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iniziale eticamente critica a un’altra che non appare né migliore né peggiore, essendone, per<br />
molti versi, la conseguenza diretta e ovvia.<br />
Ballard conduce cioè una disamina delle condizioni di vita che si determinano in una società in<br />
cui la tecnologia sembra aver sostituito la natura. Ma, si badi, non c’è nostalgia elegiaca per un<br />
ipotetico tempo perduto 5, bensì la lucida constatazione degli effetti di una caduta rispetto a una<br />
situazione di partenza che è presentata nella sua oggettiva e fredda evidenza: nel percorso che,<br />
da un banale black-out, conduce alla rovina del condominio la natura tende a rioccupare gli<br />
spazi che la tecnologia ha invaso e tentato di ordinare, ma si può davvero credere che questo sia<br />
un male, cioè una condizione in qualche modo dipendente da scelte determinate, definite e<br />
moralmente sbagliate? Il passaggio alla violenza è semmai il riaffiorare della natura umana nella<br />
sua più profonda essenza: non ci può essere, sotto questo profilo, condanna morale (gli animali<br />
agiscono per istinto, non certo per decisioni razionali!). Se c’è un vizio dunque esso è, per così<br />
dire, originario: va ricercato cioè nel condominio stesso, nella (altrettanto istintiva e tracotante)<br />
aspirazione, che nemmeno l’architetto Royal, che il condominio l’ha progettato, riesce a<br />
dominare completamente, a sfidare la verticalità, a costruire la nuova torre di Babele, a scalare il<br />
cielo. È come se l’aspetto stesso del condominio ne segni, fin dalle origini, il destino 6.<br />
Peraltro – come a voler sottrarre di nuovo il racconto ad ogni possibile vagheggiamento<br />
nostalgico – Ballard fa capire chiaramente che l’affiorare in superficie di pulsioni represse non<br />
porta a nessun percorso di purificazione, non approda a nessuna salvifica redenzione 7: la scalata<br />
di Richard Wilder verso la cima del grattacielo anzi, metafora della ribellione sociale delle classi<br />
inferiori (ma anche estremo atto di arroganza, di sfida al cielo), è la materializzazione di un<br />
conflitto che il condominio stesso ha contribuito ad alimentare, o addirittura ha creato. Questa<br />
scalata però non è guardata né con simpatia né con ostilità: è, per così dire, una delle<br />
manifestazioni (la più estrema, se si vuole, ma per certi versi forse non la più grave) di una<br />
società umana che ha elevato a sistema la repressione di ogni aspetto di umanità 8. E infatti solo<br />
nei momenti finali verrà usata una pistola, mentre lo scontro era rimasto fino ad allora sul piano<br />
puramente fisico (Wilder nella sua scalata abbandona progressivamente la cinepresa con la<br />
quale intendeva documentare la vita del condominio e mette in mostra sempre di più il corpo,<br />
sul quale si dipinge segni tribali). In altri termini i conflitti sembrano generati più che dai singoli<br />
(o dalle masse d’individui) dal condominio stesso, che è il primo ad abbandonare la tecnologia,<br />
nel momento in cui il black-out blocca gli ascensori e, con questi, ne rivela la fragilità<br />
costitutiva, l’inservibilità. Come dice Ballard fin dall’inizio, “con i suoi quaranta piani, mille<br />
appartamenti, supermercato, piscine, banca e scuola materna, il condominio offriva sufficienti<br />
occasioni per scatenare violenze e accentuare conflitti” 9.<br />
5 A. Caronia, La morbida geometria di James G. Ballard, in J.G. Ballard, La mostra delle atrocità, trad. italiana di A.<br />
Caronia, Milano, Feltrinelli 2001, p. 193, osserva che “la «mitologia del futuro prossimo» che Ballard vuole creare va<br />
esattamente nel senso contrario” a quello tracciato dalla scienza. “Ma non nel modo nostalgico e «reazionario» di un<br />
autore come Bradbury (che Ballard stima ma da cui si sente, a ragione, lontanissimo). Niente vagheggiamento di un<br />
passato preindustriale o di un mondo «pulito». Le utopie classiche gli sono estranee, anche quelle apparentemente più<br />
ragionevoli e fondate”.<br />
6 Cfr. Caronia, Le radici, cit.: “Il simbolo (ma per certi versi anche l’espressione concreta) di questa caratteristica<br />
dell’ambiente artificiale e tecnologizzato in cui vivono gli abitanti, è la verticalità di questi edifici che sembrano voler<br />
«colonizzare il cielo»”.<br />
7 Ancora Caronia, La morbida geometria, cit., p. 193: “È sempre con sofferto amor fati, è tramite l’attraversamento<br />
dell’inferno che i suoi personaggi attingono quel poco si ambigua salvezza a cui possono arrivare”.<br />
8 In questo senso, come osserva anche Caronia, sono notevoli i punti di contatto con un breve romanzo più tardo di<br />
Ballard: Running World, che racconta del massacro di trentadue adulti da parte dei loro figli adolescenti in un esclusivo<br />
complesso residenziale fuori Londra, organizzato secondo parametri di efficienza tecnologica e completamente isolato<br />
dal resto del mondo: insomma un prototipo di società in cui tutto è talmente programmato da rivelarsi instabile e<br />
fallibile (un caso classico, per molti versi, di eterogenesi dei fini).<br />
9 J.G. Ballard, Il condominio, cit.<br />
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