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25. - A Don Ciccio, dandogli le buone feste.
Don Ciccio, già ch' è prossimo il Natale,
Dandoti sin da qua le buone feste,
Prego il Signor, che medico celeste
T' applichi un buon cerotto capitale:
Con che preservativo speziale
Dal canchero ti guardi, e da la peste,
E che pel capo insipido t' appreste
Una presa di spirito di sale.
E ben vogl' io sperar, che di lassuso,
Dal nato Dio, per compensar le tue
Virtù, saratti ogni tesor dischiuso:
E che in te verserà le grazie sue,
Massime in questo dì, ch' egli ha per uso
Di conferirle a un asinello, a un bue.
26. - A Don Ciccio, nel finir dell'anno.
Don Ciccio, il tempo vola, eccoci ornai
Giunti al principio de l' ottantasei:
E questo ancor trapasserà, che mai
L' empio non dà riposo a i vanni rei.
Così non sol teatri, e colossei
Va divorando ognor, come tu sai:
Ma gli stessi anni santi, e giubilei,
Senza potersi saziar già mai.
Cosi meschia, e confonde il prima, e 'l poi:
Cosi atterra del par co' dardi sui
La più vil plebe, e i più sublimi eroi;
Pur noi vivremo ad onta di costui
Eternamente: io ne gli scherni tuoi,
E tu, babbion, ne le risate altrui.
27. - A Don Ciccio, in persona d' un reo,
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