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Mysterion - Rivista di Ricerca in Teologia Spirituale

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www.MYS ERION.it<br />

F. ASTI<br />

33<br />

5 (2012/1) 25-44<br />

Nel suo libro La vera vita prospetta una perfetta connessione fra spiritualità, etica e vita<br />

sociale 22 . Anzi si esprime con un term<strong>in</strong>e che richiama maggiormente la presenza <strong>di</strong> Dio<br />

nelle relazioni umane, cioè vita mistica. È vero che, come si abusa del term<strong>in</strong>e spiritualità,<br />

per giunta troppo complesso, anche quello <strong>di</strong> mistica risente degli stessi problemi,<br />

ma esso corrisponde al fatto <strong>in</strong>derogabile <strong>di</strong> un Dio che entra nel mondo umano volendo<br />

creare una relazione stabile. Mentre con l’espressione vita spirituale si pone <strong>di</strong> più<br />

l’accento sul soggetto che percepisce, la parola mistica apre alla presenza <strong>di</strong> Dio che si<br />

comunica non solo al s<strong>in</strong>golo quanto alla comunità degli uom<strong>in</strong>i.<br />

Per lo stu<strong>di</strong>oso il soprannaturale, cioè la vita <strong>di</strong> grazia, la comunicazione <strong>di</strong> Dio<br />

all’uomo, l’<strong>in</strong>timità che <strong>in</strong>staura con la sua creatura, è un fatto sociologico, per cui è<br />

oggetto <strong>di</strong> <strong>in</strong>terpretazione per la sua ricaduta sulle relazioni umane. La sociologia deve<br />

<strong>in</strong>teressarsi <strong>di</strong> quest’aspetto della religione cristiana, <strong>in</strong> quanto è all’orig<strong>in</strong>e dei cambiamenti<br />

sociali che si sono succeduti nel tempo. La sua proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o può essere così<br />

riassunta: «la vita soprannaturale nella società umana come <strong>in</strong>tegrativa, s<strong>in</strong>tetizzante, e<br />

trascendente della vita naturale, presa sia come <strong>in</strong>iziativa <strong>di</strong>v<strong>in</strong>a nell’uomo sia come<br />

corrispondenza dell’uomo all’appello <strong>di</strong> Dio» 23 . L’idea costante nel suo lavoro è dare<br />

<strong>di</strong>gnità scientifica all’esperienza che il credente fa <strong>di</strong> Dio, base su cui si è costruita <strong>in</strong><br />

particolare la società occidentale. La vita <strong>di</strong> grazia non è, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, da considerarsi come<br />

negativa per la crescita della società, anzi essa è <strong>in</strong>tegrativa della personalità del soggetto,<br />

è s<strong>in</strong>tesi dello sviluppo <strong>di</strong> una civiltà ed è apertura alla Trascendenza.<br />

Volendo superare la visione materialistica della sociologia delle religioni, Sturzo <strong>in</strong><strong>di</strong>ca<br />

che l’azione soprannaturale <strong>di</strong> Dio nell’uomo è qualcosa <strong>di</strong> percepibile non solo<br />

all’esterno del credente, ma anche e soprattutto nelle relazioni che costituiscono il gruppo<br />

<strong>di</strong> appartenenza e, <strong>in</strong> genere, la società <strong>in</strong> cui il credente vive e si esprime. Vi è,<br />

qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, un <strong>in</strong>treccio fra il naturale e il soprannaturale che <strong>di</strong>fficilmente si può sc<strong>in</strong>dere,<br />

<strong>in</strong> quanto Dio opera concordemente con l’uomo: «il naturale e il soprannaturale sono<br />

così <strong>in</strong>trecciati <strong>in</strong> tutti i fatti della vita sociale che riesce <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>scernere nel concreto<br />

storico f<strong>in</strong>o a qual punto l’uno operi senza che l’altro sia <strong>in</strong>tervenuto. I fatti stessi, nel<br />

loro complesso, ci danno la marca <strong>di</strong> un valore superiore appena si mostrano i motivi <strong>di</strong><br />

fede, <strong>di</strong> speranza e <strong>di</strong> amore che vi hanno concorso» 24 . L’esperienza etica del credente<br />

riporta la riflessione <strong>di</strong> Sturzo nel vivo dei rapporti sociali, <strong>in</strong> cui il primo è chiamato a<br />

esporsi <strong>in</strong> prima persona nel miglioramento della società.<br />

L’aspetto politico della fede non può essere negato, pena una visione della spiritualità<br />

<strong>di</strong>sancorata dalla realtà quoti<strong>di</strong>ana. Grazie a questo legame con la pratica delle virtù e<br />

della morale, il credente esplicita la sua essenza nel concreto <strong>di</strong> un’esistenza fatta <strong>di</strong><br />

relazioni sociali. Don Luigi Sturzo è ben conscio dell’accusa che gli potrebbe essere<br />

rivolta, cioè <strong>di</strong> <strong>in</strong>trodurre nel <strong>di</strong>scorso sociologico un elemento dogmatico che falserebbe<br />

il metodo della sperimentazione e della <strong>in</strong>duzione, ma la sua <strong>in</strong>tenzione è costruire<br />

una scienza sociale a partire dall’esperienza che un gruppo fa <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong> conseguenza<br />

delle ricadute che vi sono nella società. Fare ricorso ai fatti spirituali significa considera-<br />

22 L. STURZO, La vera vita. Sociologia del soprannaturale, Vivere <strong>in</strong>, Roma 2006 2 .<br />

23 Ivi 28.<br />

24 Ivi 29.

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