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I NUOVI CANONI DELL’ORRORE: CRONENBERG 1996 – 2007<br />
E arriviamo così al Cronenberg ultima maniera, che è poi il vero punto d’interesse di questo<br />
scritto. Fatto salvo quello strano oggetto che è “eXistenZ” (id., 1999), gli ultimi film di<br />
Cronenberg prescindono in modo pressoché totale dagli stilemi dell’horror.<br />
Lo stesso “eXistenZ” non è un horror propriamente detto, per quanto non sia privo di<br />
elementi orrorifici: strane creature, connessioni corpo-macchina, inquietanti interfacce tra la<br />
carne e la macchina. Il discorso cronenberghiano, come nel successivo “Spider”, si concentra<br />
qui sul problema della COMPRENSIONE del reale: come possiamo affermare che ciò che stiamo<br />
vivendo sia “reale”, e non faccia parte di un elaborato videogioco o di una realtà virtuale<br />
appositamente creata? La carne dei corpi può essere pie-<br />
gata e ingannata, i corpi stessi possono essere negati, o<br />
meglio: può essere negata la loro ESISTENZA fisica, con-<br />
tro ogni apparenza. Gioco o realtà? La domanda, un po’<br />
leziosamente per la verità, attraversa tutto “eXistenZ”<br />
fino al beffardo e irrisolto finale.<br />
Il succitato “Spider” è forse il testo basilare da<br />
prendere in considerazione per descrivere l’allon- Connessioni corpo-macchina, escre-<br />
tanamento di Cronenberg dal genere horror. scenze di “nuova carne” in “eXistenZ”<br />
Film durissimo ed estremamente coerente,<br />
“Spider” racconta la schizofrenia del suo personaggio protagonista accettandone<br />
fondamentalmente le regole “narrative”: confusione di passato e presente, personaggi che si<br />
sovrappongono (anche grazie al ricorso ai medesimi attori per interpretarli), luoghi che<br />
rimandano ad altri luoghi tramite dettagli, singoli elementi che il regista utilizza con grande<br />
maestria. L’orrore di “Spider” è nella sua stessa ragnatela mentale, è nella prigionia del<br />
personaggio nel suo stesso corpo, e nella scissione CORPO-MENTE che replica quella, un po’<br />
schematica forse, REALE-IRREALE vista (ma anche continuamente smentita…) in “eXistenZ”.<br />
I temi della violenza e del suo inestricabile<br />
collegamento col sesso sono ben presenti anche<br />
nell’ultimo Cronenberg, seppur raffinati nello stile.<br />
“A History of Violence” (id., 2005), senza<br />
concedere nulla all’horror, descrive lucidamente il<br />
riemergere di un passato di violenza in un uomo<br />
comune. E il successivo “La promessa<br />
dell’assassino” non fa che proseguire il discorso,<br />
portando la violenza tra la gente comune,<br />
svelandone la presenza segreta ovunque, e<br />
La ragnatela mentale di “Spider” è riprodotta smascherando la crudeltà sulla quale tanto spesso i<br />
anche fisicamente dal protagonista (un titani- rapporti umani si basano.<br />
co Ralph Fiennes), che ne è prigioniero.<br />
Il personaggio-chiave è ancora una volta, come già in “History of Violence”, quello interpretato<br />
da Viggo Mortensen, il gelido killer siberiano Nikolai, al servizio di una famiglia di mafiosi russi<br />
a Londra. In realtà, egli è un infiltrato. Sta compiendo, a prezzo di enormi rischi e sacrifici, la<br />
scalata nell’organizzazione, attraversandone riti e usanze. Si sta dunque immedesimando sempre<br />
più, sta mettendo a disposizione i proprio CORPO, che viene coperto di tatuaggi, indispensabili<br />
nell’organizzazione per sancire i diversi “gradi” dell’ascesa.<br />
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