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scappato da qualche ricovero, ma non sono cose di<br />
cui mi devo interessare ... o sì?<br />
“Scusi”, chiedo quasi per rompere il silenzio, “sa che<br />
ore sono?”<br />
“Manca poco alla mezzanotte”, mi risponde senza<br />
guardarmi e quasi stupito della domanda. “Scusi, sta<br />
aspettando un treno?”, insisto<br />
“Sì, c'é un treno a mezzanotte.”risponde<br />
“È da molto che aspetta?” chiedo<br />
Il vecchio sorride e volge il suo sguardo verso di me<br />
mentre sento un brivido percorrermi la schiena. “Se é<br />
molto che aspetto?” mi dice, “pensi che sono venuto<br />
qua questa mattina... allora ero molto giovane..”<br />
Io penso che sia un po’ matto o forse un po’<br />
sclerotico, ma lui continua: “mi avevano portato qui i<br />
miei genitori, perché prendessi un treno, non aveva<br />
importanza quale, purché lo prendessi, vedevo che<br />
ogni tanto ne passava uno, sapesse quanti ne ho visti,<br />
trainati da locomotive a vapore, poi a carbone, poi<br />
elettriche, poi... vagoni blu, marrone, verdi. Quanti<br />
volti ho visto affacciati ai finestrini. Ricordo una<br />
ragazza sorridendomi mi invitava a salire, ma io non<br />
ero sicuro che quello fosse il mio treno e così... altre<br />
volte gruppi di ragazzi, militari, qualche vecchia, oh,<br />
se ne ho visti di volti e tutti mi invitavano: “Dai, vieni<br />
su, sali sul treno, vieni.” Ma io non ero sicuro che<br />
fosse il treno giusto!”<br />
Il suo sguardo ritorna a fissare il vuoto, io rimango<br />
così un po' esterrefatto, penso ancora che sia un po'<br />
pazzo ma rimango affascinato dal suo parlare. Ritorna<br />
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