br />

al 1660, come riportato nelle <strong>del</strong>iberazioni trascritte<br />

nei verbali <strong>del</strong>la Compagnia di santo Stefano al momen-<br />

to <strong>del</strong>la donazione <strong>del</strong> ppalio vinto il 2 luglio. g La festività<br />

La Festa di Maggio<br />

filippo pozzi<br />

doveva essere celebrata con solenni cerimonie religiose,<br />

illuminazione <strong>del</strong> rione e processioni con torce, in linea con<br />

quanto succedeva nelle stesse occasioni in altre contrade e<br />

confraternite. Si sa inoltre che dal 1640 il priore e il camarlengo<br />

avevano il compito di distribuire una certa quantità<br />

di pane ai poveri <strong>del</strong>la contrada anche il giorno successivo<br />

alla ricorrenza. Il Nicchio e la Compagnia di santo Stefano<br />

avevano formalizzato un accordo dove la confraternita, in<br />

cambio <strong>del</strong>la donazione dei palii vinti, avrebbe prestato<br />

alla contrada tutto ciò che fosse servito per “fare la festa<br />

il primo maggio ogni anno”. L’accordo fu riconfermato ancora<br />

nel 1667 e nel 1685, nonostante la contrada avesse<br />

ormai deciso di fabbricare una chiesa propria.<br />

Come noto, nel 1683, dopo aver iniziato l’acquisto degli<br />

immobili necessari alla costruzione <strong>del</strong> nuovo oratorio, i<br />

Nicchiaioli avevano chiesto udienza all’arcivescovo <strong>del</strong>la<br />

città Leonardo Marsili per ottenere licenza di erigere la<br />

chiesa “sotto il titolo e devozione de’ gloriosi monsignori<br />

san Giacomo e san Filippo avvocati e protettori di detta<br />

contrada”. Il presule però rispose che avrebbe concesso la<br />

fondazione di un nuovo oratorio, ma sotto un altro titolo,<br />

vista la vicinanza nel territorio di una chiesa sotto lo stesso<br />

nome. I contradaioli allora decisero di dedicarla a san Gaetano,<br />

riservandosi tuttavia la facoltà di “onorare la festa<br />

de’ loro santissimi avvocati S. Giacomo e S. Filippo”.<br />

Il nuovo protettore avrebbe portato, nel lungo termine, alla<br />

decadenza <strong>del</strong>la festa dei vecchi titolari, anche se, nei<br />

primi tempi, ciò avrebbe determinato un ulteriore impulso<br />

ai festeggiamenti di maggio. Infatti i Nicchiaioli, per terminare<br />

la chiesa, si impegnarono fi n dal momento <strong>del</strong>la sua<br />

consacrazione a raccogliere elemosine con canti di maggio<br />

o “maggiolate” in onore di san Gaetano. Si trattava di un<br />

tipo di questua che all’epoca era in voga anche in altre<br />

contrade (come Pantera, Tartuca e Chiocciola) che dovevano<br />

contribuire alla fabbrica dei propri oratori o all’acquisto<br />

di arredi liturgici, in uso fi no al divieto imposto dalle pubbliche<br />

autorità cittadine nel 1717 per i consueti problemi<br />

di confi ne. Dal 1688 al 1702 Il Nicchio ottenne ogni primo<br />

maggio la licenza di poter effettuare questo tipo di rito,<br />

collegandolo in tal modo con la festa dei santi Giacomo<br />

e Filippo.<br />

In quest’epoca a Siena la festa era celebrata non solo<br />

all’Abbadia Nuova e alla chiesa di san Gaetano, ma anche<br />

in Duomo dalla famiglia Nini. Nel 1688 fu eretto nella<br />

seconda cappella <strong>del</strong>la navata sinistra <strong>del</strong>la cattedrale un<br />

altare intitolato ai due santi apostoli, p , in onore <strong>del</strong> defunto<br />

7


10<br />

cardinale Jacopo Filippo Nini, amico personale <strong>del</strong> papa<br />

senese Alessandro VII morto pochi anni prima, che ne deteneva<br />

il giuspatronato. Il primo maggio sarebbe stato celebrato<br />

senza soluzione di continuità fi no ai primi decenni<br />

<strong>del</strong>l’Ottocento in tutte e tre chiese, come ricorda anche<br />

Anton Francesco Bandini nel proprio diario.<br />

A partire dal primo maggio 1690, quando la fabbrica <strong>del</strong>la<br />

chiesa era nel suo complesso completata, i Nicchiaioli<br />

stabilirono di eleggere annualmente quattro “signori <strong>del</strong>la<br />

festività de’ nostri santi protettori Santi Iacomo e Filippo”<br />

per l’anno venturo, così come si faceva per la festa di san<br />

Gaetano. I “festaioli” si sarebbero fatti carico <strong>del</strong>le spese<br />

da fare per le celebrazioni. L’organizzazione <strong>del</strong>la festa fu<br />

affi data non solo a personaggi di un certo rilievo, come<br />

Giovan Battista Posi, eletto consigliere <strong>del</strong> priore nel 1702,<br />

ma anche ad artigiani come Bernardo Monatti macellaio,<br />

Giovanni Pietro Bruchi muratore, Andrea Felli barbiere<br />

e Antonio Landi vasaio. Oltre alla celebrazione di messe,<br />

addobbi ed elargizione di elemosine, in occasione <strong>del</strong>la festa<br />

annuale si distribuiva già un sonetto celebrativo, così<br />

come avviene oggi.<br />

Alla fi ne <strong>del</strong> 1699 emerse il problema <strong>del</strong> mantenimento<br />

economico di due feste all’anno, che risultava piuttosto<br />

gravoso a causa <strong>del</strong> piccolo territorio e dei pochi abitanti.<br />

Diventava diffi cile pertanto individuare otto uomini diversi<br />

che potessero garantire la degna commemorazione <strong>del</strong>le<br />

festività dei protettori e quindi fu deciso che dal 1701,<br />

per san Giacomo e Filippo, sarebbero state elette quattro<br />

donne con il compito di fornire ciascuna una fi accola di<br />

cera bianca e una lira in elemosina, per consentire la celebrazione<br />

quattro messe in onore dei due apostoli. Nel<br />

caso fosse stato opposto un rifi uto sarebbe stata cura <strong>del</strong><br />

camarlengo <strong>del</strong>la contrada organizzare la detta festa con<br />

il minimo <strong>del</strong>le spese per le messe e un modesto addobbo.<br />

La fi gura di signora <strong>del</strong>la festa fu presa in prestito da altre<br />

contrade (sono conosciute nell’Oca, Onda, Chiocciola,<br />

Istrice, Torre); come avveniva altrove, si affi darono gli oneri<br />

<strong>del</strong>l’organizzazione a donne legate per parentela ai Nicchiaioli<br />

al governo <strong>del</strong>la contrada. Tra le prime benefattrici<br />

spiccarono Caterina Galloni, Maddalena Leoncini, Orsola<br />

Malaspina, Orsola Pianigiani, che nel 1703 effettuarono<br />

donazioni straordinarie in denaro e in cera, facendo celebrare<br />

per il benefi cio <strong>del</strong>la chiesa ben sette messe e offrendo<br />

ulteriori somme per la realizzazione degli stucchi<br />

<strong>del</strong>l’oratorio.<br />

Un’altra data rilevante per la festa contradaiola fu il 1727,<br />

quando furono donate alla contrada due reliquie degli<br />

apostoli provenienti da Roma, probabilmente tramite il<br />

marchese Alfonso Ercolani, dedicatario <strong>del</strong> sonetto celebrativo.<br />

