vol1 - Pagine Ribelli

Bonanno, un giardino fatto tutto di palme, vicino alla
Cattedrale poi, quando il nonno era stanco, mi
prendeva per mano e andavamo all’uscita dove c’era
un chiosco di gelati. Il nonno, dopo aver aperto il
vecchio portafogli, ne tirava fuori un biglietto da una
lira e mi comprava il gelato, anche d’inverno. Quello
da una lira aveva solo un gusto, per avere due gusti
bisognava spendere due lire; io l’avrei tanto voluti, i
due gusti, ma mi vergognavo a dirlo. Tanto più che
mia madre, alla quale lo confidai, mi disse con aria
circospetta: “Il nonno non ha molti soldi. È dovuto
andare in pensione presto perché è socialista.
Capisci?”. Non capii ma assentii come tutti i bambini
bene educati. Che significava esser socialisti? Forse
fare cose cattive, non esser brave persone, del resto
mi pareva d’aver sentito quella parola da qualcuno di
quei signori che venivano a case del nonno. Ecco,
allora, perché la nonna si era inquietata! Avrei voluto
chiedergli spiegazioni quando mi mostrava con
orgoglio le medaglie di bronzo e d’argento che gli
avevano dato quando aveva salvato tante persone,
quando da eroico poliziotto aveva aiutato le vittime
del terremoto di Messina. Ma non ne ebbi mai il
coraggio.
Quando uscivamo con la mia manina bianca infilata
in quella sua quasi ferrea ma che mi dava tanta
sicurezza, ero contento. E non capivo perché di tanto
in tanto il nonno si fermava davanti ai soldati tedeschi
che spadroneggiavano, disturbando con scherzi
stupidi le ragazze che passavano, e mi diceva con un
67