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2.5 Il rifiuto...<br />
di Maria Teresa Montanaro<br />
Sola. Voglio difendere questa mia solitudine con le<br />
unghie e con i denti. Da sola riesco a ritrovarmi.<br />
Riesco a proteggermi dalle ansie che mi arrivano<br />
addosso. Lo so che sembra assurdo, che le persone<br />
sole cercano gli altri per sopravvivere. Ma io non<br />
sono sola: sono una donna dimezzata, amputata,<br />
sono un grido di dolore che non vuole essere sentito.<br />
Sola. È per questo che tengo gli occhi chiusi. Perché<br />
il buio mi aiuta a nascondermi e a nascondere il mio<br />
dolore. Il sollievo. L'unica maniera per ritrovarlo<br />
ormai è sognare ... Ancora sognare. Di giorno i<br />
ricordi sono terribili, fanno malissimo. Di notte no .<br />
Nel sogno posso muovermi, posso correre. Quando<br />
sogno mi faccio compagnia vivendo nel passato ed<br />
entrando nel futuro. I sogni non hanno barriere di<br />
tempo. I sogni sono liberi. Ormai con i miei sogni ho<br />
fatto un patto. Sono loro il mio riscatto. Sono loro<br />
l'unico luogo dove la mia immobilità vola via. Sogno<br />
sempre di immergere il mio corpo nell'acqua fresca<br />
del mare più trasparente, poggiare le piante dei piedi<br />
sul terreno nudo e sassoso, camminare più che<br />
correre. Essere. Toccare e farsi toccare ancora e poi<br />
ancora ... Nulla. Perché non posso dimenticare tutto?<br />
Perché non mi accade di chiudere gli occhi una notte<br />
e di risvegliarmi col buio che ha cancellato tutto il<br />
passato? Invece ogni giorno la mia pena si sveglia.<br />
Ricomincia, tradita dai sentimenti e dai ricordi che i<br />
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