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ha faccia da giovane.
Al signor conte Ronchi.
Conte, ancorché Don Ciccio abbia compito
ll cinquantesim'anno, e ancor che sia
Tocco ogni dì da qualche malattia,
Sì che dianzi pareane intisichito:
Pur con un volto pien, grasso, e pulito,
Che spira robustezza, e vigoria,
Richiamata su gli occhi ha l'allegria,
E sembra ogni dì più ringiovanito:
Or quella guancia così liscia, è cosa
In lui, c'ha già su 'l cul tante stagioni,
Insolita del tutto, e mostruosa;
Massimamente aggiuntavi la Glosa,
Là dove il Verbo - Pelle di C...
Dice ch'è sempre mai crespa, e rugosa.
138. - La Nebbia.
Al signor conte Giuseppe Tronchi.
Giuseppe, è già più d'una settimana,
Che, qui regnando una nebbiaccia impura,
I rai del sol torbidamente oscura,
E rende l'aria rigida, e mal sana.
Ora il nostro Don Ciccio è cosa strana,
Quanto si dolga in simil congiuntura,
E quale ansietà mostri, e premura
Che ritorni a soffiar la tramontana.
Io rido intanto; ed ei per le risate,
Che m'ode far, più se 'n travaglia, e suole
Tornar da capo a le querele usate:
E pur poco gl'importa, e in van se 'n duole:
Mentre i C... ancorché sia d'estate,
Son usi a non veder raggio di sole.
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139. - La Pioggia