In questa occasione l’argentiere Domenico Bonechi<br />

fu incaricato di realizzare un apposito reliquiario e<br />

l’anno successivo il doratore Francesco Lucatelli eseguì<br />

quattro vasi votivi grazie alle elemosine <strong>del</strong>le signore <strong>del</strong>la<br />

festa.<br />

Negli anni seguenti non si registra niente di eccezionale,<br />

ad eccezione di una elemosina particolare <strong>del</strong> 1740: l’impressione<br />

chiara è che ormai si privilegi la festa titolare di<br />

san Gaetano a scapito di quella dei due santi. Le ultime<br />

notizie in nostro possesso riguardano i pagamenti annuali<br />

<strong>del</strong> custode <strong>del</strong>la contrada per “ammaiare” la chiesa fi no<br />

al 1838. La decisione di porre fi ne alla festa non fu mai<br />

presa uffi cialmente; semplicemente da dopo quella data,<br />

non si fa più menzione né dei due antichi santi protettori,<br />

né <strong>del</strong>la festa. Probabilmente la scelta fu legata a un<br />

cambiamento nella gestione <strong>del</strong> culto da parte <strong>del</strong>la contrada:<br />

avvenne praticamente nello stesso momento in cui<br />

il Nicchio ottenne dal granduca di Toscana la traslazione<br />

nel proprio oratorio <strong>del</strong>la cappella di sant’Ambrogio Sansedoni,<br />

allo scopo di assicurarsi la celebrazione <strong>del</strong>la santa<br />

messa nei giorni festivi (1837). Maggio, in quanto mese<br />

mariano per eccellenza, rimase comunque di particolare<br />

importanza per i contradaioli: lo testimonia la particolare<br />

devozione di cui è stata oggetto la Madonna Auxilium<br />

Christianorum venerata nella chiesa di San Gaetano, protagonista<br />

per ben cinque volte <strong>del</strong>la festa <strong>del</strong>la Domenica<br />

in Albis, la cui festa titolare è appunto il 24 maggio.


24<br />

25<br />

<br />

in italia e nel mondo<br />

… guarda un po’ …<br />

Siamo anche stati pubblicati sulla prestigiosa rivista<br />

“La Ceramica in Italia e nel mondo” … CHE SODDISFAZIONE!<br />

22<br />

23<br />

Riprendere l’esperienza<br />

<strong>del</strong> passato per ridar vita ad un’arte che non<br />

sia la ripetizione pedissequa <strong>del</strong>le forme e<br />

degli stilemi precedenti e andare oltre...<br />

In questa pagina Arte in Tavola:<br />

In alto da sinistra: opere di<br />

Alfredo Gioventù, Rita Miranda,<br />

Francesco Carone.<br />

Sopra: Maria Luisa Acierno,<br />

Silvia Imperiale e Vittore Tasca<br />

posano insieme.<br />

EVENTI E RECENSIONI<br />

Caruso:<br />

Nino<br />

FESTA<br />

DELL’ABBADIA<br />

NUOVA, SIENA<br />

20 - 21 Maggio 2011<br />

Testi e foto di Maria Luisa Acierno<br />

Dopo i maestri ceramisti Carlos Carlè,<br />

Alessio Tasca e Lee Babel quest’anno è<br />

la volta di Nino Caruso, premiato dalla<br />

nobile Contrada <strong>del</strong> Nicchio di Siena<br />

(antica Contrada dei vasai) per la lunga<br />

carriera artistica, di maestro, divulgatore<br />

e sperimentatore nel campo <strong>del</strong>l’arte<br />

ceramica.<br />

Nel museo <strong>del</strong>la Contrada, in continuità<br />

con i reperti in terracotta recuperati<br />

in zona, alcune sue sculture ceramiche<br />

degli anni ’60 -’90 dalle superfici materiche,<br />

con i colori smorzati e terrosi<br />

accanto ai Mitovasi, ispirati alla tradizione<br />

etrusca e mediterranea in particolare,<br />

che richiamano l’idea <strong>del</strong> vaso<br />

come contenitore presente nella cultura<br />

di tutte le antiche civiltà, simbolo e<br />

archetipo per chiunque si cimenti con la<br />

ceramica…<br />

Dall’oggetto-scultura alla progettazione<br />

di opere e strutture basate su moduli<br />

ripetibili, realizzate con quella sua<br />

tecnica particolare <strong>del</strong>l’argilla colata in<br />

sagome di polistirolo espanso da cui ottenere<br />

gli stampi in gesso per le forme<br />

replicabili all’infinito, così da poterle assemblare<br />

anche in modo diverso, a se-<br />

<br />

in italia e nel mondo<br />

all’architettura, alla scultura.<br />

libera sperimentale di i Deruta) Deruta) con con la la<br />

Grande interesse da parte di artisti, presentazione: “Dalla tradizione tradizione all’inall’in- professionisti presenti e dei giovani novazione: la ceramica come come opera opera d’ard’ar<strong>del</strong>l’Istituto d’arte di Siena a cui Nino te e le nuove tecniche.”<br />

Caruso si è rivolto in particolare, esortandoli<br />

a riprendere l’esperienza <strong>del</strong><br />

passato per ridare vita ad un’arte: “Che Nell’ambito <strong>del</strong>la manifestazione stazione orgaorga- non sia la ripetizione pedissequa <strong>del</strong>le nizzata per la festa <strong>del</strong>l’Abbadia bbadia è è stata stata<br />

forme e degli stilemi precedenti ” che allestita nel Complesso di Santa Santa Chiara Chiara<br />

vada oltre… considerando la cultura la collettiva di ceramica contemporacontempora-<br />

