You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
così la signora dai capelli bianchi: forse aveva un<br />
braccio rotto, ma era viva.<br />
Nella solitudine del parco, con il ronzio delle ruspe in<br />
lontananza e un grillo sul prato, Osvaldo sente di<br />
appartenere di nuovo all’umanità. Aveva frequentato<br />
la sala d’aspetto per quasi un decennio e in quel<br />
tempo aveva imparato a prendere le distanze dalla<br />
varia umanità di passaggio. Osservava i viaggiatori<br />
però in cuor suo riteneva di non appartenere allo<br />
stesso genere umano. Si era ritirato nel suo angolino e<br />
da lì guardava le vicende del mondo con occhio<br />
distaccato. L’indifferenza era la sua seconda pelle. La<br />
bomba, però, non aveva solo sventrato la stazione e<br />
ottantacinque corpi, aveva anche lacerato il sipario<br />
dell’indifferenza. Di Osvaldo e di innumerevoli altre<br />
persone.<br />
Dopo aver fatto parte della catena umana, quel<br />
mercoledì maledetto, l’animo di Osvaldo aveva<br />
cambiato atteggiamento. Si sentiva ora parte pulsante<br />
di un tutto. Le mani nude che avevano scavato e<br />
trasportato macerie avrebbero continuato a toccarsi e<br />
rimanere saldate per sempre, avrebbero formato il<br />
cordone ombelicale della umanità nuova. Ora,<br />
paradossalmente, Osvaldo si sente felice di<br />
appartenere di nuovo all’umanità.<br />
* * *<br />
Anch’io fui uomo, quel mercoledì 2 agosto. Avevo<br />
sedici anni, le immagini tivù sembravano un film di<br />
guerra. Anch’io, come Osvaldo, mi ero estraniato dal<br />
mondo, fino ad allora. Avevo inseguito piccole<br />
74