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osso, sempre più rosso.<br />
Aveva un paio di jeans nuovi griffati. Una bella<br />
camicetta azzurra con dei fiorellini gialli, un kappaway<br />
rosso e uno zainetto piuttosto pesante anch’esso<br />
griffato, con un orsetto di stoffa attaccato con una<br />
cordicella che dondolava sul suo sedere, stretto e<br />
sinuoso, che attirava l’attenzione dei maschi. Due<br />
trecce nere con dei nastrini annodati alle estremità le<br />
scendevano sulle spalle, in parte sotto lo zainetto di<br />
colore blu e verde acqua con firme e adesivi alla<br />
moda. Portava un paio di occhiali da vista con una<br />
sottile montatura metallica e un berrettino blu con il<br />
visale che lasciava intravedere una frangia ben rifilata.<br />
Era scesa dall’autobus delle 13,05 sulla Ben Yehuda<br />
dove scendevano la maggior parte degli studenti. Il<br />
tempo era incerto e il sole si alternava a nuvoloni che<br />
correvano veloci verso il mare lasciando cadere<br />
qualche goccia tra la gente che camminava frettolosa:<br />
quasi avessero tutti un appuntamento e non volessero<br />
arrivare in ritardo. Poliziotti e soldati controllavano<br />
gli incroci e sostavano di fronte ai più importanti<br />
edifici pubblici; altri chiacchieravano con alcune<br />
ragazze che si erano fermate con loro e ridevano<br />
girando ogni tanto la testa. Il marciapiede era un<br />
continuo e febbrile via vai, e la ragazza si fermò a<br />
guardare una bella vetrina di scarpe eleganti e<br />
classiche, più avanti un negozio di abbigliamento<br />
pieno di luci, manichini e vestiti femminili. La ragazza<br />
conosceva bene la strada e sicuramente abitava in<br />
quella zona. Si fermava ogni tanto a guardare i negozi<br />
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