<strong>del</strong> nostro tempo, con le esigenze di nea Arte in Tavola, cinquantadue tadue artisti artisti<br />

una società ed un mercato in continua chiamati a confrontarsi sul tema, tema, ognuognu- evoluzione, partendo però sempre dalno con la propria tecnica e immaginaziomaginaziola passione per l’arte e per la bellezza ne. Intarsi di argille diverse per per Vittore Vittore<br />

necessaria per affrontare con amore Tasca, sassi galleggianti in gres res per per AlAl- questo mestiere. Siena come Shigarafredo Gioventù, nero matt e decoraziodecorazioki, la proposta lanciata da Nino Caruso ni raku per Rita Miranda, porcellana cellana e e<br />

durante il seminario, ricordando la sua smalto opaco per Moradei e Sipsz, psz, raku raku<br />

scultura il Vento e le Stelle <strong>del</strong> 1991, par- non affumicato per Silvano Bertazzo, Bertazzo,<br />

te <strong>del</strong> Shigaraki Ceramic Cultural Park, stampa su ceramica di Silvia Calcagno cagno e e<br />

in Giappone, pensan- Carlos Ferrando, solo per citarne e alcuni. alcuni.<br />

do alla possibilità di<br />

adibire il Complesso<br />

di Santa Chiara a<br />

centro multiculturale<br />

per l’arte ceramica,<br />

con sculture all’aperto,<br />

laboratori, workshop. Valorizzare gli<br />

spazi e riconvertirli in favore <strong>del</strong>l’arte<br />

ceramica, un’idea che appoggiamo tutti<br />

con entusiasmo. Grande partecipazione<br />

durante il seminario anche per l’intervento<br />

di Nicola Boccini (CLS Ceramica<br />

CERAMICA OLTRE...<br />

ARCHITETTURA E SPAZIO URBANO<br />

ARTE IN TAVO<strong>LA</strong> O<strong>LA</strong><br />

DIMOSTRAZIONI DE DDEGLI<br />

ARTISTI LIGURI<br />

Marcello Mannuzza fondatore <strong>del</strong>la a Ceramiche Cer il Tondo di Celle Ligure, e Carlo Pizzichini,<br />

ceramista <strong>del</strong>la Contrada <strong>del</strong> el e Drago, Dra in collaborazione hanno voluto ridar vita<br />

e lustro alla tradizionale festa dei vasai v <strong>del</strong>la Contrada <strong>del</strong> Nicchio, così, appoggiati<br />

dalla contrada <strong>del</strong> Priore Paolo Neri ri è ripartita r nel 2009 questa antica tradizione.<br />

Quest’anno per la seconda volta, nella n caserma Santa Chiara si è svolta un’esposizione<br />

di ceramisti provenienti da a diverse div parti d’Italia, e sono state realizzate<br />

dimostrazioni di cotture raku dall’artista artist a ceramista Guido Garbarino di Sassello e<br />

di lavorazione al tornio, in costume e medievale, me <strong>del</strong>lo stesso Marcello Mannuzza e<br />

Caterina Ricci, ceramista senese residente eside e a Celle.<br />

Marcello Mannuzza con il figlio Andrea, drea, d titolari <strong>del</strong>la bottega il Tondo di Celle Ligure,<br />

da cui passano e operano tanti artisti rtisti r ceramisti, quest’anno hanno dato ospitalità<br />

e assistenza all’artista Carlo Pizzichini, chini,<br />

che ha così potuto realizzare le quattro colonne<br />

<strong>del</strong>la nuova sede <strong>del</strong>la Contrada ada a <strong>del</strong> d Drago di cui fa parte, inaugurate proprio<br />

in questi giorni <strong>del</strong>la festa dei vasai. i. i<br />

Ductio Perficior: guidato mi perfeziono...<br />

è il motto latino che accompagna la medaglia in terracotta<br />

consegnata a Nino Caruso, come premio Antica Arte dei Vasai<br />

In queste pagine:<br />

Nino Caruso, opere al museo <strong>del</strong>la<br />

Contrada e all’antico Complesso<br />

di Santa Chiara.<br />

In questa pagina Arte in Tavola:<br />

Sopra a sinistra: opere in primo<br />

piano, Vittore Tasca.<br />

Sopra: Nino Caruso in visita.<br />

A fianco: opere di Valerio Moradei.<br />

La contrada<br />

<strong>del</strong> Nicchio<br />

Le contrade senesi, attualmente 17, nate<br />

a partire dal Medioevo, sono note non<br />

solo per il famoso <strong>Palio</strong> che si svolge due<br />

volte l’anno, ma anche per l’intensa ope-<br />

ra di socializzazione e di conservazione<br />

<strong>del</strong> grande patrimonio culturale e mora-<br />

le di cui dispongono. Ad ogni Contrada è<br />

associata un’antica Arte. Il Nicchio rap-<br />

presenta i Vasai proprio perché nel suo<br />

territorio si concentravano le attività dei<br />

vasai e <strong>del</strong>la ceramica. Il ritrovamento di<br />

testimonianze concrete ha indotto la<br />

Contrada ad allestire un piccolo Museo<br />

con reperti ceramici che si aggiunge agli<br />

altri spazi dedicati <strong>del</strong> centro storico. Il<br />

Nicchio da qualche anno desidera ulte-<br />

riormente valorizzare il suo legame con<br />

quest’arte rievocando l’antica festa che<br />

si teneva ogni anno, all’inizio di maggio in<br />

onore dei Santi Giacomo e Filippo, titola-<br />

ri <strong>del</strong>la Badia Nuova, ora Caserma Santa<br />

Chiara, protettori tanto <strong>del</strong>le compagnie<br />

militari <strong>del</strong>la Contrada che <strong>del</strong>la corpora-<br />

zione dei vasai. Nell’occasione si ten teneva<br />

anche un mercato <strong>del</strong>le opere in cera cerami-<br />

ca, oggi riproposto in forme diverse<br />

nei<br />

giorni <strong>del</strong>la festa. Per questa manifes manifesta-<br />

zione è significativo l’interesse dato<br />

alla<br />

ceramica contemporanea per attir attirare<br />

l’attenzione <strong>del</strong> pubblico e <strong>del</strong>le istitu- ist<br />

zioni sull’opportunità di ricreare quell’at- quel<br />

mosfera creativa creativa a che nel passato aveva av<br />

dato lustro alla città di Siena.<br />

conda <strong>del</strong>l’ispirazione e <strong>del</strong> contesto… lare che, portata fuori dai musei e dalle<br />

Questo il percorso artistico e di ricerca gallerie, interagisce con l’ambiente e<br />

di Nino Caruso a cui la città di Siena ha con chi la osserva, in uno spazio ricco di<br />

voluto rendere omaggio con l’impor- vibrazioni, di luce e di emozioni generatante<br />

mostra nei suggestivi luoghi <strong>del</strong>te dalla materia, dall’opera e dallo spala<br />

contrada, con l’intenzione di offrire zio circostante… Di grande impatto il<br />

nuovi impulsi e attirare l’attenzione lungo Muro Traverso in ceramica smal-<br />

