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vol1 - Pagine Ribelli

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napoletana avvolta in un panno di lana marrone per<br />

non far raffreddare il caffè e versava ad ognuno di<br />

loro il liquido nero e fumante. Era caffè! A quanto<br />

avevo potuto saperne il nonno se lo procurava al<br />

mercato nero ma in piccolissime quantità e lo offriva<br />

solo a loro perché solitamente si beveva caffè d’orzo.<br />

Questi signori misteriosi annuivano soddisfatti<br />

mentre lo centellinavano. Dovevano essere tutti<br />

andati a scuola insieme da bambini perché fra loro si<br />

chiamavano “compagno”. Poi si scambiavano<br />

foglietti stampati, giornali oppure sentivano una<br />

radio, portata dal signor Giannone, che parlava una<br />

lingua incomprensibile ma che suscitava commenti e<br />

reazioni in quegli uomini attempati.<br />

Nonna Agnese irrompeva e con voce brusca diceva:<br />

“Forza Antonio! Saluta i signori e porta il bambino a<br />

fare una passeggiata”.<br />

Il bambino, che ero io, sarebbe rimasto volentieri a<br />

veder tutto quel procedimento misteriosissimo, quegli<br />

uomini anziani ma compunti e entusiasti come<br />

ragazzi, giocare con quei foglietti e ascoltare la radio.<br />

Ma per buona educazione non avevo mai avuto il<br />

coraggio di chieder loro di partecipare.<br />

Dopo la sfuriata della nonna, nonno Antonio mi<br />

pettinava, dopo avermi unto ben bene i capelli di<br />

brillantina e immancabilmente mi diceva: “Ninì,<br />

mettiamoci la maschera ed usciamo”. Ma non ci<br />

mettevamo nessuna maschera. La cercai per tutta la<br />

casa, ma non trovai nulla. E chissà che voleva dire, il<br />

nonno! Andavamo a giocare a nascondino alla Villa<br />

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