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74. - A Don Ciccio nelle presenti
copiosissime piogge ed inondazioni.
Al signor Michel Angelo Bendinelli.
Don Ciccio, e che sarà con tanto piovere,
Che più lo stesso mar nol può ricevere;
Son le campagne ornai sazie di bevere,
Ma non han che mangiar le genti povere.
Già fuor de l'alte rive il passo muovere
Veggo l'Arno a Firenze, a Roma il Tevere;
Rotti i ripari alla Stellata, e a Revere,
Già va baccando il Po, fura ogni rovere.
Ma, se di nembi armato il ciel collerico,
Lancia contro di noi gli acquosi spicoli,
Onde a ciascun quest'anno è il climaterico,
Tu sol, fuor di questi umidi pericoli
Salvo uscirai, come leggero, e sferico,
Per conservar la specie de' testicoli.
75. -Soavità incomparabile
di Don Ciccio.
Dolci i grappoli son de' tralci achei,
E dolci le rugiade, onde l'Aurora
Sul nascente mattin le foglie irrora,
Dolce il liquor de gli alveari iblei;
Dolce è il nettare pur, che per gli Dei,
A titol di credenza, Ebe assapora:
Dolce il vin, che ne reca ispana prora,
E non men dolci i zuccheri sabei.
Dolce è 'l frutto, che a noi l' Isauro invia,
E dolce è quel, che 'l faretrato Enone
Produce, o pur la barbara Soria:
Ma, s'alcun vorrà farne il paragone,
Dolce non troverà, che di te sia
Più dolce, o mio dolcissimo C...
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