<strong>del</strong> pubblico e <strong>del</strong>le istituzioni pubblitata, bianco opaco, che attraversa la<br />

che e private, sull’opportunità di ricre- soglia <strong>del</strong>l’ex convento, accompagnanare<br />

quell’atmosfera creativa, come ha do il visitatore dall’esterno all’interno:<br />

scritto lo stesso Nino Caruso nella sua un’incursione nel passato e una proie-<br />

lettera di ringraziamento per il premio, zione verso il futuro: una fuga in avanti<br />

necessaria alla sviluppo <strong>del</strong>l’arte cera- questo muro, un progetto degli anni ’80<br />

mica in città e in Italia più in generale. che, complice anche la musica suonata<br />

Collocate nell’antico Complesso di San- all’inaugurazione da un quartetto nel<br />

ta Chiara (XIII sec.) le opere modulari, chiostro, sembra un grande spartito mu-<br />

di grandi dimensioni, dialogano tra loro sicale, con gli elementi modulari come le<br />

in un contesto di semplicità e austerità battute di un pentagramma, con le note<br />

che ne esalta la bellezza rafforzandone e le pause come una scansione ritmica<br />

ancor di più l’importanza e il grande va- <strong>del</strong> tempo... All’interno <strong>del</strong> Complesso,<br />

lore artistico, <strong>del</strong>la ceramica in partico- sullo sfondo dei muri scrostati e vissuti<br />

<strong>del</strong>l’ex convento, le Memorie di Sicilia,<br />

il grande portale in terracotta con un<br />

elemento adagiato sul pavimento, lo<br />

Scudo Verde alla parete e le grandi Colonne<br />

monocrome, che si intravedono<br />

dalla Porta di Naxos, la porta che come<br />

tutti i varchi invita a superare la soglia,<br />

ad andare oltre... L’attenzione rivolta<br />

quindi alla Ceramica nell’architettura<br />

e nello spazio urbano, titolo anche <strong>del</strong><br />

seminario tenuto nell’Oratorio di San<br />

Gaetano dallo stesso Nino Caruso che<br />

ha illustrato, attraverso un excursus<br />

fotografico <strong>del</strong>le sue opere collocate<br />

in tutto il mondo, la peculiarità e la versatilità<br />

di questo materiale nei diversi<br />

ambiti: dalla decorazione ceramica,<br />

11


12<br />

Domenica 2 ottobre, giornata <strong>del</strong>la “Festa dei Nonni”,<br />

si è svolta nei locali <strong>del</strong>la società, l’iniziativa “A pranzo<br />

con i ragazzi di ieri e di oggi”. L’evento è stato organiz-<br />

zato dalla Commissione Solidarietà in collaborazione<br />

con la Commissione Novizi, ed ha unito a banchetto<br />

più generazioni.<br />

La Contrada ha offerto il pranzo ai ragazzi sotto i 16<br />

anni e agli ultra settantenni, oltre agli ospiti <strong>del</strong>le real-<br />

tà sociali presenti nel rione, quali il centro anziani “La<br />

Lunga Gioventù”, l’asilo “Butini Bourke” e il centro<br />

diurno “La Mimosa”. Molto numerosa è stata la parte-<br />

cipazione dei “ragazzi” nati dopo il 1941.<br />

La giornata è stata allietata dalle “cantanti di casa”<br />

Azzurra Pagliani e Serena Sani e non è mancato nem-<br />

meno qualche gradito cammeo <strong>del</strong> nostro tenore Altero<br />

Mensi, esecutore magistrale di tre romanze tratte da<br />

opere celebri.<br />

L’iniziativa è stata un’occasione d’incontro per chi or-<br />

mai, magari per l’età, vive poco il rione, ed ha consenti-<br />

A Pranzo con i Giovani di Ieri e di Oggi<br />

to alle varie generazioni di trascorrere insieme qualche<br />

ora, onorando così chi è custode di quella memoria sto-<br />

rica e di quella identità che merita di essere conservata<br />

oltre il mutare dei tempi.<br />

ylenia girolami


Mentre io continuo a prendere appunti, Lallo parla già<br />

da molto. Fra un aneddoto e l’altro, tira fuori dalla ta-<br />

sca una lettera stropicciata: “Quando nel ‘53 esordii<br />

da barbaresco, la contrada pagava ancora l’incarico.<br />

Lo rifi utai. Non volli niente. Pochi giorni dopo la corsa,<br />

il Seggio mi inviò questa lettera con cui mi ringrazia-<br />

va per l’amore, la capacità e il disinteressamento che<br />

avevo dimostrato. Ci ho sempre messo, sempre, una<br />

grande passione. Fin da quando il grande capitano De<br />

Santi, alla vigilia <strong>del</strong>la mia partenza per il militare, mi<br />

