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occhi, qualche disgustoso pasticcino...Poi mi guardò con<br />
un’espressione strana e un sorriso enigmatico.<br />
Infine, fu come se avesse deciso di non dirmi ciò che<br />
voleva, ma qualcos’altro:<br />
- Sai qual è il segreto di questi pasticcini? È la pasta…<br />
Numerosi strati di pasta sottilissima, uno sopra l’altro...-.<br />
Lo disse con quel tono di voce che usava a scuola , il<br />
tono tranquillo e sicuro di chi sta leggendo. Un tono che<br />
detestavo; per questo sarei morta piuttosto che<br />
ammetterlo, ma lo sapevo: lei mi dominava!<br />
Ero seduta a guardarla, sulla mia poltroncina rossa, come<br />
davanti ad una rappresentazione, poco prima che si alzi il<br />
sipario del secondo tempo. Un’emozione leggera, ma<br />
niente di più.<br />
Un attimo di silenzio, una carezza… poi la fatidica frase:<br />
- Anche se non lo sai, sarai sempre la mia allieva<br />
preferita...le aspettative .che riponevo in te non sono mai<br />
state deluse...-<br />
I suoi occhi, come allora, brillarono di una considerevole<br />
luce mista ad un straordinaria speranza, ma la sua voce<br />
strideva nel silenzio, come il gesso sulla lavagna.<br />
Dovetti appoggiarmi al tavolo o sarei volata via, tanto mi<br />
sentivo vuota dentro.<br />
Le sue parole, ora lo sapevo, avevano raggiunto il<br />
diciottesimo centro nervoso della quarta circonvallazione<br />
cerebrale in alto a sinistra, là dove si sviluppa il senso di<br />
frustrazione, quella frustrazione che, come una massa<br />
tumorale, mi aveva reso estranea a me stessa, deludente e<br />
sconosciuta.<br />
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