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LE SGHIGNAZZATE 2. - L'Autore sollecita il ritorno di primavera nel mentre che compone sopra Don Ciccio. O primavera, gioventù de l'anno, Genitrice bellissima di fiori. D'erbe novelle, e di novelli amori, A cui ciel, terra, e mare applausi fanno; Tu, per cui verso il mar correndo vanno Dal gel, che gli stringea, sciolti gli umori, E tra le fronde i volator canori Co' zefiretti a gareggiarsi stanno; Deh riedi, o bella, e le tue man rosate Spargan là su dal cielo in ogni parte Di gigli, e gelsomin piogge odorate. Così fien le poetiche risate Ch' io formo per Don Ciccio in queste carte Dal riso de' tuoi fiori accompagnate. 3. - Incertezza da chi discenda Don Ciccio. Al signor Giulio Balestrieri. Giulio, Don Ciccio è un animal, né questo Par che si controverta, Essendo cosa indubitata, e certa: Sol de la spezie, o razza Diversamente si discorre in piazza; Ma il più gentil capriccio, Che fra molti l'altr' ier se ne sentisse, Fu quel d'un bell'umor, che così disse: - Qual dal capo d'un Giove uscì Minerva, Tal da quel d'un giovenco uscì Don Ciccio: E quindi è, ch' ei conserva Non una sola, o due: Ma tutte in sé le qualità del bue. 176

4. - S'esamina il dove e da chi sia nato Don Ciccio. Don Ciccio, che voi siate un animale, Nempe una bestia priva di ragione, Non ha bisogno di dimostrazione, Mentre tutti vi tengono per tale: Ciò che riman da investigarsi, è quale Sia la vostra legittima agnazione, Come pure in qual clima o regione Precisamente avessivo il natale: Ma, riflettendo al vostro portamento Tumido, e gonfio a guisa d'una palla, Io son venuto in questo sentimento: Cioè, che v' abbia, quanto al nascimento, Partorito sul Tago una cavalla Di quelle, che s'impregnano di vento. 5. - Al sig. N., il quale fece alterare Don Ciccio mentre, vedendogli alcune macchie sopra la veste, gli disse ch'egli era un porco. Se ben da sé Don Ciccio, allor che scorge Quegli untumi c' ha sparsi Per la sua veste sucida, s' accorge D' esser un animal de i già banditi Là da gli ebrei conviti; Pure il sentir nomarsi Con quel titolo sporco, Sol per riputazione, a lui dà noia, Perché voi, nominandol per un porco, Venite a dir ch' è figlio d'una troia. 177

4. - S'esam<strong>in</strong>a il dove e da chi sia nato<br />

Don Ciccio.<br />

Don Ciccio, che voi siate un animale,<br />

Nempe una bestia priva di ragione,<br />

Non ha bisogno di dimostrazione,<br />

Mentre tutti vi tengono per tale:<br />

Ciò che riman da <strong>in</strong>vestigarsi, è quale<br />

Sia la vostra legittima agnazione,<br />

Come pure <strong>in</strong> qual clima o regione<br />

Precisamente avessivo il natale:<br />

Ma, riflettendo al vostro portamento<br />

Tumido, e gonfio a guisa d'una palla,<br />

Io son venuto <strong>in</strong> questo sentimento:<br />

Cioè, che v' abbia, quanto al nascimento,<br />

Partorito sul Tago una cavalla<br />

Di quelle, che s'impregnano di vento.<br />

5. - Al sig. N., il quale fece alterare Don Ciccio<br />

mentre, vedendogli alcune macchie sopra<br />

la veste, gli disse ch'egli era un porco.<br />

Se ben da sé Don Ciccio, allor che scorge<br />

Quegli untumi c' ha sparsi<br />

Per la sua veste sucida, s' accorge<br />

D' esser un animal de i già banditi<br />

Là da gli ebrei conviti;<br />

Pure il sentir nomarsi<br />

Con quel titolo sporco,<br />

Sol per riputazione, a lui dà noia,<br />

Perché voi, nom<strong>in</strong>andol per un porco,<br />

Venite a dir ch' è figlio d'una troia.<br />

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