C’era una volta Rostov<br />

andrea berni<br />

mise in mano un libro sui cavalli, e mi disse che appe-<br />

na tornato dalla leva sarei diventato il nuovo barba-<br />

resco <strong>del</strong> Nicchio. Cosi fu.”Galeotto fu quel libro e chi<br />

lo scrisse! Per tutti questi ragazzi intorno a me è un<br />

privilegio poter ascoltare le avventure di Lallo, Gianni,<br />

il Gede e tutti gli altri. Ci troviamo infatti alla Pania,<br />

in una domenica pomeriggio di questo autunno stra-<br />

no, a spezzare la monotonia dei campionati calcistici<br />

grazie al ritrovo ragazzi-barbareschi organizzato dalla<br />

Commissione Novizi. Dapprima ci siamo recati al di-<br />

13


14<br />

stretto dove abbiamo trovato ad attenderci un ospite<br />

speciale. C’era infatti un cavallo, grazie a cui il Giusti-<br />

no ha potuto spiegare qualche segreto <strong>del</strong> mestiere,<br />

mostrando briglie, spennacchiere e pulizia. Nella stalla<br />

invece, Emiliano ha continuato facendo vedere come<br />

il cavallo alloggi lì per quattro giorni. Per la cronaca, i<br />

ragazzi guardavano incuriositi. Ma sarebbe molto più<br />

interessante descrivervi le loro facce mentre ascoltano<br />

i barbareschi <strong>del</strong> Nicchio raccontare la loro aneddotica.<br />

“A 16 anni dopotutto potrebbe succedervi quello che<br />

è successo a me.” dice Senio “D’estate, quando i miei<br />

compagni andavano a Marina di Grosseto, io mi fer-<br />

mavo a Pian <strong>del</strong>le Fornaci. Era un vizio di famiglia. La<br />

strada da lì alla stalla <strong>del</strong>la nostra Contrada fu breve.<br />

Sinceramente uno dei ricordi più limpidi è il consue-<br />

to risveglio affettuoso di Lallo. Purtroppo non amavo<br />

dormire poco. E lui era costretto a svegliarmi a forza<br />

di berci”. “Nella stalla si è costretti a svegliarsi alle 4<br />

e mezzo: c’è sempre qualcosa da fare.” dice Emiliano.<br />

“Pure il cavallo è un abitudinario: non gli piace dormi-<br />

re lontano da casa”. Poi ci sono stati dei casi un po’<br />

eclatanti. “Ricordo Rostov” dice Senio “Sembrava nato<br />

stanco; si appoggiava sulla mia spalla e sbavava come<br />

se avesse voluto dormire in continuazione. Il veterina-<br />

rio Valeri gli dava sempre <strong>del</strong> miele per dargli un po’ di<br />

energia. Non sarebbero bastati nemmeno 500 caffé!”,<br />

tocca aggiungere col senno di poi.<br />

Tra i barbareschi c’è anche chi si nasconde ma viene<br />

interrogato direttamente dal Capitano: “Gianni, cos’è<br />

successo nell’Agosto <strong>del</strong> ‘99?”. Tra le risate dei pre-<br />

senti arriva la risposta. “In questo <strong>Palio</strong> congelato da<br />

regole e squalifi che, non c’è più spazio per gesti di pura<br />

spontaneità. E un ruolo così passionale come quello<br />

<strong>del</strong> barbaresco ne risente molto”. In momenti concitati<br />

come la Mossa poi, cosa prova un barbaresco? “Nel<br />

<strong>Palio</strong> moderno molte cose sembrano inconcepibili.” di-<br />

ce Lallo ”Ho vissuto momenti diffi cili, quando Baiardo<br />

passava sotto ai canapi. Non c’era niente da fare; in<br />

quell’occasione fui difeso anche dal capitano <strong>del</strong>l’Istri-<br />

ce. Quando invece Massimino si ruppe la gamba per il


calcio di Vipera, mi dovetti improvvisare anche infer-<br />

miere. Nel frattempo una donna vestita di rosso ne ur-<br />

lava di tutti i colori al Coghe. Un pochino la sopportai,<br />

ma poi dissi ad una guardia “La tenga lei questa gam-<br />

ba...” e io pensai alla signorina. Gliene dissi quattro.”<br />

Due parole vengono fuori anche sul momento più<br />

emozionante: “Rimanere solo col fantino e il cavallo<br />

nell’entrone è una grande emozione.” dice Paolo Pelli<br />

“Bisogna trasmettergli grinta, dirgli le parole giuste. E<br />

si riesce ad intravedere nel suo sguardo anche la voglia<br />

vincere.” “Qualche fantino però, sembrava Topo Gi-<br />

gio.” sbotta Lallo. I ragazzi ascoltano incuriositi, senza<br />

far troppe domande. Purtroppo sono rari questi mo-<br />

menti di rifl essione tra chi ha fatto la storia <strong>del</strong>la nostra<br />

contrada e chi invece dovrà un giorno farla. L’obiettivo<br />

che la Commissione Novizi si è infatti prefi ssata prima<br />

di questi incontri è favorire un rapporto più spontaneo<br />

tra le distanti generazioni in Contrada. I ragazzi devono<br />

imparare a rompere il ghiaccio: ascoltare oggi, per de-<br />

cidere in futuro come vorranno vivere la loro Contrada.<br />

Con il Gedeone tocca affrontare l’ultima nota dolente:<br />

Brandano. “Fu dolente soprattutto per Lallo. Mentre gli<br />

puliva gli zoccoli, si deconcentrò, e il cavallo “stizzito”<br />

gli schiacciò la mano staccandogli un unghia. Per me<br />

fu una fortuna. Fu il primo ad entrare in piazza al posto<br />

<strong>del</strong> grande Bardassolo II.” Un fi lmato di vecchie foto,<br />

mette fi ne a questo intenso pomeriggio di Nicchio. Ma<br />

Lallo vuole chiudere in bellezza: “Tante cose ragazzi<br />

non ve le possiamo dire. Un bravo barbaresco è uno<br />

scudiero fe<strong>del</strong>e. Ciò che succede nella stalla, rimane<br />

nella stalla. I segreti più duri e indicibili, ce li porteremo<br />

sempre con noi. Quello che abbiamo avuto e che tanti<br />

altri avranno in futuro è un onore meraviglioso e anche<br />

un grande onere: che il cavallo sia una brenna o un<br />

bombolone, le attenzioni devono rimanere le stesse. Mi<br />

piace defi nire il barbaresco “il geloso custode <strong>del</strong> bene<br />

più grande <strong>del</strong>la contrada.” E il sorriso di tutti questi<br />

ragazzi intorno a me, la dice lunga su quanto siano<br />

stati gelosi questi grandi custodi.<br />

15


16<br />

La memoria passa in rassegna le immagini, i fotogrammi dei<br />

ricordi: i giovani Contradaioli, preceduti da un tamburino e due<br />

alfi eri e dal Presidente <strong>del</strong>la Commissione Novizi, che entra-<br />

no nell’Oratorio accompagnati dai rispettivi padrini/madrine;<br />

la Dirigenza <strong>del</strong>la Contrada che attende sui gradini <strong>del</strong>l’altare<br />

<strong>del</strong>l’Oratorio; l’inizio e il termine <strong>del</strong>la Cerimonia che sono an-<br />

nunciati da un rullo di tamburo, mentre gli Alfi eri presentano<br />

le Bandiere; già questo basta per far venire i brividi su tutto il<br />

corpo.<br />

Le parole <strong>del</strong>l’Onorando Priore che illustrano il signifi cato <strong>del</strong>la<br />

cerimonia come al solito ci toccano il cuore.<br />

Poi il padrino o la madrina che presentano il proprio novizio; il<br />

giuramento <strong>del</strong> Novizio:<br />

“Confermo la mia appartenenza al popolo <strong>del</strong>la Nobile Contra-<br />

da <strong>del</strong> Nicchio e prometto di rispettarla, onorarla e difenderla<br />

sempre” ha fatto salire l’emozione alle stelle; il Priore che con-<br />

segna loro una copia <strong>del</strong> Capitolato, la pergamena e mette al<br />

collo il simbolo <strong>del</strong>la Contrada.<br />

Infi ne l’intervento di Roberta che con le sue parole ci ha fatto<br />

piangere: “Solitamente ai ragazzi <strong>del</strong>la vostra età noi adul-<br />

ti siamo abituati a chiedere: dovete essere educati, rispetto-<br />

si, responsabili, attivi. La vostra età viene vista dagli altri, in<br />

contrada, come forse anche a casa, come il momento in cui<br />

riconoscere e raccogliere i giusti consigli, le esperienze, le prove<br />

La Cerimonia di Iniziazione<br />

superate e farne tesoro per poter essere nel futuro donne e<br />

uomini di valore.<br />

La cerimonia dei sedicenni, per come viene vissuta dal Nicchio<br />

e in particolare dai membri di questo seggio, è il un momento<br />

in cui i ruoli si scambiano. Siamo noi in questo momento a rico-<br />

noscere voi come membri effettivi di questa contrada, vi repu-<br />

tiamo maturi al punto giusto per viverla in modo consapevole<br />

e consono alla sua grandezza e bellezza. Il nostro corpo sociale<br />

ha bisogno <strong>del</strong>la vostra giovinezza, <strong>del</strong>la freschezza, <strong>del</strong>la novi-<br />

tà, così da alimentarsi e rinnovarsi in un moto senza fi ne.<br />

La Nobile Contrada <strong>del</strong> Nicchio vi darà tanto e in cambio vi<br />

chiederà solo una cosa: esserne sempre all’altezza, onorandola<br />

con ogni vostro comportamento.<br />

Benvenuti in Contrada”.


