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Sempre in volto la gioia, or par che sia
De l'umor malinconico l'idea,
E l'archetipo de l'ipocondria.
Ei non discorre più de la Morea,
Né de le guerre là de l'Ungheria:
Anzi né pur vuol più, come solea,
Prender seco alcun altro in compagnia.
Or mentr' ei de' Colleghi abbandonati
Con solitario pié fugge lo stuolo,
E va per luoghi inospiti, e scasati,
Gli altri restan di ciò trasecolati
Vedendo, fuor del solito, andar solo
Un di quei, che van sempre accompagnati.
224. - Don Ciccio vestito di felpa
anche nel mese d' agosto.
Quando s' abbia a parlar senz' adularsi,
Quell'abito, che in dosso ti sei posto,
A me pare un di quei, che l'Ariosto
Disse, che son difficili a mutarsi.
Vestire ancor di brumal felpa, e farsi
In tal guisa veder di mezz'agosto,
Fa meraviglia, e il fine è sì nascosto
Che fin or da verun sa penetrarsi.
Gelo d'età non è; perché tu sei
Di anni ancor fresco, e già si sa che n' hai
Non più di trentacinque, o trentasei.
Ma che tanto indagar, perché non sai ?
Veston sempre di felpa i C... miei.
E non si vede che si mutin mai.
225. - L'invito a Venezia.
Noi già siamo a Venezia: or tu chi fai,
Che tu non vieni a starcene con noi,
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