Scarica in formato PDF

« Il fatto trattato in questa composizione è pura
verità istorica, essendo stato portato nelle cose sostanziali
quasi colle parole precise che v'intervennero,
e questo Don Ciccio, per vostra intelligenza,
è un mio collega tuttoché egli si chiami con
altro nome, ed è così ridicolo, che la mia musa ha
preso per soggetto perpetuo dei suoi componimenti.
»
Nella primavera del 1644 andò a Venezia, poi fu
inviato ad Alessandro VII dal Collegio degli
Avvocati Maceratesi, e nel 1666 si restituì in patria.
Allora gli mori la moglie, lasciandogli quattro figli,
due maschi e due femmine.
Dopo due anni passa alla Rota di Bologna, ove
stringe amicizia coi primi letterati ed artisti della
città, tra i quali il cav. Domenico Maria Canuti, al
quale è diretto il bellissimo sonetto che comincia :
Io son rimasto attonito ed immoto.
Fu intanto chiamato dal duca Pico della Mirandola
per suo uditore; vi si condusse nel 1671 e vi rimase
tre anni.
Nel 1678 fu destinato uditor generale a Ferrara; il
duca Pico lo reclamò primo consigliere e segretario,
e fu così che il Lazzarelli tornò a Mirandola nell’81.
Il duca di Mirandola, per non farselo scappare, lo
nominò preposto, e Gian Francesco accettò la
prelatura, visto e considerato che gli era morta la
moglie e che era tempo di darsi alla chiesa.
Prese possesso nel 1682. Aveva 62 anni quando
disse la prima messa. Ciò avvenne nel mese di
ottobre di quell'anno.
A quell'epoca il Lazzarelli era restato priva quasi
di tutti i suoi congiunti. Il solo figlio Giulio gli era
4