Si, in effetti la tendopoli costruita un po’ per fi oretto un<br />

po’ per far capire al nostro capitano che eravamo con<br />

lui, anche fi sicamente, ha portato fortuna agli altri com-<br />

ponenti <strong>del</strong>la sua famiglia e non a noi. Però non è asso-<br />

lutamente da dimenticare, una nottata passata a ridere<br />

e a cercare una posizione consona per la spina dorsale<br />

Tendopoli dal Capitano<br />

conclusa con bomboloni e caffè gentilmente offerti dal<br />

capitano e consorte, il tutto in un giorno decisamente<br />

particolare per lui. Purtroppo i bomboloni sono arrivati<br />

solo sotto forma di dolce ma dopo tutto non tutti gli<br />

scangei non fortunati vengono per nuocere, oddio alla<br />

salute un pochino si, ma all’animo sicuramente no.<br />

17


18<br />

La giornata sicuramente non ce la dimenticheremo, non<br />

solo per la scarpinata che abbiamo fatto da Porta Pispi-<br />

ni a Vignano sotto un sole caldissimo, ma sopratutto<br />

per il numero e per l’entusiasmo dei ragazzi che alle<br />

diciassette <strong>del</strong> 9 di agosto erano presenti all’appunta-<br />

mento per la partenza! Infatti appena la carovana dei<br />

novizi ha fatto il suo arrivo a casa <strong>del</strong>l’Onorando Prio-<br />

re, Paolo è rimasto colpito: eravamo davvero tanti!!!!!<br />

Guidati dal Priore abbiamo visitato la scuderia e i box<br />

dove alloggiano i suoi “campioni”; lo abbiamo ascolta-<br />

to rapiti perchè sentirlo parlare con così tanta passione<br />

di quei cavalli di cui conosce vizi e virtù, è stato per noi<br />

davvero un grande piacere.<br />

Dopo aver scorrazzato tra gli ulivi e giocato a pallone<br />

nel campetto da calcio, ci siamo riuniti intorno all’al-<br />

bero secolare sotto la cui ombra, tanti anni fa, si era<br />

consumata una storia d’amore tra una gentildonna<br />

senese e uno scrittore. Il tutto si è concluso con una<br />

ricca merenda e, com’è nelle nostre abitudini, abbiamo<br />

“spolverato tutto” (anche perchè dovevamo accumu-<br />

lare energie per il viaggio di ritorno che sarebbe stato<br />

molto impegnativo).<br />

Merenda dal Priore<br />

La salita <strong>del</strong>la strada di Busseto...<br />

...la conosciamo tutti!!!!!


Cena da Lucia<br />

Un momento di felicità - da ricordare per sempre - felicità fatta di emozioni semplici e<br />

inaspettate, che ti allargano il cuore, emozioni sempre inseguite, sperate, cercate.<br />

Non sempre le emozioni più grandi sono legate a vi-<br />

cende di <strong>Palio</strong> … il nostro cuore contradaiolo si accende<br />

in momenti di incontro, convivialità o durante cerimo-<br />

nie che consolidano il nostro amore ed il nostro vanto.<br />

Certo, se arrivasse anche la ciliegina sulla torta...<br />

19


20<br />

Negli ultimi anni nella nostra città sta diventando impe-<br />

gnativo sbarcare i mesi che separano il palio d’agosto<br />

da quello di luglio <strong>del</strong>l’anno successivo senza spostarsi<br />

dai due tre bar di piazza, a volte sembriamo statuine di<br />

un plastico alle quali qualcuno si diverte a cambiare i<br />

vestiti col cambiare <strong>del</strong>le stagioni. Nelle prime serate di<br />

settembre insieme ai miei amici ormai entrati negli “en-<br />

ta” e qualcuno negli “anta” (ogni riferimento a “biondi<br />

che fanno impazzire i mondi” è puramente casuale) ci<br />

siamo detti: ma perché non organizziamo noi qualche<br />

serata adatta a noi giovani ma non più teenager? E<br />

allora visto il successo estivo durante la fi era gastro-<br />

nomica abbiamo pensato di riproporre serate in stile<br />

Osteria con cadenza stagionale, da lì il titolo <strong>del</strong>la saga<br />

“Le quattro stagioni <strong>del</strong>l’osteria”. Ora c’è da fare una<br />

premessa, parte, non <strong>del</strong> successo, ma <strong>del</strong>la notorietà<br />

è dovuta soprattutto a leggende, nate forse per la col-<br />

Le quattro stagioni <strong>del</strong>l’osteria<br />

Marco Meini<br />

locazione un po’ appartata nella valle, ma in parte da<br />

sfatare. Sono circolate voci di draghi sputa fuoco visti<br />

volare sui commensali, sirene che incantavano i poveri<br />

malcapitati tanto da far pensare ad una scritta dante-<br />

sca sull’ingresso “Lasciate ogni speranza o voi che en-<br />

trate”. In realtà sono state nient’altro che semplici cene<br />

con intrattenimento musicale, non c’erano draghi ma<br />

una gallina che adesso vive felice a casa di Toccio, nes-<br />

suna sirena… no… via, quelle c’erano ma non erano<br />

pericolose e chi ci si imbatteva non era un malcapitato<br />

ma un parecchiobenecapitato. Il primo appuntamento<br />

<strong>del</strong>la saga è stato quindi quello autunnale, il tema non<br />

poteva che vedere protagoniste la vendemmia e la pi-<br />

giatura, il doppio senso nel mio caso, tanto per cambia-<br />

re, è rimasto ovviamente scritto soltanto nella locan-<br />

dina. E’ doveroso ringraziare Ranuccio che ha donato<br />

tutto il materiale per l’allestimento, dai tralci di vite alla


otte che ancora potete vedere in terrazza e la commis-<br />

sione ricreativa guidata da Benedetta e Michele che si<br />

è prodigata a dare alla nostra terrazza un aspetto rura-<br />

le. Il risultato <strong>del</strong>la serata è andato ben oltre le nostre<br />

