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Il Lazzarelli la mandò ai suoi amici, fra i quali il cardinal Pamphili. Morto il principe Francesco Pico, il poeta restò tuttavia a Mirandola, ove morì il di 4 aprile 1693. Aveva settantaquattro anni. Soffriva di calcoli. Fu di grave e bell'aspetto, alto di statura; corpo pieno, capelli castani, occhi neri, ampia fronte. Cortese ed allegro nel conversare, tanto che era l'idolo del bel sesso. Non sentiva tra sporto né pel ballo né pel giuoco; amava molto il teatro, la musica, la campagna, il viaggiare. Amava la buona cucina e tutte le sue squisitezze. Era pure amante dei comodi della casa, che voleva montata sontuosamente e con mobili di prezzo. Era eruditissimo e scrisse con molta purezza di lingua. Certo è che il suo stile teneva da prima del cattivo gusto che regnava in quel secolo; ma egli fu quasi uno dei primi a conoscerlo ed a correggersi. Della prontezza del suo ingegno egli dava questo giudizio: « Quel che io non fo alla prima, non so far più, e con quella certezza datami già dall'esperienza, non ho voluto neppure provarmi a ridurre in più stretto giro i motti che vi mandai o a formarne degli altri ». Scrisse pure tre tragedie che lasciò incompiute. Si provò anche nel dramma e scrisse un Oratorio de Passione di Cristo, che fu stampato per la Corte di Vienna. In questo, si emancipò dalle viete forme, e non fece parlare né il Testo, né Iddio, né Angeli, né Cristo; ma, umorizzando 1’azione, ne fece interlocutori, Maria la madre di Cristo, Maria Salomé, Maria Cleofe, Maria Maddalena, Marta, S. 8
Pietro e S. Giovanni. L'azione si svolge in un sol luogo, in un sol giorno. Lazzarelli fu ascritto a tutte o quasi le Acca- demie d'Italia. Gli Arcadi di Roma lo chiamarono Altemotie Sepiate. A. S. La storia delle edizioni della Cicceide non è molto chiara e può sorgere il dubbio che l'Autore abbia rinnegato la prima anche perché gli era sfuggito qualche sonetto un po’troppo spinto per gli accostamenti religiosi e che avevano fatto mettere l'opera all'Indice. Questi sonetti vennero eliminati nella seconda edizione ( La Cicceide Legitima) ed è difficile reperirli: uno l'ho rinvenuto nel Dictionnaire historique et critique di Pierre Bayle e recita: L'oglio santo Da la febbre, da l'asma e da l'uscita, Don Ciccio ritrovavasi ammalato, E già ridotto in sì cattivo stato, Che’l fean vicino all'ultima partita. Quando, tal nuova il poverello udita Dimandò l'oglio santo, e gli fu dato, Rimanendo così fortificato Per suo franco passaggio a l'altra vita. Ma fatta il Parochian la sua funzione Per la mente uno scrupolo gli corse D'aver fallato nell'operazione; Però che invece d'applicar l'unzione Su i cinque sentimenti, egli s'accorse 9
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175. - I venti freddi e i caldi egu
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Giuseppe, noi vediam, che la Natura
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Di Buda resa l'altra settimana, Don
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Da caricare i piccioli cannoni. Ond
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Schiere del gran Lorena ensi accopp
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Onde cercar volea coll' andar fuore
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L'ionio ciel di barbari lamenti Or,
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Mirando ciò, che per voler divino
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Sendo tutt' applicato a far guadagn
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Che dal dottor Domenici negato Gli
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Destrier, che trasse già cocchio d
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Nulla di men, più bravo assai d'Eg
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Ove accolto con giubilo sarai Da tu
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Quel da te fabbricato industre orde
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Entrò, spinto da stimolo carnale,
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Signor, fo quanto posso acciò che
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In villa per pigliar qualche ristor
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Tratto l' altr' ier da un giovanil
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La rinomata cupola, che feo Fabbric
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Fra gente di giudicio, e di prudenz
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Dal male, onde si forte abbiam temu
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Mentre adesso il tormenta un nuovo
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Da un precipizio appena il pié rit
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Del viver di Don Ciccio, allora qua
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Si mostrò così larga, e liberale,
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Regio tetto, e villan (giusta l'avv
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Estinto anche il figliuol, ch' era
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Conte, più lagrimevole sciagura, M
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Vada di Paro a sviscerar i monti Pe
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Ond' ella de' suoi merti onusta, e
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Il defunto Don Ciccio, e per tal fa
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In cantar di Don Ciccio il mio prur
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Torme d' arrabbiatissimi mosconi. Q
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Però che tuttavia l' invide genti,
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LE SGHIGNAZZATE 173
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4. - S'esamina il dove e da chi sia
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8. - A Don Ciccio, che fece due mad
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E veramente è da stupir non poco,
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Don Ciccio, nel passar da quella pa
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21. - Il Diluvio universale. Quando
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25. - A Don Ciccio, dandogli le buo
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Ch'eran zampe di gatto, Poiché coi
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