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N° 6 - Giovanni Ficetola

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Ora, nel cinema di Cronenberg la dicotomia CORPO-MENTE c’è sempre stata. Basti pensare a<br />

titoli come “La zona morta” (The Dead Zone, 1983), “Scanners” (id., 1981), ma anche, per certi<br />

versi, “Pasto nudo”.<br />

Negli ultimi film, il discorso del regista sembra essersi fatto,<br />

per così dire, più adulto. Egli sembra voler portare non solo<br />

sul piano del reale, ma anche su quello (cinematograficamente<br />

più importante) del REALISMO i suoi personaggi e le sue<br />

riflessioni.<br />

Le MUTAZIONI cui i corpi cronenberghiani vanno incontro<br />

non sono più connotate da un genere che in qualche modo le<br />

giustifichi. Esse irrompono nel tessuto del quotidiano.<br />

Riprendiamo il Tom Stall di “A History of Violence”, il<br />

comune e apprezzato gestore di un semplice diner che si ritrova<br />

di colpo alle prese con una violenza emersa da dentro di lui!<br />

Qualcosa che il suo corpo (ma ancor più la sua psiche) aveva<br />

celato e che è improvvisamente tornato a galla. Le buone<br />

maniere e la bontà d’animo si rivelano niente più che una<br />

maschera, come anche la tranquilla vita della cittadina di<br />

Il corpo di Nikolai provincia. Noi –sembra dire Cronenberg – non sappiamo chi siamo<br />

Viggo Mortensen deve esibire i realmente.<br />

tatuaggi. Il corpo è il suo curri-<br />

culum, la mappa della sua mutazione<br />

Ancora più ambiguo e inquietante è, secondo me, il discorso svolto con “La promessa<br />

dell’assassino”. La fotografia insolitamente calda ne fa già in partenza un lavoro di rottura,<br />

piuttosto diverso dal Cronenberg “classico”, freddo e algido.<br />

“Eastern Promises” è un film di CORPI IN GIOCO, di corpi che lottano, che partoriscono, che si<br />

spaccano, che muoiono, che mentono e che parlano secondo il loro linguaggio. Anche la Mafia<br />

russa è rappresentata da Cronenberg, in fondo, come un CORPO NEL CORPO, un elemento<br />

dissonante eppur mimetizzato nella struttura della città. Nikolai, col suo mestiere di autista, è<br />

colui che raccorda i diversi corpi, le membra di questa città divisa eppure unica, nella quale le<br />

coordinate morali faticano a restar ferme.<br />

Ma Nikolai è anche lo “smontatore” di corpi, il becchino che lavora per l’umorale Kirill, colui<br />

che – in una splendida scena – mozza le dita e cava i denti ad un cadavere per impedirne<br />

l’identificazione. E davanti a quello stesso cadavere, coperto di tatuaggi, il poliziotto commenta:<br />

“Nelle prigioni russe la storia della tua vita si deve poter leggere sul tuo corpo.”<br />

Anche il corpo di Nikolai è coperto di tatuaggi. L’infiltrato Nikolai deve anzi a sua volta<br />

sottoporsi alla lettura del corpo, per essere promosso nella gerarchia del clan (altra sequenza<br />

eccezionale). Egli deve ottenere proprio quei tatuaggi, quel linguaggio DEL corpo e SUL corpo,<br />

che gli consentiranno di arrivare sempre più in alto nella cupola mafiosa.<br />

Ma non solo il corpo maschile è al centro di “Eastern Promises”, lo è anche quello femminile.<br />

Corpi freddamente violati, come quelli delle prostitute; corpi che muoiono partorendo, come la<br />

ragazza adolescente che dà origine alla storia, o corpi di bambini che muoiono nel ventre<br />

femminile, come è accaduto alla protagonista Anna (una sempre brava Naomi Watts). Il parto e<br />

l’aborto sono da sempre ossessioni cronenberghiane. 6<br />

6 E’ certamente superfluo, ma è d’obbligo qui citare la celeberrima e terrificante sequenza del “parto onirico” di Geena<br />

Davis ne “La mosca”. Il timore di essere rimasta incinta del metamorfizzato Seth Brundle si concretizza in un incubo:<br />

quello di dare alla luce un feto che ha le sembianze spaventose di un insetto!<br />

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