previsioni, grazie ai moderni mezzi di comunicazione<br />

e ai contatti raccolti da Matteo durante la fi era siamo<br />

riusciti a veder ballare sulle panche, per altro tutte so-<br />

pravvissute alla serata, quasi 400 persone. Massimo in<br />

cucina, Lello e lo Zar in console per farvi<br />

ballare, io a sparare le solite bischerate al<br />

microfono e soprattutto gli osti e le<br />

splendide fanciulle, (che ovviamente<br />

mi devono un cubalibre per il<br />

“fanciulle”), vestite a te-<br />

ma per non farvi mancare<br />

nulla e per animare la ce-<br />

na. Noi siamo stati gli ar-<br />

tefi ci <strong>del</strong>la serata ma le<br />

tante persone che hanno partecipato e hanno avuto<br />

voglia di divertirsi con noi sono stati i protagonisti. Ci<br />

sarebbero tanti particolari da raccontarvi, alcuni di que-<br />

sti devo dire che erano particolarmente notevoli, so-<br />

prattutto quelli intravisti grazie ai balli<br />

sulle panche, ma preferisco che chi<br />

non c’era li scopra nell’appunta-<br />

mento invernale.<br />

Vi aspettiamo<br />

21


22<br />

Soluzioni <strong>del</strong> numero precedente:<br />

- bambino a carnevale: Moccolo<br />

- bambino imbronciato: Bercio<br />

- bambino ometto: Leo


Il 15 ottobre, nell’occasione <strong>del</strong>la CENA NOBILE (a<br />

lato la splendida apparecchiatura!) è stato donato ai<br />

grandi protettori un disegno di Rita Petti, il secondo<br />

<strong>del</strong>la serie:<br />

“dopo la Fonte dei Pispini, quest’anno l’oratorio”<br />

Cena Nobile<br />

banchetto di chiusura anno contradaiolo<br />

23


24<br />

Mini Masgalano


Tanto per darvi un<br />

assaggio, questa è la<br />

copertina <strong>del</strong> primo<br />

Spannocchino on line...<br />

Da questo numero,<br />

infatti, se volete potete<br />

gustarvi il nostro amato<br />

Spannocchino<br />

sul sito <strong>del</strong>la Nobile!!!<br />

27


28<br />

La mitica squadra vincitrice <strong>del</strong> TROFEO FOSSI 2011


CORSO DI RESTAURO<br />

La Commissione Beni Artistici e Culturali organizza per i contradaioli un corso di restauro, nei locali <strong>del</strong>la contrada, nei seguenti giorni:<br />

Lunedì alle ore 17,00 - Giovedì alle ore 21,30<br />

Per informazioni: Francesca Celentano 338 8665742<br />

<strong>Palio</strong> restaurato Lacerazioni sulla seta<br />

COMMISSIONE PROTETTORATO E SOSTENITORI<br />

La Commissione Protettorato, incaricata anche di tutte le funzioni in precedenza svolte dalla Commissione Finanziaria ricorda che<br />

la quota annuale <strong>del</strong> Protettorato può essere pagata nelle seguanti forme:<br />

• Addebito in conto corrente (RID)<br />

• Bollettino Postale premarcato (quello che ti arriva a casa) con il quale puoi pagare anche la quota dei tuoi familiari indicando<br />

il nome <strong>del</strong> protettore nel corpo <strong>del</strong> bollettino<br />

• Bollettino postale generico sul conto corrente postale intestato a Nobil Contrada <strong>del</strong> NICCHIO, n. 11918539 , causale “Protettorato<br />

2011”<br />

• Bonifi co sul conto corrente bancario presso la Banca Monte dei Paschi di Siena intestato a Nobil Contrada <strong>del</strong> NICCHIO,<br />

causale “Protettorato 2011”, utilizzando le seguenti coordinate bancarie<br />

IBAN: IT29A0103014200000001301927<br />

Addebito in c/c (RID)<br />

Con l’addebito direttosarà la Banca, alla scadenza che tu stesso hai scelto, ad effettuare l’addebito.<br />

Scegli la comodità! Tutto quello che devi fare è scaricare e compilare il modulo di autorizzazione con i dati <strong>del</strong>la tua Banca e <strong>del</strong><br />

tuo conto corrente, fi rmarlo e spedirlo al seguente indirizzo:<br />

- Nobile Contrada <strong>del</strong> NICCHIO - Via <strong>del</strong>l’Oliviera n. 44 - 53100 SIENA;<br />

- a mezzo fax al numero 0577237936;<br />

- per e-mail all’indirizzo: protettorato@nobilecontrada<strong>del</strong>nicchio.it<br />

Per qualsiasi dubbio, domanda, chiarimento puoi contattare gli addetti al protettorato:<br />

CIACCI MONICA 3392740249 - PAOLO PAOLINI 3477780143<br />

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30<br />

NOBILE CONTRADA DEL NICCHIO<br />

PREMIO DI STUDIO “ACHILLE NERI”<br />

ANNO 2011<br />

REGO<strong>LA</strong>MENTO<br />

Art. 1. La Nobile Contrada <strong>del</strong> Nicchio, a ricordo <strong>del</strong>l’Arch. Achille Neri, suo defunto Priore e<br />

Capitano vittorioso, ha <strong>del</strong>iberato la costituzione di un Premio di Studio intitolato “Achille Neri”<br />

<strong>del</strong>l’importo di 800 Euro come contributo per il pagamento <strong>del</strong>la tassa di iscrizione al primo anno<br />

di un corso di laurea attivato presso l’Università di Siena o presso altre università. La famiglia Neri<br />

provvederà inoltre ad integrare tale premio con un buono di 550 Euro da utilizzare per l’acquisto di<br />

libri di testo.<br />

Art. 2. Il Premio di Studio sarà assegnato il 25 Marzo 2012, in occasione <strong>del</strong>la cena <strong>del</strong> Capodanno<br />

Senese, al nicchiaiolo protettore dal sedicesimo anno di età, diplomato nell’anno 2011, che avrà<br />

conseguito la migliore valutazione <strong>del</strong>la Commissione Giudicatrice.<br />

Art. 3. La Commissione Giudicatrice sarà composta da un Vicario <strong>del</strong>la Contrada, da un rappresentante<br />

<strong>del</strong>la famiglia Neri e da tre membri nominati dal Seggio.<br />

Art. 4. La Commissione Giudicatrice avrà sede presso la Nobile Contrada <strong>del</strong> Nicchio e provvederà<br />

nella prima riunione alla nomina di un presidente e di un segretario. Di ogni adunanza dovrà essere<br />

redatto un apposito verbale approvato e sottoscritto da tutti i componenti.<br />

