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Non è colpa d'alcun, non è disdetta
Qual tu la stimi, l'esserti toccato
Fra gli Uditor l' abitazion più stretta,
Ma il tuo tardo venir l' ha cagionata.
È usanza in questa Ruota inveterata,
Che, secondo l'arrivo, ognun si metta
Ne la stanza, che trovasi sgombrata:
Però d' essere il primo ognun s' affretta.
Per sedar dunque il cor, che ne sospira,
Entravi ad abitarla, e più non sparga
Querele il labbro tuo mosso da l' ira:
Che se tu v' entri, diverrà più larga:
Sai che la stanza de' C... si stira,
E in conseguenza si dilata, e slarga.
184. - Il Cannocchiale.
Don Ciccio, io mi trovai per accidente
Su la Torre de l' ore un giorno, quando
Tu stavi ne la Piazza passeggiando
Verso la Pescheria con altra gente.
Quindi un amico, ed io ponevam mente
A quei da basso, e gli andavam guardando
Con un occhial del Galileo, lodando
D' un istromento tal l'opra eccellente.
Or mentre, a mirar te, portai vicino,
Dove il vetro è maggior, l'occhio al cannone,
Tu mi sembrasti un piccol coglioncino.
Ma quando nel rivolger l' occhialone
Ti guardai dove il vetro è più piccino,
M' apparisti, qual eri, un gran C...
185. - Le prerogative de'Testicoli.
Gran sostegni del Mondo, almi C...,
Del Celeste Fattore opre ingegnose:
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