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(dalla prima)<br />
… il 19 aprile dell’anno scorso. A un anno esatto<br />
dalla sua scomparsa, dunque, dopo alcuni mesi<br />
passati a rileggere le sue opere, a rifletterci sopra e<br />
a scrivere i contributi critici che potete leggere su<br />
questo numero, abbiamo deciso di dedicargli un<br />
doveroso tributo con le sole “armi” di cui<br />
disponiamo: la passione per la letteratura e la<br />
voglia inesausta di porci domande e di cercare le<br />
affascinanti connessioni tra la letteratura e il reale,<br />
tra la scrittura e il mondo. Perché la letteratura<br />
non è un “corpo estraneo” che non ha niente a<br />
che vedere con il mondo “esterno”. Al contrario,<br />
noi siamo convinti che la letteratura possa ancora<br />
raccontare il mondo, rivelandone le meccaniche<br />
segrete e inquietanti (come fa Ballard), e che<br />
possa ancora dirci, su noi stessi, su questa<br />
particolare razza di bipedi che presume di<br />
dominare il pianeta su cui abita, molto più di<br />
quanto possano dire altre discipline.<br />
Nessun intento polemico, intendiamoci. Il nostro<br />
sentito tributo a James Ballard, completato da<br />
un’intersezione con il cinema di David<br />
Cronenberg, il più ballardiano dei registi, non<br />
nasce come contrapposizione ad altro. Nasce per<br />
la sincera ammirazione che chi scrive ha sempre<br />
nutrito per questo grande scrittore, fin dalla<br />
scoperta dei suoi primi libri. Se riusciremo, con<br />
questo numero e, soprattutto, con i due racconti<br />
di Ballard che vi pubblichiamo, a interessare<br />
anche solo qualcuno di voi lettori all’opera di<br />
questo importantissimo Autore, ci dichiareremo<br />
più che soddisfatti. Perché il nostro intento di<br />
base, al di là delle elucubrazioni critiche e del<br />
piacere che proviamo ad elaborarle e a sottoporle<br />
al vostro acuto giudizio, rimane quello di<br />
diffondere la letteratura e di far parlare di essa<br />
esattamente come si parla di sport, di cinema, di<br />
politica, di società, di costume e di spettacolo. La<br />
nostra è e resta una visione estremamente<br />
“normale” della letteratura. Non la osanniamo e<br />
non la anteponiamo forzatamente a nulla, e<br />
soprattutto non la scagliamo addosso a nessuno<br />
come se fosse un anatema; noi la proponiamo, la<br />
rinverdiamo, la suggeriamo, la offriamo.<br />
Non c’è bisogno di esaltare la letteratura; essa si<br />
esalta da sé, senza alcun bisogno di grancasse o di<br />
retoriche insistenze. Per questo, vi lascio<br />
volentieri a Ballard e alla sua cartesiana e<br />
profondissima scrittura, con un’unica avvertenza<br />
(del resto scontata): su questo numero, tra saggi e<br />
74<br />
testi ballardiani, è rappresentata una minima parte<br />
della produzione dello scrittore inglese. Vi<br />
proponiamo due racconti folgoranti, che valgano<br />
come “antipasto” ad un pranzo ben più ricco che,<br />
se vorrete, potrete servirvi in tavola cercando i<br />
libri di Ballard, scoprendoli sugli scaffali delle<br />
librerie o delle biblioteche. Credetemi: nulla è<br />
appagante come la scoperta di un Autore, la<br />
ricerca dei suoi lavori, la lettura cadenzata – uno<br />
dopo l’altro – dei suoi libri, ciascuno dei quali<br />
rappresenta un’acquisizione di coscienza, un altro<br />
passo verso la conoscenza di un universo di<br />
pensiero e di sentimenti.<br />
Pochi scrittori hanno saputo dare del ‘900<br />
un’immagine vivida e inquietante come quella che<br />
esce dalle pagine di Ballard. Io mi fermo qui:<br />
ovviamente, il resto del giudizio spetta a voi<br />
lettori. Ci auguriamo di avervi fornito, con questo<br />
numero della “Lanterna”, una interessante chiave<br />
per schiudere il mondo ballardiano, la cui<br />
esplorazione – per chi vorrà – dovrà poi<br />
proseguire individualmente, secondo i ritmi e la<br />
sensibilità di ciascuno.<br />
Su un’altra novità, del resto adeguatamente<br />
introdotta nel corpo della rivista, vorrei<br />
soffermarmi un attimo, prima di salutarvi. Una<br />
nuova sezione, intitolata “(e)spunti”, si inaugura<br />
su questo numero: brevi colpi d’occhio su temi<br />
letterari e non, su usi e costumi dell’oggi, su<br />
dibattiti aperti o dimenticati, insomma su ogni<br />
argomento che ci passi per la testa e che possa<br />
avere un minimo d’interesse, pur senza meritarsi<br />
una trattazione più ampia. Un modo, se vogliamo,<br />
per aumentare gli spunti di riflessione e di<br />
dibattito presenti sulla “Lanterna di Born”, senza<br />
infliggervi lunghe trattazioni che non avrebbero<br />
sufficiente ragion d’essere. Non c’è niente di<br />
peggio del burro spalmato su una fetta di pane<br />
troppo grande, da cui l’idea di ridurre le<br />
dimensioni della fetta di pane…<br />
E allora non mi resta che augurarvi buona lettura<br />
con Ballard, con Cronenberg, con le nostre nuove<br />
“tartine” imburrate (speriamo a dovere), e con<br />
l’immancabile critica cinematografica, che vede<br />
tra gli altri due articoli “rubacchiati” dal<br />
misterioso sito del nostro collaboratore più<br />
misterioso, quel <strong>Giovanni</strong> <strong>Ficetola</strong> di cui non si<br />
discutono l’intelligenza e la preparazione.<br />
Casomai, se ne discute l’esistenza…<br />
Grazie a tutti, e alla prossima.<br />
Matteo Fontana