Art. 5. I candidati, entro il termine <strong>del</strong> 31 Gennaio 2012, dovranno presentare presso la sede <strong>del</strong>la<br />

Nobile Contrada <strong>del</strong> Nicchio la documentazione comprovante il conseguimento <strong>del</strong> diploma di scuola<br />

secondaria e l’iscrizione al primo anno di un corso di laurea universitario. Inoltre, in busta chiusa, dovrà<br />

essere presentata la documentazione attestante il reddito <strong>del</strong> nucleo familiare. I candidati potranno<br />

inoltre presentare qualunque altro documento che essi ritengano utile ai fi ni <strong>del</strong>la loro valutazione.<br />

Art. 6. La Commissione Giudicatrice assegnerà il Premio di Studio sulla base <strong>del</strong> voto riportato nel<br />

conseguimento <strong>del</strong> diploma di scuola secondaria. Nel caso che più candidati abbiano riportato la<br />

stessa valutazione, si dovrà tenere conto <strong>del</strong>le condizioni economico-familiari degli stessi (soltanto<br />

in questo caso sarà aperta la documentazione attestante il reddito) e di qualunque altro criterio che la<br />

Commissione ritenga opportuno considerare.<br />

Art. 7. La Commissione Giudicatrice, sulla base <strong>del</strong> suo giudizio insindacabile, provvederà a stilare<br />

una graduatoria comprendente il vincitore ed i candidati ritenuti idonei. In caso di rinuncia <strong>del</strong><br />

vincitore, il Premio di Studio sarà devoluto al candidato più alto in graduatoria.


Cara Dani,<br />

come è solito è venerdì<br />

e la voglia di stare<br />

insieme è sempre la<br />

stessa ma stasera questa<br />

tavola ha un posto<br />

vuoto.<br />

Scrivere una lettera<br />

ad un’ amica che non<br />

c’è più è molto diffi cile,<br />

anche perché tra<br />

noi non ci siamo mai<br />

scritte ma abbiamo<br />

sentito sempre il bisogno<br />

di incontrarci per<br />

chiacchierare e se tu ora fossi qui con noi, molto probabilmente<br />

faresti polemica.<br />

Ci avresti detto che non c’era bisogno di tutto ciò, convinte anche<br />

che saresti stata sorpresa dagli articoli che sono apparsi<br />

sui giornali.<br />

Ti chiediamo di sopportarci anche stasera come hai fatto altre<br />

volte. Siamo sicure che, t’immaginerai, vedendoci qui in tante<br />

quanto sia diffi cile metterci d’accordo sulle tante parole che<br />

vorremo scrivere.<br />

Ci proviamo. Ma tanto ……<br />

Quello che ci importa è riuscire almeno un po’ a farti conoscere<br />

agli altri per come ti abbiamo vissuto noi.<br />

La tua solarità genuina e le tue risate riempivano le nostre<br />

serate, ci piace ricordare i tanti momenti passati insieme; dal<br />

campo scuola alle nostre gite e ai tre meravigliosi giorni passa-<br />

Giuliana,<br />

Forse non sta a me dirlo, ma molti lo penseranno che sei, sei<br />

stata e sarai sempre una bellissima persona. Altruista, disponibile,<br />

generosa, responsabile, sincera; non hai mai provato<br />

odio per nessuno, non hai mai negato la mano a chi te la chiedeva,<br />

né un sorriso a chi ti salutava.<br />

Gli scopi principali <strong>del</strong>la tua vita sono stati la famiglia e il lavoro,<br />

ma mi piace puntualizzare che anche se la tua visibilità<br />

nella Contrada non è stata al massimo, il tuo cuore era azzurro<br />

fi n dalla nascita e sempre (dietro le quinte) hai fatto tutto<br />

quello che ti veniva o non ti veniva chiesto di fare per il Nicchio.<br />

Con nostro padre hai cominciato a dipingere le pergamene, i<br />

fazzoletti, le bandiere che con tanto orgoglio guardavi sventolare.<br />

Ci siamo abbracciate e abbiamo pianto otto volte sotto<br />

quelle bandiere. E’ passato un po’ di tempo ed anche uno dei<br />

tuoi fi gli è venuto a gioire con noi.<br />

Con queste semplici parole, senza preoccuparmi <strong>del</strong>la forma,<br />

abbandonandomi ai ricordi più cari, non ho perso una sorella<br />

meravigliosa ma anche una vera e sana contradaiola, e quando<br />

la vittoria tornerà di nuovo a renderci tutti felici tu sarai<br />

con noi, perché tu non sei sola.<br />

Franca<br />

ti tutte noi insieme al mare la scorsa estate, senza dimenticare<br />

le serate d’inverno a casa tua e il tuo ultimo compleanno non<br />

tanto lontano da oggi dove ancora una volta e purtroppo per<br />

l’ultima volta eravamo ancora lì tutte insieme.<br />

Tra questi ricordi ancora ci passa nella mente la sera in cui incredula<br />

ed emozionata ci hai fatto sapere che avresti “guidato”<br />

le donne di tutte le contrade, già ti brillavano gli occhi e poi<br />

questa tua gioiosa esperienza a fatto si che tu fossi apprezzata<br />

in tutti i rioni. Noi già lo sapevamo. Perché al servizio di quelle<br />

donne hai portato quello stesso entusiasmo che già avevi trasmesso<br />

nelle nostre strade.<br />

Gli ultimi cinque mesi sono stati colmi di tanti ricordi che riaffi<br />

orano e ci scaldano il cuore, primo fra tutti la telefonata<br />

fatta dal mare a Mario, che tanto ti ha incitato a non mollare,<br />

nella quale con la semplicità e la spontaneità di un bambino<br />

gli chiedevi: “VINCIMI QUESTO PALIO”, in questa frase<br />

c’era tutta la consapevolezza che il tempo ti era nemico e che<br />

non avresti avuto altre occasioni perché il fato ha voluto che<br />

andasse così.<br />

Dani, stanne certa che quando questo succederà sarai lì a festeggiare<br />

con tutte noi.<br />

E’ questo in fondo il piccolo tesoro che ci lasci: la tua spontaneità<br />

e la voglia di vivere insieme tante ore belle, magari<br />

bevendo un prosecco.<br />

Se i ragazzi più giovani o le persone che non ti hanno conosciuto,<br />

rimanessero appena incuriositi da questi nostri pensieri<br />

su di Te, allora questo primo venerdì con il tuo posto vuoto,<br />

a qualcosa sarebbe servito.<br />

Le Amiche di sempre<br />

31


Auguri da...<br />

Quelli <strong>del</strong>la Redazione...<br />

32 <strong>LA</strong> <strong>SPANNOCCHIA</strong><br />

a n n o X x I n u m e r o 3

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