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Ond' ella de' suoi merti onusta, e carca
Oggi splende lassù fra gli astri assisa)
Entro quest'urna industremente incisa
Giace col corpo, e al pellegrin, che varca,
Parlando va dal concavo de l'arca
Con bocca di macigno in questa guisa:
- Don Ciccio, io quel, le cui famose azioni
Già notissime son dal terreo centro
A gli alti, e remotissimi trioni;
Io son quell' io, che qui mi riconcentro,
E questo è 'l primo caso, che i C...,
Soliti a star di fuori, entrasser dentro. -
294. - L'Epitafio.
Al signor abate Felice Viali.
Vial, morì Don Ciccio (e come disse
Del fiero, e formidabile Circasso
Là ne la sua Gerusalemme il Tasso)
Morì Don Ciccio, e tal morìo qual visse.
Volle in somma il destin, ch' egli morisse,
Qual fu sempre vivendo, un babbuasso:
E subito che fu di vita casso,
Volle che tale a i posteri apparisse.
L'istoria dunque (acciò che non restasse
Il Fato inefficace) un marmo elesse,
Ove ordinò che si depositasse.
Poi queste note di sua man v' impresse; -
Un testicolo è qui di prima classe,
Un C... il maggior che 'l mondo avesse. -
295. - L'Epitafio.
Al signor Bernardo Moscheni.
Signor, se ben dal grave mal passato
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