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e il sesamo, il makluba con il pollo bollito e le verdure<br />
fritte, i dolci come la baklawa o il pane helbah con il<br />
fieno greco, e assieme canticchiavano vecchie canzoni<br />
aspettando il rientro dal lavoro di papà Khaled.<br />
Quando rientrava gli stava vicino e si divertiva a farsi<br />
raccontare com’era il mondo a lei sconosciuto che si<br />
estendeva al di là della grigia muraglia di cemento.<br />
Il fratellino Ahmed Youssef, era arrivato in un<br />
momento difficile per i suoi genitori, ma nonostante<br />
la difficoltà di trovare lavoro e le rinunce e<br />
ristrettezze, tutti gli volevano bene. Fatima lo<br />
accudiva con amore facendolo giocare quando la<br />
mamma era fuori per la spesa o impegnata nelle<br />
faccende domestiche.<br />
Negli ultimi tempi suo padre era costretto a cambiare<br />
continuamente lavoro per l’inasprirsi degli scontri tra<br />
i miliziani di Hamas e le rigide regole imposte dai<br />
soldati che avevano reso difficile, se non impossibile,<br />
ogni movimento oltre i lunghi muri di cemento.<br />
A volte neppure rientrava a dormire perchè doveva<br />
superare tre o quattro posti di blocco, e spesso i<br />
soldati lo tenevano fermo delle ore per interrogarlo<br />
sui suoi spostamenti costringendolo a pernottare<br />
fuori casa per ritornare per tempo al lavoro.<br />
Quando non rincasava la mamma diventava nervosa<br />
e impaziente con lei, con Youssef e con il mondo<br />
intero. Molte volte Jamila rivedeva il suo Khaled<br />
dopo alcuni giorni e anche una settimana, ma quando<br />
rientrava metteva sulla tavola i shekel che aveva<br />
guadagnato permettendole così di comprare<br />
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