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40. - Il Peso.
Io mi trovai presente l'altra sera
Quando Don Ciccio, grosso, e corpulento,
Qual natura il formò, venne a cimento
Con un collega suo d'egual panziera.
Si contendea del peso, e la stadera,
Cui rimesso ne fu l'esperimento,
Sentenziò per Don Ciccio, e 'l mostrò, ch'era
Diciotto libbre men di quattrocento.
Io però, quanto a me, son di pensiero,
Che sì gran peso, a titolo di tara,
Meriti almen la detrazion d'un zero:
Parendo incompatibile col vero,
Ch' ei pesi presso a quattro centinara,
E che si mostri poi così leggero.
4l. - Per il maritaggio di Don Ciccio.
Al signor Antonio Pinti.
Antonio, al fin Don Ciccio,
Spinto da la focosa
Furia libidinosa
Del suo carnal capriccio,
S' è trovata una sposa
Cosi leggiadra, e bella,
Che col nome di Sole ognor l'appella:
E non crediate già,
Che mosso da l'affetto
Più che da verità, cos'i la dica,
Perché, non men del sole, è con effetto
Aurea di faccia, e di natali antica.
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