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6. - La melanconia di Don Ciccio. Don Ciccio non è più gaio quod pria: Ma con fronte dimessa, e ciglio oscuro. E' pare appunto la malinconia . Intagliata per man d'Alberto Duro: Quindi, vedendol senza compagnia Muover il passo lento, e mal sicuro. Un qualche professor d'astronomia Il crederebbe certo il pigro Arturo. Ma quel riso gentil, che prima, e poi, Vezzeggiando in sul labbro di costui Lo fea cotanto amabile fra noi, E già passato ne le bocche altrui, Mentre in vedendo gli andamenti suoi Tutti oggidì si ridono di lui. 7. - A Don Ciccio, per le poesie da lui composte sopra le vittorie di S. M. Cesarea nell' Ungheria. Or ch 'a i trionfi d' Ungara Bellona La tua lira poetica prepara Sonori archi di gloria, e ch' a la rara Voce de' carmi tuoi Pindo risuoni, Coglion, Don Ciccio, unitamente a gara Le Muse i più bei fior, ch' abbia Elicona, Per intrecciarne ippocrenea corona Su la sua fronte gloriosa, e chiara. Ma senza mendicar fioriti doni Dal margo d' lppocrene o d'Aganippe, Onde il tuo nobil crin s' orni, e coroni, Assai più serberian le proporzioni, S' elle t' inghirlandassero di trippe, Che per natura stan sopra i C... 178
8. - A Don Ciccio, che fece due madrigali sotto titolo di schizzi. Cessa, Don Ciccio, omai Da gli schizzi poetici che fai, E più saggio intraprendi altro esercizio: Altrimenti darai Da mormorar assai Del tuo poco giudizio: Mentre, vergando in questa forma i fogli, Si stimerà che violar tu vogli Con simile intrapresa L'altrui giurisdizione: Però che lo schizzar (se ben si pesa La forza del sermone) È cosi da C..., non da C... 9. - La presa di Buda, applaudita da Don Ciccio co' suoi componimenti poetici. Or che son quasi a disloggiar costretti Da Buda soggiogata i fieri Traci, Mentre colme d' orror bombe voraci S'alzan volando a diroccarne i tetti; Ne gode il mondo, e de gl' interni affetti Son i volti d' ognun nunzi loquaci: Van per l' aria strisciando allegre faci, Odonsi rimbombar sacri, e moschetti. Che più? fra le gioconde acclamazioni Di mille cigni spiritosi, e gai, Don Ciccio anch' ei gorgheggia inni e canzoni. Or chi gioia maggior mirò giammai, S' oggi si fan sentir fino i C... Che per natura lor non parlan mai? 179
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6. - La melanconia di Don Ciccio.<br />
Don Ciccio non è più gaio quod pria:<br />
Ma con fronte dimessa, e ciglio oscuro.<br />
E' pare appunto la mal<strong>in</strong>conia .<br />
Intagliata per man d'Alberto Duro:<br />
Qu<strong>in</strong>di, vedendol senza compagnia<br />
Muover il passo lento, e mal sicuro.<br />
Un qualche professor d'astronomia<br />
Il crederebbe certo il pigro Arturo.<br />
Ma quel riso gentil, che prima, e poi,<br />
Vezzeggiando <strong>in</strong> sul labbro di costui<br />
Lo fea cotanto amabile fra noi,<br />
E già passato ne le bocche altrui,<br />
Mentre <strong>in</strong> vedendo gli andamenti suoi<br />
Tutti oggidì si ridono di lui.<br />
7. - A Don Ciccio, per le poesie da lui composte<br />
sopra le vittorie di S. M. Cesarea nell' Ungheria.<br />
Or ch 'a i trionfi d' Ungara Bellona<br />
La tua lira poetica prepara<br />
Sonori archi di gloria, e ch' a la rara<br />
Voce de' carmi tuoi P<strong>in</strong>do risuoni,<br />
Coglion, Don Ciccio, unitamente a gara<br />
Le Muse i più bei fior, ch' abbia Elicona,<br />
Per <strong>in</strong>trecciarne ippocrenea corona<br />
Su la sua fronte gloriosa, e chiara.<br />
Ma senza mendicar fioriti doni<br />
Dal margo d' lppocrene o d'Aganippe,<br />
Onde il tuo nobil cr<strong>in</strong> s' orni, e coroni,<br />
Assai più serberian le proporzioni,<br />
S' elle t' <strong>in</strong>ghirlandassero di trippe,<br />
Che per natura stan sopra i C...<br />
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