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22.05.2013 Views

46. - Convito poetico dell'Autore. Apicio, quel, che fosse giorno, o notte Non stette mai con le mascelle asciutte, Volle, ch'un dì venissero condutte A cenar seco alcune genti ghiotte. Ma quando furo a tavola introdotte Trovar, che le vivande erano tutte Di lingue sol di pappagal costrutte, Ma in cento modi accomodate, e cotte. Tal'io per fare un genial banchetto Con la stessa invenzion del già descritto, Un sol C... ho per vivanda eletto. E, giusto il fine, che mi son prescritto, L'ho qui fatto in graticola, in brodetto, Allesso, arrosto, appasticciato, e fritto. 47. - Il discredito di Don Ciccio. A qualunque persona, ancorché sciocca, Don Ciccio, io sento dir che già per Lucca Siete noto a bastanza, e che si tocca Con mano il poco sal, ch'avete in zucca. Odo, che più d'un Varo, e più d'un Tucca Da la febea balestra i carmi scocca, E con le burle or vi trabalza, or trucca, Dandovi del C... a piena bocca. Or tal cosa è mal fatta, e con ragione Il signor Podestà dovrìa ridurla Ad una certa qual moderazione: Il che può far, col dire a chi vi burla, Che voi per verità siete un C... Ma non siete però C... di burla. 34

48. - L'Eco. Don Ciccio, mentre un di s'era temuto In villa dirimpetto a un antro cieco, Fece a caso un gran fischio, e udì, che l'eco Tre volte glie'l rende moltiplicato. Allor, tutto fra se trasecolato, Postosi di bel nuovo a parlar seco, Proferse il proprio nome, e da lo speco Pur tre volte gli fu reduplicato. lo, ch'ero seco allor da quelle bande, Vedendol far di ciò segni di croce, In tal modo appagai le sue domande: Colui che triplicato il suono spande Chiamandoti tre volte ad alta voce, Viene a dirti C... tre volte grande. 49. - La Chimera. È la chimera un animai formato, (Conforme insegna la filosofia) Co' membri di più bestie: or se si dia Tal mescolanza, o no, vien disputato; Ve chi l'ha conceduto, e chi negato De' filosofi antichi, e tuttavia Si sta così, ne si può dir, che sia ll punto affatto ancor determinato. Ma chi va con la prima opinione, Senza studiarsi con tanto schiamazzo Di cacciarla nel capo a le persone, Don Ciccio additi, e per confermazione Del sì, mostri ch'egli ha testa di C... Viso di culo, e faccia di C... 35

46. - Convito poetico dell'Autore.<br />

Apicio, quel, che fosse giorno, o notte<br />

Non stette mai con le mascelle asciutte,<br />

Volle, ch'un dì venissero condutte<br />

A cenar seco alcune genti ghiotte.<br />

Ma quando furo a tavola <strong>in</strong>trodotte<br />

Trovar, che le vivande erano tutte<br />

Di l<strong>in</strong>gue sol di pappagal costrutte,<br />

Ma <strong>in</strong> cento modi accomodate, e cotte.<br />

Tal'io per fare un genial banchetto<br />

Con la stessa <strong>in</strong>venzion del già descritto,<br />

Un sol C... ho per vivanda eletto.<br />

E, giusto il f<strong>in</strong>e, che mi son prescritto,<br />

L'ho qui fatto <strong>in</strong> graticola, <strong>in</strong> brodetto,<br />

Allesso, arrosto, appasticciato, e fritto.<br />

47. - Il discredito di Don Ciccio.<br />

A qualunque persona, ancorché sciocca,<br />

Don Ciccio, io sento dir che già per Lucca<br />

Siete noto a bastanza, e che si tocca<br />

Con mano il poco sal, ch'avete <strong>in</strong> zucca.<br />

Odo, che più d'un Varo, e più d'un Tucca<br />

Da la febea balestra i carmi scocca,<br />

E con le burle or vi trabalza, or trucca,<br />

Dandovi del C... a piena bocca.<br />

Or tal cosa è mal fatta, e con ragione<br />

Il signor Podestà dovrìa ridurla<br />

Ad una certa qual moderazione:<br />

Il che può far, col dire a chi vi burla,<br />

Che voi per verità siete un C...<br />

Ma non siete però C... di burla.<br />

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