vol1 - Pagine Ribelli

2.3 Il Sentiero per le stelle
di Vito Nicassio
“Avv. Gargugli aspetti un attimo” – disse il giudice al
legale che si allontanava – “ho una direttissima. La devo
nominare difensore d’ufficio”.
“Giudice lei mi vuole sempre troppo bene” – rispose il
professionista manifestando ironicamente il suo
disappunto. Poi, scrutando il colore olivastro del
volto dell’imputato tradotto in aula dalle guardie
carcerarie soggiunse: “… E che bene!”
Il giudice: “Non si preoccupi non le ruberò troppo tempo”
Era l’ultimo procedimento della giornata. L’aula di
giustizia si era svuotata. Il Pubblico Ministero lesse
l’imputazione con affannosa indolenza. Chiamò a
testimoniare due carabinieri del radiomobile che
avevano eseguito l’arresto. I due confermarono il
fatto ascritto. Seguì la discussione. Il P.M.: “…
Pertanto, chiedo la convalida dell’arresto… nonché la
condanna dell’imputato Venceslao Rudic alla reclusione di bla
bla bla”.
Grande fu lo sforzo difensivo dell’avv. Garbugli, il
quale, aprì il Codice penale a casaccio e simulando di
averne ricevuto ispirazione partorì un sofferto :
“Giudice, mi affido alla sua clemenza”. Dopo, strizzò
l’occhio al suo giovane praticante che condivideva le
sue fatiche e sottovoce: “Impara! È così che si difendono
quelli che non pagano gli avvocati.”
Con grande sorpresa, l’imputato chiese la parola.
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