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34. - La giustificazione dell'Autore
con Don Ciccio.
Come, ch'io v'ho nel cul? Non disse il vero
Chi di me vi suppose un detto tale:
Non ho mica il cervel così leggero,
Che distinguer non sappia il ben dal male.
Voi, cui capisce appena un mondo intero,
Entrar dov'entra appena un serviziale;
Questo sarìa sproposito, ch'invero
Troppo si scosterìa dal naturale:
Anzi, se tra i filosofi più chiari
Non si trovò, né s'è trovato ancora,
Chi sappia unir due termini contrari:
Come volete voi, ne la mal'ora,
Ch'io possa aver nel culo un vostro pari,
Se voi siete di quei, che stan di fuora ?
35. - Il Donativo.
Ne' giorni addietro un padre Teatino,
Ch'ha con Don Ciccio qualche obbligazione,
Gli fece d'una gabbia donazione,
Con dentro un delicato cardellino:
Or egli, a fin d'averlo a sé vicino,
Perc'ha del canto suo delegazione,
Sel tien sopra la testa pendolone
A un fil di ferro incontro al tavolino.
E forse il mise in quella positura,
(Come che veramente ha gran cervello),
Per l'ordine serbar de la Natura;
Ch'essa, quando de l'uom fece il modello,
Vediam, che con prudente architettura
Pose a star i C... sotto a l'uccello.
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