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aliena; quella che ti guardava come se avesse sempre<br />
male ai piedi; quella che apparteneva alla privilegiata<br />
categoria delle persone che hanno sempre ragione; quella<br />
che, nell’ampio spettro delle sue letture, non aveva mai<br />
trovato un solo capitolo dedicato al “doppio gioco”...<br />
Così per lei ero sempre e comunque la sola allieva che<br />
non l’aveva mai delusa, la più dotata e la più volonterosa.<br />
Sentivo che la mia ribellione doveva partire prima di<br />
tutto da lei; da lei che mai e poi mai, si era sforzata di<br />
immaginare il perchè dei miei voti brillanti; da lei, che<br />
non si era mai accorta che mi offrivo di spolverarle la<br />
cattedra, solo per riuscire ad aprire il cassetto che<br />
nascondeva i testi delle verifiche...<br />
Se nemmeno la Professoressa Viviani, che più di ogni<br />
altro diceva di preoccuparsi per me, aveva avuto il<br />
coraggio di guardare oltre l’idea che il mondo aveva di<br />
me, significava che nessuno avrebbe mai potuto<br />
conoscermi e, soprattutto, che nessuno avrebbe potuto<br />
perdonarmi. Ecco perchè non avevo dubbi: odiavo il<br />
mondo intero, ma sopratutto, odiavo lei.<br />
Andai a trovarla per informarla che sì, ero già primario,<br />
come lei aveva immaginato.. Sì, non avevo perso tempo.<br />
Sì, avevo avuto grandi soddisfazioni...<br />
La professoressa Viviani era commossa all’idea di<br />
rivedermi, me lo disse lasciando traballare la sua<br />
voluminosa capigliatura di un tempo, che lasciava ora<br />
allo scoperto pezzetti rosati di cuoio capelluto.<br />
L’aria della sua casa sapeva di libri e di cera per<br />
pavimenti. Mi offrì, con una disgustosa lacrima agli<br />
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