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N° 6 - Giovanni Ficetola

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allardiano di “Crash”, a ben vedere, anche se lo stile di Cronenberg non è ancora abbastanza<br />

algido e “pulito” per affrontare il testo dello scrittore inglese<br />

(che infatti sarebbe stato tradotto in pellicola solo nel 1996).<br />

E il contagio, anche in “Videodrome”, si estende: al prota-<br />

gonista Max Renn cresce un organo, nel cervello, che lo<br />

sintonizza su una realtà “altra”, un delirio nel quale corpo<br />

e TV si saldano oscenamente. “Lo schermo televisivo” –<br />

dice l’inquietante professor O’Blivion, fondatore della<br />

succitata Cathod Ray Church” – “è ormai il solo vero oc-<br />

chio del mondo. Ne consegue che lo schermo TV fa Lo schermo come membrana organica:<br />

ormai parte fisicamente del cervello umano.” la “nuova carne” dell’orrore televisivo<br />

E O’Blivion, come si scoprirà, “vive” unicamente su<br />

nastri registrati, essendo egli fisicamente morto. La sua esistenza è solo un segnale TV, “è tutto<br />

registrato”, direbbe forse il Lynch di “Mulholland Drive”.<br />

LA CARNE E LA METAMORFOSI: CRONENBERG 1986-1996<br />

Probabilmente quanto sin qui detto sarebbe già sufficiente ad illustrare, sia pure per sommi<br />

capi, il tema-principe del cinema di Cronenberg: il rapporto tra la psiche e la carne, e la<br />

mostruosità insita nei corpi e nelle pulsioni sessuali. Opere come “Pasto nudo” (Naked Lunch,<br />

1991) e “Crash” esplorano a fondo tale problematica, e rispetto agli inizi smaccatamente di<br />

genere del cinema cronenberghiano mostrano un raffinamento notevole della regia e dello stile,<br />

uno sguardo che diviene sempre più distaccato e gelido, si potrebbe dire equidistante da tutti i<br />

corpi e dalle loro spaventose “avventure” (si pensi a “Inseparabili” [Dead Ringers, 1988],<br />

inquietante e algida esplorazione del tema del doppio).<br />

Quello che ci interessa, in questa sede, è giungere alle ultime opere del regista canadese – e in<br />

particolare a “La promessa dell’assassino” (Eastern Promises, 2007) – per individuarne e svelarne i<br />

punti di contatto (ma forse faremmo meglio a dire “di sutura”!) con la produzione precedente.<br />

Non sarà inutile, però, soffermarci un istante sul celebre e già citato “La mosca”, uno dei film<br />

più noti e di maggior successo di Cronenberg. Perché in esso, ancora una volta, sono il corpo e<br />

la MATERIA ORGANICA ad essere al centro della riflessione. Molto nota la trama: il geniale<br />

inventore Seth Brundle non riesce a teletrasportare corpi vivi. “Forse sono troppo ignorante<br />

sulla carne”, afferma. La carne, dunque, è la sostanza stessa di cui è fatto il film, un film dalla<br />

fotografia alternativamente calda (vedi l’appartamento di Geena Davis) e fredda (il laboratorio<br />

di Brundle), come a suggerire una estraneità della carne – sostanza “calda” e vitale per<br />

antonomasia – dal personaggio e dagli esperimenti del protagonista. 3<br />

Il teletrasporto che alla fine Brundle sperimenta su sé stesso altro non è che una disintegrazione<br />

con successiva ricomposizione del corpo. Uno smontaggio-rimontaggio nel quale il minuscolo<br />

corpo di una mosca finisce per inserirsi, creando un mostro e, ancora una volta come già in<br />

“Videodrome”, dando origine alla “nuova carne”, a un nuovo essere frutto di un’inedita<br />

“copula genetica”. In tanti, a livello critico, hanno ovviamente scomodato Kafka per affiancare<br />

alla metamorfosi di Seth Brundle quella letteraria di Gregor Samsa.<br />

Ma in realtà non potrebbero esserci testi più diversi. Gregor si sveglia un mattino in forma di<br />

insetto senza che della sua metamorfosi si possa dare la benché minima spiegazione, se non<br />

3 Cronenberg non rinuncia del resto all’ironia, in questo film, come quando fa dire a Geena Davis/Veronica: “Sai perché le<br />

donne pizzicano le guance ai bambini? E’ la carne. Ci fa impazzire!”<br />

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