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L' altro dì Monsignor fece un convito
Ad un drappel de l' uno, e l' altro sesso,
E fu con loro anche Don Ciccio ammesso
A titol di Poeta, e d' Erudito.
Ma, perché de le donne, onde fornito
Era quel nobilissimo congresso,
Nessuna mai rivoltò gli occhi ad esso,
Dimostrossene offeso, e incollerito.
E pur ei non avrìa d' un caso tale
Dovuto farne caso, né schiamazzo
Come d' un gran delitto capitale;
Poi che le donne, intente a quel sollazzo
Ch' eccita in lor l' istinto naturale,
Non guardano a i C..., guardano al C...
236. - La Disunione.
Al signor Matteo Regali.
Matteo, chi 'l crederia? quell'unione
Stata sempre sì stretta, e cordiale
Tra Don Ciccio, e 'l fratel, che forse uguale
Non se n' è vista più tra due persone,
Or, per non so qual fievole cagione,
S' è rotta finalmente in forma tale,
Ch' io temo (e sarà forse il minor male)
Che vengan tra di loro a divisione;
Però ch' alteratissimi, e discordi
A le proposte del pacificarsi
L' uno, e l' altro di lor si mostrali sordi.
E pur non ho più visto a praticarsi,
Che i C... usi sempre a star concordi
Vengano a l' atto mai del separarsi.
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237. - L'Autore è richiesto a sollecitar
la spedizione d'una causa pendente avanti
Don Ciccio ammalato.
Al signor Sebastiano Andreozzi.