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N° 6 - Giovanni Ficetola

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(dalla prima)<br />

… il 19 aprile dell’anno scorso. A un anno esatto<br />

dalla sua scomparsa, dunque, dopo alcuni mesi<br />

passati a rileggere le sue opere, a rifletterci sopra e<br />

a scrivere i contributi critici che potete leggere su<br />

questo numero, abbiamo deciso di dedicargli un<br />

doveroso tributo con le sole “armi” di cui<br />

disponiamo: la passione per la letteratura e la<br />

voglia inesausta di porci domande e di cercare le<br />

affascinanti connessioni tra la letteratura e il reale,<br />

tra la scrittura e il mondo. Perché la letteratura<br />

non è un “corpo estraneo” che non ha niente a<br />

che vedere con il mondo “esterno”. Al contrario,<br />

noi siamo convinti che la letteratura possa ancora<br />

raccontare il mondo, rivelandone le meccaniche<br />

segrete e inquietanti (come fa Ballard), e che<br />

possa ancora dirci, su noi stessi, su questa<br />

particolare razza di bipedi che presume di<br />

dominare il pianeta su cui abita, molto più di<br />

quanto possano dire altre discipline.<br />

Nessun intento polemico, intendiamoci. Il nostro<br />

sentito tributo a James Ballard, completato da<br />

un’intersezione con il cinema di David<br />

Cronenberg, il più ballardiano dei registi, non<br />

nasce come contrapposizione ad altro. Nasce per<br />

la sincera ammirazione che chi scrive ha sempre<br />

nutrito per questo grande scrittore, fin dalla<br />

scoperta dei suoi primi libri. Se riusciremo, con<br />

questo numero e, soprattutto, con i due racconti<br />

di Ballard che vi pubblichiamo, a interessare<br />

anche solo qualcuno di voi lettori all’opera di<br />

questo importantissimo Autore, ci dichiareremo<br />

più che soddisfatti. Perché il nostro intento di<br />

base, al di là delle elucubrazioni critiche e del<br />

piacere che proviamo ad elaborarle e a sottoporle<br />

al vostro acuto giudizio, rimane quello di<br />

diffondere la letteratura e di far parlare di essa<br />

esattamente come si parla di sport, di cinema, di<br />

politica, di società, di costume e di spettacolo. La<br />

nostra è e resta una visione estremamente<br />

“normale” della letteratura. Non la osanniamo e<br />

non la anteponiamo forzatamente a nulla, e<br />

soprattutto non la scagliamo addosso a nessuno<br />

come se fosse un anatema; noi la proponiamo, la<br />

rinverdiamo, la suggeriamo, la offriamo.<br />

Non c’è bisogno di esaltare la letteratura; essa si<br />

esalta da sé, senza alcun bisogno di grancasse o di<br />

retoriche insistenze. Per questo, vi lascio<br />

volentieri a Ballard e alla sua cartesiana e<br />

profondissima scrittura, con un’unica avvertenza<br />

(del resto scontata): su questo numero, tra saggi e<br />

74<br />

testi ballardiani, è rappresentata una minima parte<br />

della produzione dello scrittore inglese. Vi<br />

proponiamo due racconti folgoranti, che valgano<br />

come “antipasto” ad un pranzo ben più ricco che,<br />

se vorrete, potrete servirvi in tavola cercando i<br />

libri di Ballard, scoprendoli sugli scaffali delle<br />

librerie o delle biblioteche. Credetemi: nulla è<br />

appagante come la scoperta di un Autore, la<br />

ricerca dei suoi lavori, la lettura cadenzata – uno<br />

dopo l’altro – dei suoi libri, ciascuno dei quali<br />

rappresenta un’acquisizione di coscienza, un altro<br />

passo verso la conoscenza di un universo di<br />

pensiero e di sentimenti.<br />

Pochi scrittori hanno saputo dare del ‘900<br />

un’immagine vivida e inquietante come quella che<br />

esce dalle pagine di Ballard. Io mi fermo qui:<br />

ovviamente, il resto del giudizio spetta a voi<br />

lettori. Ci auguriamo di avervi fornito, con questo<br />

numero della “Lanterna”, una interessante chiave<br />

per schiudere il mondo ballardiano, la cui<br />

esplorazione – per chi vorrà – dovrà poi<br />

proseguire individualmente, secondo i ritmi e la<br />

sensibilità di ciascuno.<br />

Su un’altra novità, del resto adeguatamente<br />

introdotta nel corpo della rivista, vorrei<br />

soffermarmi un attimo, prima di salutarvi. Una<br />

nuova sezione, intitolata “(e)spunti”, si inaugura<br />

su questo numero: brevi colpi d’occhio su temi<br />

letterari e non, su usi e costumi dell’oggi, su<br />

dibattiti aperti o dimenticati, insomma su ogni<br />

argomento che ci passi per la testa e che possa<br />

avere un minimo d’interesse, pur senza meritarsi<br />

una trattazione più ampia. Un modo, se vogliamo,<br />

per aumentare gli spunti di riflessione e di<br />

dibattito presenti sulla “Lanterna di Born”, senza<br />

infliggervi lunghe trattazioni che non avrebbero<br />

sufficiente ragion d’essere. Non c’è niente di<br />

peggio del burro spalmato su una fetta di pane<br />

troppo grande, da cui l’idea di ridurre le<br />

dimensioni della fetta di pane…<br />

E allora non mi resta che augurarvi buona lettura<br />

con Ballard, con Cronenberg, con le nostre nuove<br />

“tartine” imburrate (speriamo a dovere), e con<br />

l’immancabile critica cinematografica, che vede<br />

tra gli altri due articoli “rubacchiati” dal<br />

misterioso sito del nostro collaboratore più<br />

misterioso, quel <strong>Giovanni</strong> <strong>Ficetola</strong> di cui non si<br />

discutono l’intelligenza e la preparazione.<br />

Casomai, se ne discute l’esistenza…<br />

Grazie a tutti, e alla prossima.<br />

Matteo Fontana

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